Dopo essere scesi alla fermata i due ragazzi si diressero verso casa Alighieri. Camminavano l'uno di fianco all'altro nel vialetto, l'imbarazzo chiaramente percepibile. Virgilio stava proprio pensando a come rompere il ghiaccio quando venne preceduto da Dante, il quale si era fermato bruscamente.
《Voglio mostrarti un posto》 disse solamente per poi prenderlo per mano.
Dopo un po' arrivarono in un'area isolata dal resto della Firenze urbana, davanti a loro si estendevano campi e boschetti. Entrarono proprio in uno di quelli.
《Dante! Ma dove stiamo andando?!》
Il fiorentino non rispose. Inizió a rallentare, scostando piano i rami degli alberi cercando di non colpire l'amico. Ora, davanti a loro, si trovava una casetta in legno dal tetto rossiccio.
《Che posto è questo?》chiese il mantovano meravigliato dalla bellezza della natura intorno a loro.
《In questa casetta si ritrovavano spesso mia madre e suo fratello. La scoprirono un'estate, mentre si rincorrevano in questo bosco. Passato il tempo, lo zio decise di ristrutturarla e di cederla a me. Ora è diventata il mio posto speciale...》 raccontó Dante.
《Un posto speciale?》
《Si. Un posto dove sentirmi me stesso, dove nessuno può dirmi quello che devo essere o diventare. E insomma...volevo condividerlo con te》 le sue guance si colorarono di un rosso tenue all'ultima frase.
《Wow...non so davvero cosa dire. Grazie mille》 sorrise genuinamente.
Entrarono velocemente. L'interno era formato da una saletta con un tavolino e un divanetto al centro, quattro finestrelle, due ai lati della porta e sui relativi lati della casa. Una porticina in fondo portava al bagno e delle scale conducevano al piano superiore. Un letto matrimoniale attaccato alla parete sinistra ed un lucernario che dava sul cielo azzurro. Mentre Dante gli mostrava il luogo, per la prima volta, Virgilio si sentí importante per qualcuno.
***
Quando tornarono indietro giunsero finalmente a casa di Dante. Quest'ultimo invitó il compagno ad entrare e a mettersi comodo. Virgilio pensó che fosse il ragazzo più cordiale che avesse mai incontrato. Lo conosceva da neanche due giorni e lo aveva accolto in casa sua e lo trattava come un grande amico, tanto da condividere con lui il suo "posto speciale". Era vero, sentiva un certo legame con il moro, ma lui non sarebbe mai riuscito a comportarsi in quel modo, faticava a fidarsi della gente.
Bevvero qualcosa e mangiarono, dopodiché Dante lo condusse in camera sua. Non era molto diversa da quella del biondo. Le pareti di un rosso carminio, il letto con morbide lenzuola e una soffice trapunta, una libreria con una grande varietà di opere esattamente al suo fianco e lì nell'angolo una scrivania in legno. L'unica differenza era il disordine: alcuni grossi tomi poggiavano sul comodino accanto al letto, probabilmente in fase di lettura, le ciabatte ognuna ai lati opposti della camera e una felpa e un paio di pantaloni lasciati penzoloni sullo schienale di una sedia.《Scusa per il disordine, mi ero ripromesso di mettere in ordine ma...》si grattó la nuca goffamente.
《Non fa niente. È bello vedere una camera così diversa ma, al contempo, così uguale alla mia》Virgilio sorrise guardandosi intorno.
Dante si avviò verso la scrivania e prese un piccolo quadernino rosso rilegato in pelle.
《Ecco, qui scrivo la maggior parte dei miei poemi》 disse porgendolo al biondo.
Quest'ultimo lo strinse tra le mani e cominció a sfogliarlo. Le pagine bianche erano decorate dall'inchiostro nero, perfetto e senza sbavature, che formava rime e versetti scritti con una dolce calligrafia. Non vi erano tracce di cancellature, questo gli fece dedurre che prima di trascrivere le sue "opere" in bella, le scriveva in brutta. Gli argomenti erano molto generali: il mondo, la natura, le persone e le sfumature del loro carattere. Ma, quasi tutte, avevano un qualcosa in comune, un nome. Beatrice. Veniva descritta la ragazza che, a detta di Dante, era di una bellezza paradisiaca. Nel leggere quel nome a Virgilio salí la curiosità, così chiese:
《Ho notato che molte poesie parlano di una ragazza, Beatrice》
《Oh, si, lei é meravigliosa. Viene a scuola con noi, ti capiterá di certo di incontrarla, la sua bellezza non passa mai inosservata》disse con occhi sognanti.
"Non penso che mi piacerá se mai dovessi vederla..." pensó Virgilio tra sé e sé.
《Vedi...lei é la mia "Ragazza Angelo"》
《Quindi...state insieme?》
《Purtroppo no. Ma ho una cotta per lei dall'inizio delle superiori》 sospiró.
《Ho capito. Perció lei non ricambia il tuo amore e tu le dedichi poesie per sfogare le tue emozioni?》
《Mettiamola così. É capitato anche a te?》
《Diciamo di si...》
"Non esattamente con delle ragazze...ma il senso é comunque quello"
Virgilio si intristí un poco quando apprese il fatto ma lo rasserenó che la ragazza non provasse niente per lui. Gli dispiaceva certo, ma non poteva negare che quel ragazzo gli piacesse un po'.
《Sai...oltre a poesie ho provato anche a scrivere romanzi e storie d'avventura ma non sono proprio il mio forte》 il moro lo riportó alla realtà con il suono della sua voce.
《Ne hai qualcuna da farmi vedere?》
Cominció a frugare tra i vari fogli sparpagliati. Gli capitó tra le mani la poesia dedicata proprio a lui. La nascose nuovamente, arrossendo pian piano. Ma perché? Perché doveva sentirsi così in imbarazzo in sua presenza? A quel punto la trovó.
《Questa non l'ho mai continuata per mancanza di idee. Iniziai a scriverla all'età di quattordici anni》 e gli mostrò un quaderno ad anelli con sopra un'etichetta che diceva: "Work in progress". Era rovinato negli angoli e presentava parecchie scritte.
Quando lo aprí, la prima pagina formava un'introduzione a quello che sarebbe dovuto essere il primo capitolo, seguita da alcuni fogli a righe bianchi. Erano solo poche righe ma Virgilio restò affascinato dalla struttura ben fatta, riconoscendone un'ottima idea per un prologo.
Il tutto iniziava con il protagonista, per l'appunto Dante, perso in una selva oscura, allegoria del peccato. Cercava di uscirne senza cadere in tentazione delle tre fiere: una lince, un leone e una lupa. Nel momento in cui il ragazzo si trovava a confrontarle, la storia si interrompeva.《Allora? Che te ne pare?》domandó Dante impaziente di sapere la sua opinione.
《Penso che sia molto bella e che dovresti assolutamente continuarla. Anche perché ora mi hai fatto incuriosire!》ridacchió.
《Già. Il problema è come continuarla...》 disse sfiorando la pagina con le dita.
D'un tratto percepí una strana sensazione, come un brivido lungo la schiena. Le falangi tremavano e il corpo sembrava più leggero del normale, quasi stesse per librarsi in volo.
《Dante, va tutto...》
Stava per chiedere Virgilio ma si interruppe poiché un bagliore si sprigionó dal quaderno e uno strano vento stava trascinando Dante al suo interno!
《Dante!!》spaventato lo prese per un braccio cercando di trarlo in salvo, ma invano.
Anche lui venne risucchiato prima che potesse gridare aiuto e sperare che qualcuno li sentisse.
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L'amor che move il sole e l'altre stelle ||Dantilio
Fanfiction"A l'alta fantasia qui mancò possa; ma già volgeva il mio disio e 'l velle, sì come rota ch'igualmente è mossa, l'amor che move il sole e l'altre stelle" Dante Alighieri è un giovane ragazzo di diciassette anni, ha due amici fidati, una cotta per un...