50. MTC

976 55 93
                                    

Luce

Mi sveglio, sentendo un corpo premuto al mio. Apro gli occhi e vedo che è Giachi, non sta dormendo, ha gli occhi aperti e mi sta guardando.

«Buongiorno.» Mi dice lui e subito mi ritornano alla mente i ricordi di ieri sera. Sono andata a letto, ma non riuscivo a dormire. Poi, più per miracolo che per altro, mi sono addormentata. Non so cosa sia successo, ad un certo punto ho iniziato a piangere e ho svegliato Giacomo. Che buon'anima, invece di fare finta di niente è venuto a vedere che cosa stava succedendo.

«Luce, cos'è successo?» Mi ha domandato lui. Io non riuscivo a mettermi calma e avevo il viso nascosto dai capelli. Poi lui si è avvicinato al mio letto e mi ha detto «Non voglio vedere la mia amica triste, su, dimmi cos'è che non va!» E così gli ho raccontato di Sebastian, ho parlato di lui finché non mi sono addormentata. Pensare a lui mi ha fatto sentire bene. Alla fine Giacomo è rimasto fino a questa mattina, per farmi conforto.

'Se non ci fosse lui chissà dove sarei adesso', dico dentro di me, nella speranza di trovare le forze necessarie per alzarmi.

Non so come faccio, ma le trovo. Giacomo va in camera sua per prepararsi e trovo sul letto la mia divisa. La apro e la guardo: è di color grigio scuro e non è per niente male. Non vedo l'ora di indossarla, anche perché ormai dobbiamo andare!

Facciamo colazione e saliamo in macchina, pronti per questa giornata. Finalmente ho un po' di tempo per accendere il telefono e per vedere i nuovi messaggi. Rimango sorpresa quando mi arrivano una decina di notifiche di chiamate da parte di Sebastian; vado a vedere e ci sono anche dei messaggi: Luce, sei arrivata? Tutto bene?

Merda, ieri sera mi sono dimenticata di avvisarlo. E ora che cosa faccio? Si sarà preoccupato tantissimo. Non volevo farlo stare male, mi sono solo dimenticata.

La voce di Giacomo mi riporta alla realtà «Luce, c'è qualcosa che non va?»

«Sebastian.» Sussurro io, continuano a guardare lo schermo del telefono.

«Adesso basta con quel nome, non hai fatto altro che ripeterlo per tutta la notte!» Mi ammonisce scherzosamente lui.

«No, no. Ti spiego: ieri dovevo scrivergli, appena arrivata qui, ma mi sono dimenticata. Era l'ultimo messaggio che dovevo inviargli, però mi è passato di mente. Sarà stato in pensiero per me, mi sento così stupida!» Dico io disperata.

«Calma Luce, non l'ha fatto apposta. Adesso gli telefoni e gli dici che sei arrivata, puoi rimediare con poco.»

Io lo guardo allibita e affermo «Ma sei pazzo? Telefonargli?»

«E' l'unica cosa che puoi fare per farti perdonare, poi scusami tanto, ma io credo in un comeback! Se sai cosa intendo...» Scoppio a ridere e tocco l'icona della cornetta verde, sul contatto di Sebastian. Spero tanto di non fare una cazzata.

Il telefono inizia a squillare: una volta, due, tre, quattro... sei... dieci.

Avanti Sebastian, rispondi. Ora sono io quella ad essere preoccupata.

Non demordo e aspetto un altro po'. All'improvviso il telefono smette di suonare, poi c'è solo il silenzio e dò già la chiamata per persa. Invece si sentono dei rumori confusi «Luce, grazie a Dio stai bene.» Dice Sebastian, ancora prima che io dica qualcosa.

«Ti ho svegliato?» Chiedo preoccupata io.

«Sì, ma non preoccuparti.» Mi tranquillizza lui.

Vorrei raccontargli del mio viaggio e di tutto quello che mi è successo di ieri sera, ma non posso, perché le cose tra di noi sono cambiate.

Luce || Sebastian VettelDove le storie prendono vita. Scoprilo ora