Dimmi che differenza c'è tra l'amarsi e il volersi bene

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Sono passati giorni dalla notte di ferragosto, giorni trascorsi nella normalità più felice che Ermal ricordi da molto tempo. Niente di speciale, tutto di fantastico, per quanto sembri strano. Giorni che ha passato con gli amici ma, soprattutto, con Fabrizio.
Dopo le confessioni di entrambi, è stato praticamente naturale il salto di qualità del loro rapporto, un rapporto molto più fisico e fatto di silenzi che non necessitano di parole, un toccasana per Ermal. Perché per quanto l'atto del parlare sia alla base di ogni rapporto sociale che si rispetti, potersi intendere con appena un'occhiata con un'altra persona, non ha prezzo. La complicità creatasi con Fabrizio sa di casa, molto simile a quella che aveva con suo fratello Rinald quando erano bambini; l'unica differenza è data dal modo in cui Fabrizio lo fa sentire. Con lui si trova bene, una definizione che può apparire riduttiva, ma che per lui significa invece tantissimo.
Quando però il mattino del 20 agosto Ermal saluta Fabrizio dopo essere stati al mare insieme, si sente inquieto. E quell'inquietudine non va via neppure mentre torna a casa o fa la doccia, permane. L'idea di essersi legato così in fretta e, in particolare, così profondamente a qualcuno, lo manda ai matti.
Non perché la cosa riguardi Fabrizio in particolare, perché gli fa strano. Passa il resto della mattina in balcone a fumare e pensare, due cose che vanno a braccetto. Non è abituato, Ermal, a voler bene in poco. Sa che esistono persone pronte a legarsi con facilità e che aprono all'istante le porte della loro vita quasi a chicchessia, ma lui non è mai stato tale.
È importante saper capire chi accogliere nella propria quotidianità, una scelta che, secondo Ermal, riflette anche quanto bene si vuole alla propria persona. Perché, se ti ami, non permetti a potenziali tossicità di avvicinarsi.
D'altra parte, anche quel concetto è per lui un po' astioso. Ermal, in passato, si è odiato tanto, tanto e a lungo. A oggi è solo una brutta parentesi da ricordare, ma ha ancora dei momenti alla odi et amo; forse anche per questo motivo ogni tanto si sente inadatto a dimostrare i propri sentimenti a terzi.
La cosa spiegherebbe la rigidità che aveva con Valentina e, soprattutto, che ha provato nei confronti di Fabrizio. Perché Fabrizio, sin dal primo istante, dall'incontro (scontro?) sull'aliscafo, lo aveva colpito, e questo andava ammesso, almeno a se stesso. Era stato impossibile non pensare a lui, in un modo o in un altro, si era fatto largo nei suoi pensieri e lì era rimasto, dapprima dietro una tenda di indifferenza e antipatia, adesso...
Ermal getta via l'ennesimo mozzicone.

Adesso non lo sa.

Adesso non ha idea di cosa Fabrizio rappresenti per lui.
Vorrebbe poter dire un amico, sarebbe molto più semplice, ma non se la sente, perché Fabrizio non è un amico come lo sono Vige, Montanari e gli altri. È qualcosa di più. Ma qualcosa è parecchio indefinito, può voler dire tutto o niente.
Ermal non lo sa. Si sdraia a letto, fissando il soffitto alla ricerca di chissà quale illuminazione. Quando è in compagnia di Fabrizio, sente di non potersi trovare in nessun altro luogo: è in quello giusto, al sicuro. È un pensiero giusto? Ché poi, i pensieri, possono essere giusti o sbagliati? Non dal punto di vista etico, ma da quello ontologico.

L'essere è e non può non essere, il non essere non è e non può essere...

Scuote con forza la testa, cercando di ricacciare in un angolo la filosofia del liceo. In quel momento è l'ultima cosa di cui ha bisogno.
Afferra il blocchetto degli appunti sul comodino in dotazione del B&b, vi scrive in cima Fabrizio e inizia a pensare.
Come mi fa sentire?
Felice, è il primo aggettivo che scrive.
Lì, proprio in cima alla lista. A bruciapelo è la prima cosa alla quale ha pensato.
E poi?
Sereno, che non è la stessa cosa, ma decisamente più profonda, almeno secondo lui.
Al posto giusto.

C'era una canzone che Valentina adorava, un tempo, quando era fissata con un cantante uscito da X Factor, Lorenzo qualcosa, gli sembra. La canzone si chiamava homeland e non ne ricorda bene il testo, però è piuttosto sicuro che il punto centrale giocasse sulla patria, com'era? Sono in patria, il mio amore non può essere scosso, sono in patria, in un mondo che cambia sempre.

Se ti do la mia vita in mano giura che poi tu me la tratti beneWhere stories live. Discover now