53. «E' reale!»

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Sebastian

La settimana è trascorsa lentamente, ma ho cercato di occupare tutti i momenti con l'esercizio fisico. Di sera rimanevo in palestra fino a tardi, mentre di giorno andavo a correre, camminare, fino a non sentirmi quasi più le gambe.

Questo era l'unico rimedio per cercare di non pensare a Luce, anche se non è servito a un gran ché. Per quanto mi sforzassi di tenere alto il volume della musica, di fare fatica fino a quando, stremato, non mi coricavo sul pavimento della mia stanza; il suo viso rimaneva sempre nella mia mente. Più cercavo di spingerlo lontano, via dai miei ricordi, e più tornava. Alla fine ci ho rinunciato e ho cambiato strategia.

Questa sera almeno ci sarà la cena della FIA; il luogo non è molto lontano da qui, soltanto venti minuti di macchina. Ci sarà anche Kimi, con sua moglie, più ovviamente tutti gli altri piloti. Sono quasi pronto, ancora una sistemata all'abito e una spazzolata di capelli allo specchio. Bene, ora posso andare.

Ho voglia di usare la mia F40, ma partirò con un po' di anticipo, perché dovrò andare a prendere la mia accompagnatrice.

Chiudo la casa e prendo le chiavi della mia Ferrari, poi scendo in garage, faccio manovra, aspetto che si richiuda il portone ed esco dal cancello

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Chiudo la casa e prendo le chiavi della mia Ferrari, poi scendo in garage, faccio manovra, aspetto che si richiuda il portone ed esco dal cancello. Sono teso. Spero che non abbia fatto un errore, in fondo volevo soltanto chiamare qualcuno a farmi compagnia per la serata.

«Come sei elegante!» Mi dice Hanna, mentre apre la portiera e sale in macchina.

«Grazie, anche tu lo sei. Dopotutto, la FIA ha alti standard, di certo non potevo presentarmi là in polo e pantaloncini corti.» Lei sorride e chiude la portiera.

Prima di partire però, le chiedo, ancora una volta «Sei sicura che il tuo fidanzato ti lasci venire con me? Non vorrei che si creassero dei problemi.»

«Tranquillo, ne abbiamo parlato al telefono; attualmente è in Cina per lavoro. E' sempre molto impegnato, spero solo che quando nasca il bambino sia a casa per aiutarmi.» Lo spero anche io, sarebbe da egoisti pensare solo al lavoro in una situazione del genere.

Segue un momento di silenzio, poi Hanna mi fa la domanda, che tanto avrei avuto non mi facesse «Scusa se tiro fuori questo argomento, ma immagino che tu e la tua ragazza vi siate lasciati. Altrimenti avresti chiesto a lei di accompagnarti, non è così?»

Per la tensione, stringo entrambe le mani sul volante e la guardo in faccia per un secondo «Sì, hai ragione. Ma preferirei tenere questa questione per noi due.» Lei annuisce, ma se anche avesse qualcosa da ridire, continuerei con la stessa opinione. Quello che è successo riguarda soltanto me e Luce, non voglio che qualcun altro ci si metta in mezzo.


Quando arriviamo, mi sembra quasi di rivivere il nostro ballo scolastico nel quinto anno delle superiori. Tutti ci guardano, probabilmente sorpresi e stupiti; la notizia di me ed Hanna, quando ci siamo lasciati, è arrivata anche nel mondo della Formula Uno.

Luce || Sebastian VettelWhere stories live. Discover now