Sparkle

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Parigi. La città dell'amore, dicevano, ma a parer di Jungkook anche del sesso e delle occasioni facili. Ormai era la culla della nuova rivoluzione romantica, gli scrittori più famosi, gli scultori e i musicisti, tutti coloro che non avevano più una musa la trovavano in quel luogo così magico e pieno di vita. Era cresciuto in una famiglia dove il rispetto per l'altro era fondamentale, la buona educazione e la classe gli appartenevano, ma era diverso dagli altri, forse perchè la sua sessualità era ''contorta'' e la viveva a modo suo.
Aveva letto di autori classici che scrivevano di amori tra uomini, passioni carnali e sangue versato per amore, ma l'amore cos'era in fondo se non la croce degli uomini?
Aveva scelto di non innamorarsi mai, per questo amava andare nelle locande di malaffare per sfogare la sua sete sessuale. Ogni sera cortigiani e ragazzi lo raggiungevano in una suite che prenotava a caro prezzo. Ogni sera, un gruppo diverso.

La sua sete non veniva mai placata, c'era qualcosa che gli mancava.

La perfezione.

Non l'aveva ancora trovata in nessuno di loro.

Una sera decise di spingersi oltre, nell'alta società che i colleghi di suo padre e tutti quei pinguini rappresentavano. Il locale più frequentato da gente del suo rango era di certo il Moulin Rouge. Ballerine di can can, pronte a fare di tutto pur di sfondare nel mondo dello spettacolo. Si diresse in quel luogo a metà della serata. Si vociferava che una nuova star stesse per esibirsi e il giovane Jeon Jungkook non vedeva l'ora di ammirare di che bellezza si trattasse.

Ma di parere diverso era Taehyung.

Un fenomeno da baraccone, ecco come si sentiva in quel preciso istante. Un oggetto venduto e sbattuto in gabbia, peggio di una bestia feroce. Uno schiavo al servizio di un avido padrone. Grugnì non appena gli si disse che doveva esibirsi quella stessa sera, dopo aver mangiato un misero pranzo. Dicevano che la vita in Francia era d'alto livello, ch'era sviluppata e ben organizzata. Beh, sapete una cosa? Non era così per tutti. Mentre il ragazzo dai capelli biondo chiaro camminava tranquillamente per la strada, lo afferrarono per il braccio e lo strattonarono via. Urla e calci invani, la sua pelle aveva stregato tutti i presenti e soprattutto il direttore del Moulin Rouge. Era stato strappato via da casa sua come una povera puttana senza patria, senza dignità e portato via, gettato nel mercato del sesso e del bordello ancora giovane, a 18 anni.

«Muoviti, esci. Il pubblico t'aspetta» gli disse un uomo barbuto, che aprì la serratura della sua ''camera'', facendolo uscire. La pacca sul sedere da parte di quest'ultimo non tardò ad arrivare. Ma Taehyung doveva necessariamente star zitto e assentire, come se la sua identità fosse stata annullata del tutto.
Salì per le scale, una ad una lentamente, mentre dall'altra parte del sipario la gente era in fibrillazione.

Il facoltoso Jungkook, intanto s'accomodò in uno dei posti più prestigiosi e cari del locale, uno dei palchetti più vicini al palco e si sedette aspettando che lo spettacolo cominciasse.
Tae prese un profondo respiro e lanciò un'occhiata al direttore per far partire la musica. Rosso, rosso puro gli inondò gli occhi, tutt'intorno sembrava ardere delle fiamme dell'inferno. Mostrò il suo viso per la prima volta al pubblico, titubante e insicuro come non mai.
Si contorse sul posto, slacciando pian piano le stringhe del corpetto strettissimo, sempre fissando ogni singola persona tra il pubblico. Tutta gente vestita per bene, tutti dotati di monocolo e bastoni, tutti sporchi maiali.

All'improvviso le luci si spensero e qualcuno iniziò a brillare al centro della sala. Jungkook guardò attentamente la figura sinuosa che si muoveva. Forse, aveva trovato ciò che cercava, anche se non riusciva a distinguere il sesso di quella creatura.
Quella luce si soffuse per la sala. Quella creatura si muoveva così piano, quasi spaventata da tutti coloro che la guardavano come se fosse una preda prelibata. Molti invece, si voltarono per lo sdegno in cerca di qualche ragazza da scopare. Ma al giovane Jeon, interessava guardare quella bellezza così pura.

L'attenzione di Taehyung si focalizzò su un ragazzo, tirato e ben vestito.

'Mi sta guardando, per qualche strano motivo lo sta facendo', così Jungkook pensò che aveva scelto proprio lui, doveva essere lui quello con cui voleva passare la notte, e questa volta, il ragazzo moro avrebbe portato solo lui nella sua camera, nessun altro. Versò un po' di assenzio nel suo bicchiere e lo mandò giù di botto. Iniziava a scaldarsi nell'osservare quella figura stupenda che si muoveva sinuosamente a ritmo di musica, con un'eleganza e una purezza disarmante. 'Deve essere mio!' pensò il moro.

Taehyung si alzò e camminò lentamente verso i due drappi posti al centro della pista, ne afferrò uno e si dondolò piano, fino a raggiungere anche l'altro e arrampicarsi sopra, attorcigliandovi le gambe con maestria.
Portò la testa in giù e lanciò al pubblico il gioiello che teneva al collo, aspettando che le altre ballerine entrassero in scena, per gli uomini che si stavano disgustando di un maschio come lui che danzava in quel modo sconcio, troppo spinto per le loro menti chiuse e arretrate. Tae si lasciò scivolare su di un drappo rosso, fino a toccare coi piedi la terra e lanciò un'altra veloce occhiata a quel ragazzo di prima, che non staccava gli occhi dal suo corpo.
In quel momento si sentiva ancora più sporco di quanto non fosse già, si sentiva fuori posto e sbagliato. Le ballerine, alla fine, gli strapparono anche la calzamaglia, così come era stato detto dal gobbo sotto il palco, suscitando nel pubblico una reazione clamorosa. 

''Che cosa non è quel ragazzo... Il proprietario l'ha scelto bene'' pensò Kook. Infatti non c'era donna che avesse la sua eleganza e classe, per non parlare dell'infinita bellezza che quel corpo e quel viso emanavano. Il moro era troppo lontano per ammirare il colore dei suoi occhi e le linee delicate del suo viso, ma la sua pelle nivea brillava e riusciva ad incantarlo anche a quella distanza. Così, approfittò dell'ingresso delle donne per spostarsi dal suo palchetto e piazzarsi in uno dove un signore di mezza età, sdegnato, si era alzato per andare via. ''Ottima occasione'' pensò.

Scese alla velocità della luce le scale e, senza staccare gli occhi da quel ragazzo raggiunse il suo nuovo posto. Il suo sguardo su di lui bruciava a causa della sua bellezza. Non riusciva quasi a sbattere le palpebre, non voleva perdersi nemmeno un minuto di quella meraviglia. Da quella distanza riuscì a distinguere dei meravigliosi occhi che brillavano e contornavano perfettamente il suo viso limpido. Le labbra, così rosee e delicate, come due petali di rosa poggiati l'uno sull'altro, era semplicemente il ragazzo più bello che Jungkook avesse mai visto. Quando lo guardava il suo corpo si caricava di una sensazione strana, una voglia che non aveva mai avuto prima. Da un lato, voleva che quell'esibizione non finisse per il suo modo di muoversi , ma dall'altro era tremendamente geloso che tutti potessero vedere quella meraviglia che doveva essere solo e soltanto sua.

L'avrebbe conquistato quella sera stessa, il suo corpo avrebbe soddisfatto ogni suo minimo capriccio, facendogli desiderare di essere altrove e non li, per quanto ardore l'avrebbe colpito in una sola notte.

ℒe Marquis de l'amour  | VkookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora