Capitolo 18

4.2K 107 2
                                    

Certo che era strano che il giorno dei colloqui fosse già arrivato. Perchè il tempo è passato così velocemente? Poi a che servono i colloqui agli studenti che vanno bene? Quindi io e mia madre potevamo anche evitare di andare oggi pomeriggio e restare a casa.
Battevo per il nervosismo la punta della penna sul banco, e non perchè la professoressa di storia incuteva terrore, ma perchè oggi pomeriggio mia madre e Stefano si sarebbero incontrati.
Ero nervosa per questo, anche se mia madre credeva fosse solo il mio professore di letteratura (il che era così, ma tecnicamente.. Ah, che storia complicata) però ero anche impaziente di sentire Stefano parlare di me, anche se solo come studentessa.
Di solito i miei colloqui duravano sempre poco, era più l'attesa che la conversazione: tutte duravano meno di due minuti e forse il mio tempo con Stefano sarebbe stato altrettanto breve.
No, basta, non dovevo pensarsi altrimenti non avrei resistito fino a oggi pomeriggio; provai a concentrarmi sull'interrogazione penosa di Stella che provava ad arrampicarsi sugli specchi, ma la mia mente non ne voleva proprio sapere.
La seconda ora di quel giorno finì dopo pochi minuti con un'insufficienza per Stella, ma subito dopo entrò in classe la Friuli che aveva portato i compiti di matematica fatti l'altro giorno.
La sua espressione non era delle migliori e questo mi preoccupava perchè voleva dire che i compiti non erano andati bene "Le verifiche potevano andare meglio" commentò secca "Alcuni di voi non meritavano nemmeno 2, ma siccome non sono cattiva ho alzato fino a 4 per la vostra media"
Io e Teresa ci guardammo spaventate, anche se entrambe eravamo abbastanza brave in matematica perciò forse non era il nostro caso.
A turno ci alzammo per prendere i compiti, la classe era caduta in un lugubre silenzio; oggi pomeriggio ci sarebbero stati i colloqui e prendere un'insufficienza oggi non era nei piani, sarebbe stato meglio domani.
Mi alzai non appena sentii il mio nome e afferrai il foglio senza guardarlo e andandomi a sedere silenziosamente.
"Allora?!" mi sussurrò Teresa, che aveva preso un bell'8 e che non doveva affatto preoccuparsi.
Provai a girare la pagina per vedere il voto ma non ce la feci "Sento che è un 4, per favore vedilo tu per me"
"Quanto sei paranoica" con molta forza prese il mio foglio e lo girò vedendo un voto "Elena.."
"È 4, vero?"
"Che cretina che sei!"
"Teresa!" presi il mio compito e vidi un 8 bello grande scritto con la penna rossa, mi venne da ridere "E io che pensavo fosse un'insufficienza"
"Eh, fai così ogni volta che facciamo un compito, poi prendi un voto alto e vorrei solo ucciderti"
"Non lo faccio apposta" sorrisi innocentemente e poi ci demmo il pugno sotto il banco.
Io e Teresa potevamo stare tranquille ora, ma non potevamo dire lo stesso di altri nostri compagni di classe che dopo i colloqui avrebbero ricevuto una bella sgridata dai propri genitori.
Passammo il resto dell'ora a correggere gli esercizi della verifica che molti non erano riusciti a fare e poi suonò la campanella della ricreazione e uscimmo fuori in corridoio per mangiare.
"Sicuramente oggi pomeriggio sarà una passeggiata" disse Teresa mentre addentava il suo panino.
"Per te forse" commentai.
"Ma tu mica vai ma.." mi guardò realizzando solo dopo "Ah, per Ferrari"
"Abbassa la voce!"
"Mica sto dicendo chissà che cosa, quella frase non può essere interpretata male!"
"Si, certo.. Comunque sono nervosa"
"Tranquilla, non pensare che succeda chissà che cosa"
Il suo realismo era la cosa che mi piaceva di più di lei "Hai ragione, però non so.. sentire lui che parla di me dicendo spero cose belle.."
"Da quando sei diventata così egocentrica?" sorrise beffarda.
Alzai gli occhi al cielo "Non perchè voglio sentir parlare di me, ma perchè è lui e voglio sapere cosa pensa di me e.."
"Come studentessa"
"È pur qualcosa, Teresa!"
"Okay ma calmati" buttò la carta stagnola in un cestino.
"Lo so, sono insopportabile quando sono nervosa"
"No, tesoro. Lo sei sempre"
"Ti voglio bene anche io" le dissi mentre rientravamo in classe.
Fece un sorriso di scherno e poi si sedette accanto a me.
Mentre aspettavamo che arrivasse Stefano iniziai a ripetere un po' di argomenti dal libro, forse mi sarei fatta interrogare oggi così non avrei dovuto pensarci dopo.
Più ripetevo e più pensavo che fosse inutile, ma dovevo in qualche modo mantenere la mente impegnata mentre aspettavo che arrivasse colui che mi avrebbe interrogata.
"Ti offri volontaria?" sentii la voce di Davide e annuii senza alzare lo sguardo dal libro.
"Grazie! Sei la mia salvezza!" mi diede un veloce bacio sulla guancia e un abbraccio.
"Certe effusioni fuori da scuola, Davide" ma tra tutti i momenti in cui poteva arrivare, proprio quello? Secondo me si era appostato per decidere quale momento sarebbe stato più imbarazzante per entrare; Davide mi lanciò un altro sguardo di ringraziamento e poi tornò al proprio banco accanto a Roberto.
"Buongiorno ragazzi, è inutile dire che oggi ci sono i vostri colloqui, pertanto è altrettanto inutile dirvi di non fare niente di stupido oggi" ci guardò tutti "Anche se credo sia inevitabile"
Tutti risero eccetto Daniele e me, il primo perchè non ci trovava niente di divertente nel comportarsi stupidamente e la sottoscritta perchè aveva il nervosismo alle stelle.
Stavo anche ripensando al fatto di offrirmi all'interrogazione, ma la mia mano scattò in alto da sola alla domanda "Ci sono volontari"
Stefano mi sorrise "Sei tu la vittima sacrificale, oggi?"
"A quanto pare" dissi con tutta la finta calma del mondo.
Iniziò a farmi domande semplici, forse perchè aveva notato il mio nervosismo ma sicuramente pensava che fosse per l'interrogazione, non perchè quello era il suo effetto su di me in certe situazioni.
Mentre parlavo a volte mi giravo verso Teresa che mi sorrideva facendomi un pollice in su per dirmi che stavo andando bene e di stare tranquilla. Mi interruppe un paio di volte per chiedere una spiegazione più specifica per certi argomenti ma per il resto andò tutto bene e finii in circa dieci minuti.
Una cosa notai fu quella che raramente durante il corso dell'interrogazione mi aveva guardata forse solo una o due volte e durante questi attimi quando i suoi occhi incrociavano i miei, vedevo così tanta dolcezza, poi però abbassava sempre lo sguardo.
Non volli dare a questo molta importanza e aspettai che lui parlasse "Sei andata bene, complimenti. Ora puoi tornare al tuo posto"
Mi andai a sedere, curiosa di sapere il mio voto, ma non me lo disse e mi annotai mentalmente di andare a controllare dopo sul registro elettronico.
Il nervosismo era in parte andato via, ma la parte difficile sarebbe arrivata tra poche ore.

Amore ProibitoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora