Tous les mêmes

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Il sipario calò di botto, la gente che fischiava e batteva le mani. Taehyung non era piaciuto alla gente. Ma sapeva solo che aveva visto un ragazzo, un ragazzo meraviglioso dal viso angelico, che sotto sotto, e ne era sicuro, non aveva un bel niente di angelico. Poteva vedere la perversione inondargli le iridi degli occhi, le labbra incresparsi e il desiderio farsi carne.


Taehyung scese dal palco, dietro le quinte il direttore lo aspettava di già.
«Ora sei tu la nuova star erotica maschile qui, Sebastien puoi andar via.» Disse l'uomo rivolgendosi ad un ragazzo che poteva avere benissimo la stessa età di Tae, delicato nei tratti e dalle larghe spalle, col suo bellissimo accento francese.
Ma poco importava al biondo in quel momento delle liti che stavano sorgendo tra i due uomini, doveva immergersi nella vasca da bagno per rinvigorire il suo corpo, o sarebbe potuto cedere da un momento all'altro.
E così fece.
Tolse i pantaloncini e chiuse la porta dietro di sè, entrando gradualmente nell'acqua bollente raccolta nella vasca.


Ma Jungkook, come sempre in ritardo, non riuscì ad acchiappare in tempo la nuova star. Così si recò dietro il palco, con le ballerine che lo mangiavano con gli occhi sperando che una di loro o magari di più potessero essere scelte da lui quella sera. Non vedevano molti ragazzi giovani da quelle parti, visto che sembravano provocarlo in ogni modo. Le evitò tutte chiedendo del proprietario e quando arrivò da lui parlò chiaro.
«Voglio quel ballerino e lo voglio tutto per me.» Gli sbattè in faccia una mazzetta di 10 mila franchi e aspettò che gli indicasse la stanza, l'avrebbe raggiunta da solo.
«Dritto fino alla fine del corridoio» e il viscido direttore si richiuse nel suo ufficio a contare i verdoni, avidamente.
Quel posto era davvero squallido li dietro, ma poco importava al giovane Jeon. Quando si avvicinò alla camera del ballerino, sentì una brezza leggera di rose nell'aria, stava sicuramente facendo il bagno. I pensieri perversi iniziarono a farsi spazio nella mente del moro, come quell'ondata di profumo che l'aveva colpito.


La schiuma si posò sul corpo del biondo el'acqua bollente gli dava un senso di pace e calma interiore incredibile.Adagiò la testa al bordo della vasca di ceramica e chiuse gli occhi, con partedelle gambe che sporgevano dalla schiuma, data la dimensione ridotta dellavasca. Mugolò appena, quando la sua pelle scontrò la superficie fredda dellavasca e si sistemò meglio.
Jungkook bussò tre colpi e poi aprì la portalentamente, entrando prima coi sensi e con la mente in quella stanza.
Lo vide lì, intento a lavarsi, intimidito dallamia presenza. In quell'attimo dentro di lui era nato il desiderio di farlo suocosì lentamente che faceva male. Era così piccolo e puro che aveva paura che sispezzasse con uno sguardo.


Il biondo cercò di sistemare la schiuma sulla superficie dell'acqua come per coprirsi mentre l'imbarazzo gli si colorava di rosso sulle gote.
«Mi scuso in anticipo per l'interruzione, signore. Ma avevo un forte ardore di visitare le vostre stanze che avrei potuto uccidere se non fossi arrivato per primo da voi.. Il mio nome è Jungkook.. »
Il suo nome. Il moro desiderava conoscerlo perchè doveva essere melodioso e perfetto come lui, immerso in quella vasca schiumosa che nascondeva il suo corpo nudo. Di solito non gli importava così tanto di conoscere i nomi o altro delle persone con cui andava a letto, ma lui.. Aveva quella perfezione che cercava e voleva a tutti i costi, e poi così facendo avrebbe pure sentito la sua voce. Chissà se era profonda e calda o lieve e delicata come quella di un usignolo che canta alla primavera, risvegliandone la bellezza. L'avrebbe scoperto presto di certo.
«Il mio nome è Taehyung, signore...» esclamò timido, abbassando il capo gradualmente in segno di rispetto.


Quelle parole risuonarono nella mente di Jungkook come se fossero campane a festa in una domenica di estate. Quella voce era il suono più angelico e soave che le sue orecchie avessero mai sentito. Si avvicinò a lui, senza pensare più di tanto all'imbarazzo che poteva o meno provare e si abbassò di lato alla vasca. Osservò da vicino ogni lineamento del suo viso e ogni sfumatura che i suoi incredibili occhi avevano.
Era il ragazzo più bello che il moro avesse mai visto in vita sua, e c'era molto da dire su questo perchè ne aveva visti parecchi da tutto il mondo.
Jungkook poggiò lentamente la punta delle dita sul suo viso per accarezzarlo e sentire sotto pelle quella morbidezza assoluta che era la sua pelle così nivea e appena rosea dall'imbarazzo sulle gote.
Oltre che attrarlo sessualmente, quel suo modo di fare mandava in orbita il cuore e la mente del ricco Jeon, il quale credette d'impazzire in quel momento per la troppa vicinanza.
Sorrise appena dolcemente, strano per uno che di solito aveva un sorriso pieno di lussuria e furbizia: ma con lui stranamente si era sciolto, forse perchè la sua mente era convinta che colui che gli si mostrava davanti non era un ragazzo comune ma una creatura perfetta degna del paradiso, l'angelo più bello di tutti.
«Sono rimasto folgorato dalla vostra grazia su quel palco.. Il modo in cui vi esibite è degno dei più grandi palchi di Parigi.. E la vostra bellezza è tale a quella di un angelo, se permettete..»
Jungkook sussurrò appena quelle poche parole, mentre si perdeva negli occhi dell'altro e il suo cuore scalpitava di una nuova sensazione che non aveva mai provato prima, forse solo nei suoi sogni dove si concedeva di amare.


Istintivamente l'altro si coprì il petto con le mani, raggomitolandosi su sè stesso, quasi come avesse paura. In realtà quello che provava era puro e semplice imbarazzo poichè nessun uomo lo aveva guardato da così tanto vicino.
« G-Grazie... I-Io n-non sono abituato a questo genere di cose ed è un po' strano per me, chiedo venia...» si scusò quasi Tae, lasciando che l'uomo lo accarezzasse. Da quando l'aveva visto seduto in platea non lo aveva ancora guardato in faccia, forse troppo spaventato.
Jungkook trattenne il fiato ritirando la mano. Di certo quel ragazzo era atterrito, e il moro si chiedeva se gli fosse capitato qualcosa di orribile tanto da farlo reagire in quel modo. Abbassò lo sguardo e si alzò girandosi di spalle.
«Continuate pure a fare il bagno... Vi pregherei di concedermi questa notte per stare con voi... Ho già parlato con il vostro capo quindi vedete di sbrigarvi, vi voglio pronto tra meno di mezz'ora.»
Non poteva essere. Era come tutti gli altri, uno sporco maiale aristocratico. Taehyung serrò la bocca, guardando la schiuma che s'infrangeva non appena la sua mano cercava di portarla a fondo. Così effimera e simile a lui, quella. La prendi in mano e non appena la bagni, si dissolve inesorabilmente.
E Taehyung che per un momento aveva anche creduto di poter essere persino innamorato di quel Jungkook. A quanto pareva, era la solita prostituta di turno, avrebbe dovuto immaginarlo.
Non appena il moro uscì dalla porta, Taehyung si sollevò dalla vasca e si avvolse nel panno di seta che gli era stato dato per asciugarsi.
«Tutti uguali» sussurrò con un filo di voce mentre si passava la stoffa su ogni singola parte del corpo, asciugandola per bene.
Dopo pochi minuti, si infilò nei pantaloni neri e nella casacca bianca, e uscì fuori, a testa bassa nuovamente.


Angolo Autrice

nyaaaan! Spero che questa storia vi stia piacendo, se vi va, passate anche a leggere la mia altra storia ''The gift of the river'' sempre a tema BTS <3 AH e ovviamente se avete consigli oppure commenti non esitate a farli! Mi fa sempre piacere leggerli

ℒe Marquis de l'amour  | VkookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora