4. Camila

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Dopo aver superato le pattuglie dei militari senza farci vedere, io, Chris, Normani ed Ally entrammo in quello che doveva essere un parcheggio sotterraneo, controllato da alcuni del gruppo della bassina. Ally ci mostrò le armi, che si trovavano in delle casse di legno coperte da dei teloni, cancellando ogni dubbio che avevamo su di lei. Poi ci dirigemmo verso una palazzina, usando una scala per andare all'ultimo piano.

«Mi serve che portiate una cosa fuori città» disse la donna ferita, mentre stavamo salendo.

«Cioè?» le chiese Chris quando Ally aprì la porta esterna, facendo passare prima noi e controllando nel frattempo se c'era qualcuno.

Entrammo in un appartamento in stile industriale, moderno, discordante con il vecchio e vissuto palazzo.

«Lei.»

«Oh Dio, Ally! Sei ferita» mormorò allarmata una ragazza, andando incontro alla bassina con evidente preoccupazione.

Per un attimo smisero tutti di parlare. I miei occhi si concentrarono solo su di lei, ammirandola con attenzione.
La sua pelle era olivastra, le sue labbra carnose, i suoi occhi grandi ed espressivi, scuri..I suoi lineamenti erano spigolosi, ma, nonostante ciò, a me davano l'impressione di essere delicati, come lei e il suo viso d'angelo.
Poi scrutai il suo corpo, le curve al punto giusto, gambe magre, pancia piatta..Perfetta. Da dove veniva fuori? Ero certa che non avesse mai percorso le mie stesse strade perché l'avrei sicuramente notata. Lei, a parer mio, era quel tipo di sconosciuto con cui incrociavi lo sguardo per secondi infiniti. E poi, quando tornavi a casa, ritornava e ti girava per la testa, mentre i vostri occhi si incontravano ancora e ancora nei tuoi sogni. Quindi, ne ero sicura, lei non era mai stata a Boston.
Sembrava avere venti anni, anche di meno, forse diciotto.

Rivolsi di nuovo lo sguardo verso il suo e notai che le sue labbra si muovevano. Così mi riscossi e sentii di nuovo il mondo che mi circondava, che ci circondava. Possibile che fossi così presa da quella nuova figura da non aver sentito suoni e rumori?

«Camila, te l'ho detto: sto bene, okay? Tranquilla..» la rassicurò Ally, accarezzandole il braccio con tenerezza.

Camila..

«Devi farti curare, è una brutta ferita» borbottò lei, facendo un piccolo broncio.

«Dopo, adesso ho ospiti, non vedi?», sembrò riprenderla e Camila alzò gli occhi al cielo, annoiata, portando finalmente lo sguardo su di noi.

Passò velocemente gli occhi marroni, quasi neri, su Normani e mio fratello. Rivolgendo più attenzione alle loro armi che ai loro visi.
Poi guardò me. Mi fissò, forse per troppo tempo, come avevo fatto io con lei poco prima. Arrossì furiosamente quando si accorse del mio sopracciglio alzato e del sorriso accennato che avevo sulle labbra.

«Uhm, quindi..Dovremmo portarla fuori città?» chiese Chris, tossendo, per portare l'attenzione su di sè.

Ally annuì, sorridendo cortesemente.

«Perché?» domandai secca, facendo abbassare lo sguardo all'evidente più piccola dei presenti.

«Importa?»

«No, non importa, vero Lauren?» le rispose Normani, mettendo un braccio attorno alle mie spalle con un finto sorriso amichevole.

«Ti aiuteremo Ally, ma dopo ci darai la nostra roba» continuò, ignorando l'insistenza del mio sguardo, porgendole la mano.

«Certo, avrete ciò che vi spetta» assicurò la biondina, afferrandole la mano e stringendola con decisione.

«Ally..Pensavo mi portassi tu con gli altri» sussurrò Camila alla donna, che la prese in disparte.

Si allontanarono, iniziando a parlare. Camila d'un tratto sembrò innervosirsi e prese a discutere con più fervore, guardandoci di tanto in tanto mentre parlavano tra di loro.

«Okay» disse infine, abbracciandola e aprendo un armadio, frugando al suo interno velocemente.

«Ci vediamo lì..Ti voglio bene.»

Mentre Chris si faceva spiegare come arrivare alla base delle Luci, dove avremmo dovuto scortare la ragazzina, da Ally, e Camila preparava uno zaino di jeans di medie dimensioni, io colsi l'occasione per parlare con Normani.

«Che diavolo ti salta in mente, mh? Portare una ragazzina fuori città, per cosa?» le domandai, abbassando il tono della voce per non farmi sentire dagli altri.

«Per le nostre fottute armi, Lauren. Ed Ally dice che ci darà tutto ciò che vogliamo, in più voglio sapere perché Camila sembra così importante per loro» mi spiegò con calma, appoggiando una mano sulla mia spalla e accarezzandola amichevolmente.

«Va bene?» mi chiese e io annuii dopo aver sbuffato, baciandole la fronte.

«Finché nessuno si fa male è più che okay.»

Accompagnammo Ally in un altro palazzo, dove vivevano altri membri delle Luci, dato che stava perdendo troppo sangue.

«Bene..Logan si occuperà di me, tu va da quei due scemi dei tuoi amici, vi aiuteranno nel tragitto» disse, stendendosi sul divano dell'appartamento di Logan.
Il ragazzo era il medico del gruppo, dalla tranquillità della bionda capii fosse molto competente.

«Chi sarebbero questi due?» domandai con diffidenza, sulla soglia dell'entrata.

«Sono dei miei, tranquilla, vi accompagneranno. Così avrete un paio di uomini in più se dovesse succedere qualcosa» mi rispose la bassina, mentre Logan prendeva tutto il necessario per medicare la parte lesionata.

Stava mentendo, voleva solo che qualcuno ci tenesse d'occhio, così se non avessimo portato a termine l'incarico ci avrebbero fatti fuori. Ma finsi di aver abboccato e annuii verso la sua direzione.

«Bhè, allora..Non morire» le dissi, uscendo velocemente dalla stanza.

«Lei non lo farà, è una dura», sentii alle mie spalle.

Mi girai e c'era Camila che si mordeva l'interno guancia con imbarazzo, anche se il suo sguardo diceva che era sicura della sua affermazione. Sorrisi leggermente, trattenendo una risatina ironica.

«Oh, ci scommetto.»

I due ragazzi si chiamavano: Dinah Jane e Noah Centineo. La prima era una donna di ventotto anni, aveva la carnagione abbronzata, i capelli lunghi: di un colore biondo miele scuro, i suoi occhi erano marroni, il suo fisico alto e in forma. Il secondo era un uomo di circa trentadue anni, aveva: la barba e i capelli marroni, gli occhi scuri e amichevoli, il fisico palestrato, la carnagione leggermente abbronzata, ed era alto come Chris. Quindi mio fratello e Noah erano i più alti, poi venivamo io, Normani, Dinah e Camila.
Parlando di quest'ultima...Il suo cognome era Cabello ed era nata a Cuba, l'avevo scoperto grazie alla conversazione che stava avendo con Dinah, che a quanto pare era la sua migliore amica. Chris e Noah ci facevano strada, chiacchierando di tanto in tanto, mentre Normani era al mio fianco.

«Dinah, smettila di dire stupidaggini!»

La voce squillante di Camila mi fece sorridere e mi girai verso le due amiche, trovandole con gli occhi già puntati su di me. La più piccola fece subito finta di nulla, mormorando alla ragazza accanto a lei con un certo nervosismo: «Sei un'idiota!»
Dinah si portò una mano davanti alla bocca, non vidi altro dato che mi girai per guardare la strada davanti a me.
Sentii di nuovo la risata di Camila e, automaticamente, le mie labbra si incurvarono al sentire quel suono così puro e innocente.

«Oh, Jauregui, questa me la spieghi» mi disse Normani con un luccichio di furbizia negli occhi, a contrasto con il sorriso felice che le contornava il viso.

«Zitta, Kordei, credi che non mi sia accorta della cotta che hai per mio fratello?» le domandai sarcasticamente, facendole spalancare gli occhi.

«Fottuta troia!»

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