On Your Side tre/sette.

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Lauren spense la luce del suo ufficio, diede un ultimo saluto a Normani e assieme alla sua guardia del corpo Sarah, si diresse alla casa Bianca.

"Signora posso farle una domanda?" parlò l'agente Walker mentre camminavano verso la residenza.

"Certo, Sarah" rispose gentilmente Lauren.

"Come mai ogni giorno vuole andare a lavoro e tornare a piedi? Insomma ha tutti i servizi a portata di mano, quindi perché rischiare e andare in giro così?" chiese guardandosi comunque intorno accertandosi che tutto fosse nella norma.

"Vedi Sarah, siamo qui da un anno ed è stato un bel cambiamento. Prima io e Camila vivevamo in una piccola villetta in periferia insieme ai bambini, dopo l'elezione di mia moglie è cambiato tutto e ci siamo ritrovati rinchiusi nella Casa Bianca. Non fraintendermi, sapevo a cosa andavamo incontro e mi sono sacrificata per mia moglie, perché le sono stata sempre accanto, come lei d'altronde, e so quanto ha faticato per diventare il Capo della Nazione. Le mie giornate tipiche erano andare a piedi allo studio e poi tornare a casa, dove trovavo Camila a cucinare per me e i bambini. Ora i ruoli si sono invertiti, ma mi va bene così. L'unica cosa però a cui non rinuncio sono le mie camminate." spiegò con calma.

"La ringrazio signora, immagino quanto sia difficile per lei" ipotizzò la donna.

"Lo è, sai avere sempre tutti i riflettori puntati addosso...Ma per Camila lo rifarei altre mille volte." ammise.

"E' da ammirare il suo amore per la Presidente." sorrise bonariamente l'agente.

"Ti ringrazio Sarah, ho lavorato una vita per avere questa famiglia". sorrise anche lei continuando a camminare verso la Casa.

Quando tornò alla residenza, trovò il piccolo Tomàs intendo a giocare con i lego. Un sorriso spontaneo si formò sulle sue labbra. "Ei ometto" attirò la sua attenzione fermandosi alle sue spalle.

"Mamma!" esclamò Tomàs alzandosi in piedi e allungando le braccia per farsi prendere dalla madre.

"Sai che stai diventando troppo grande per venire in braccio alla mamma?" chiese ridendo Lauren, piegandosi e prendendo tra le braccia il bambino.

"Sono grande, mamma" disse Tomàs mostrando il bicipite, facendo ridere la madre.

"Si Tom, sei il mio piccolo grande ometto" lo assecondò accarezzandogli i capelli. "Tua sorella dov'è?" chiese piegandosi per raccogliere due peluche e portandoli in camera del bambino.

"Tata Harriett l'ha messa a dormire poco fa, mamma" la informò.

"D'accordo, hai fatto i compiti?" domandò mettendolo a terra.

"Sì, Harriett mi ha aiutato, abbiamo imparato tre nuove lettere!" esclamò entusiasta mostrando il numero con la mano.

"Fantastico, bravo il mio ometto" disse aprendo la mano affinché il figlio le battesse il cinque, cosa che fece subito dopo.

"Laur?" i due sentirono una voce provenire dal corridoio.

"E' mama?" chiese il bambino confuso.

"Sembra proprio di sì, dai andiamole incontro." disse incamminandosi verso il salotto.

"Ei" sorrise Camila vedendoli arrivare. Suo figlio le andò incontro abbracciandola.

"Ciao, come mai sei già a casa?" chiese Lauren confusa.

"Dovevo avvertirti di una cosa" introdusse il discorso. "Tommy" lo richiamò la mamma. "Puoi lasciare da sole me e la mamma, per favore?" domandò gentilmente chinandosi alla sua altezza. Il bambino all'inizio aggrottò le sopracciglia contrariato, poi portò lo sguardo verso Lauren che annuì leggermente, convincendolo a tornare in camera sua.

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