3.🌹

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"E così hai 16 anni" mi prende in giro Kyle. Sbuffo.

"È un problema per te?" chiedo scontrosa.

"Beh, considerato il fatto ieri sera ti ho dato un drink alcolico e ora ti sto per fare un tatuaggio senza il consenso dei tuoi genitori...beh si, sarebbe un problema bello grosso se si scoprisse"

"Non è colpa mia se non mi hai chiesto la carta d'identità prima di darmi da bere" dico con tono ovvio.

"Touchè" ammette divertito e mi scappa un sorriso. "Allora, cosa vuoi che ti tatui?" chiede sedendosi alla scrivania e prendendo una matita e un foglio.

Ci rifletto un po' su. "Una frase...live with no regrets" dico alla fine avvicinandomi a lui.

"Hai preferenze di caratteri o colori?" chiede iniziando a scarabocchiare qualcosa.

"Per il carattere no, mostrami qualcosa tu, e lo voglio nero" spiego.

Qualche minuto dopo mi fa vedere la frase che gli ho detto scritta accuratamente con tre caratteri diversi.

"Questi sono i tre che preferisco, ti piacciono?"

"Preferisco questi due" dico indicandoglieli.

"Pensaci un po' e mi dici quale vuoi tatuare...ricorda, un tatuaggio è per sempre" dice alzandosi e uscendo dalla stanza.

Ci rifletto un po' e poi decido il carattere che mi piace di più.

Qualche minuto dopo rientra nello studio.

"Hai deciso?" annuisco e gli indico quale voglio. Inizia a preparare l'inchiostro e io mi tolgo la maglia approfittando del fatto che mi da le spalle.

Quando si volta sgrana gli occhi. "Che fai?" chiede fissando il mio reggiseno bianco.

"Lo voglio qui" gli indico un punto poco più giù del seno. Annuisce e mi indica il lettino.

Mi stendo e inizia il suo lavoro. Si siede di nuovo alla scrivania intento a disegnare il tatuaggio alla perfezione. Appena finisce me lo mostra e, dopo avergli fatto modificare qualche dettaglio, si avvicina al mobile accanto alla scrivania e mette dei guanti in lattice. Pulisce la parte del mio corpo che disegnerà e io mi sento estremamente in imbarazzo dato che ogni tanto sfiora il mio reggiseno.

"Come mai hai scelto proprio questa frase? Hai dei rimpianti?" chiede mentre trasferisce il disegno preparatorio sulla mia pelle.

"Chi non li ha?" sussurro guardando un punto nel vuoto.

"A 16 anni non si hanno rimpianti" ribatte convinto.

"E chi lo ha stabilito?" alzo le sopracciglia.

"A 16 anni non hai vissuto una vita intera" spiega.

"Non importa quanto vivi, importa come vivi" dico sicura di me stessa.

"La pensiamo in modo diverso" alza le spalle.

"Ottuso" mormoro in italiano. Lui inizia a tatuare e io sgrano gli occhi. Dio che dolore. Mi irrigidisco.

"Sta tranquilla, cerca di rilassarti o sentirai più dolore" mi consiglia e cerco di rilassarmi.

"Quanto ci vorrà prima che questa tortura finisca?" chiedo quasi con le lacrime agli occhi. Mi impongo di non piangere. Ho voluto questo tatuaggio, questo vuol dire che devo sopportare il dolore per averlo.

"Credo che in mezz'ora abbiamo finito" mormora concentrato sul suo lavoro.

Sento la suoneria del mio cellulare appoggiato sul lettino accanto a me e appena leggo il nome sorrido e rispondo.

Come inchiostro sulla pelleWhere stories live. Discover now