Capitolo 23

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Marzo era arrivato e con lui anche la primavera, la stagione delle allergie, dei pollini e delle api che tornavano a pungere le persone. Ma comunque era bello vedere il verde di nuovo, con tutti i colori dei fiori e i loro profumi. Ovviamente ciò non influiva sulla mia vita, la routine era sempre la stessa : scuola, casa e il sabato sera se non si era distrutti si usciva. Milano era ancora in ballo e tra me e Stefano non era cambiato niente; l'unica cosa cambiata era la stagione. Tra poche settimane saremmo partiti per la gita finalmente, era il momento più atteso di tutto l'anno e io stessa stavo contando i giorni che mancavano.
"Ciao!" mi salutò Roberto entrando in classe "Ascolta, hai fatto quel sistema di disequazioni? Quello che avevamo per oggi"
"Si, perchè?" intuii la sua risposta, ma volli chiedere per educazione.
"Potresti farmelo copiare? Per favore!"
Feci un piccolo sbuffo "Okay, ma non ci sarà una seconda volta"
"Grazie!" mi sorrise e afferrò il mio quaderno e si mise a scrivere prima che arrivasse in classe la Friuli.
Oggi avremmo fatto assemblea di classe, chiedendo in prestito l'ora di storia e di Stefano, e avremmo dovuto fare solo matematica.
Non ero sicura di cosa dovessimo parlare, credevo fosse più un modo per perdere un po' di tempo; Roberto mi restituì il quaderno e poi iniziarono ad arrivare anche gli altri tutti allegri, sapendo che oggi avrebbero fatto solo la metà del loro dovere in quanto studenti. Stella era la più felice di tutti, sicuramente avrebbe parlato di problemi stupidi, come il fatto che la nostra classe non fosse vicina alle quinte. C'erano ovviamente problemi più seri di cui parlare, ma nessuno avrebbe aperto il discorso perchè la verità è che ci concentriamo sui problemi minori per evitare quelli maggiori.

Due ore dopo

"Okay ragazzi, ora può iniziare la vostra assemblea, però non fate troppo rumore" detto questo la professoressa di storia si sedette alla cattedra.
Tutti noi ci fissammo per vedere chi avrebbe iniziato a parlare, chi avrebbe dato inizio ad una discussione e di certo non sarei stata io. Non ero il tipo da iniziare discussioni se non ero abbastanza motivata e in quel momento io stavo bene così.
"Io non so di che parlare" disse Cristian "Fate voi"
Molto profondo.
"Secondo me dovremmo cambiare classe, questa o è troppo fredda o è troppo calda" Daniele si lamentava sempre della temperatura, come se noi potessimo fare qualcosa.
"Forse l'anno prossimo, ma quest'anno non possiamo fare niente" Ludovica abbatté la sua proposta prima che potesse crescere "E comunque io non capisco il motivo di questa assemblea, l'abbiamo anche iniziata con mezz'ora di ritardo"
"Vogliamo parlare di Ferrari?" Stella e il suo sorrisetto malizioso mi davano sui nervi "Insomma.. avete capito di cosa parlo"
"Stella, non credi sia inappropriato parlarne in questo momento?" dissi infastidita "Siamo qui per parlare dei nostri problemi, non di quanto sia carino un professore" abbassai la voce per non farmi sentire dalla prof di storia.
"Ammetti che almeno una volta hai pensato che fosse carino!" continuò a insistere lei.
La ignorai totalmente, anche perchè non ero una gran bugiarda, e cambiai discorso "Piuttosto, secondo me l'orario scolastico che hanno fatto quest'anno è troppo pensante, insomma, l'abbiamo cambiato tre volte fino a dicembre, e ogni volta è peggiorato"
"Sono d'accordo!" mi appoggiò Teresa "Fisica all'ultima ora? Scherziamo?"
La campanella che segnava l'inizio dell'ultima ora suonò e arrivò Stefano mentre noi continuavamo a discutere sull'orario "Si ma non possiamo fare niente noi!" diceva Davide "Non dipende da noi, ma dai professori"
"Buongiorno ragazzi" ci salutò Stefano "Continuate pure"
Lo salutammo in un coro scoordinato, poi Stella parlò "Io metterei educazione fisica il sabato alle prime due ore"
Roberto alzò gli occhi al cielo "Si, perchè la classe del tuo vecchio ragazzo ha sempre la porta aperta in quel momento.."
"Lui non centra!" provò a giustificarsi "Insomma.. Ah! Lasciate perdere, parliamo dei compiti, piuttosto! Sono troppi! Non riesco a farli tutti ed è stressante"
Teresa la guardò storta "Se magari iniziassi i compiti ad un orario decente invece di iniziarli alle nove di sera, sono sicura che non sarebbe stressante"
"Parla per te, secchiona" ribatté lei.
"Ehi!" scattai io "Non chiamarla secchiona!" nessuno poteva insultare la mia migliore amica.
"Ma ho detto la verità" disse Stella di rimando "Non esce nemmeno tanto!"
"Preferisco avere un cervello, in confronto a te!" Teresa la guardò soddisfatta della sua risposta.
"Almeno io ho una vita sociale rispettabile!" all'inizio dell'anno Stella sembrava migliorata in simpatia, ma aveva ancora dei momenti in cui la sua cattiveria schizzava alle stelle.
"Ma per favore!" le risposi alzando un po' troppo la voce "Almeno nessuno parla alle spalle di Teresa! E ci credo che dicono certe cose su di te, per come tratti gli altri!" forse questo non avrei dovuto dirlo, ma non riuscivo più a trattenermi "E se ti senti insoddisfatta della tua vita, non criticare quella degli altri!" mi ero liberata, però forse avevo riversato su Stella troppe emozioni negative che covavo da tempo, non solo nei suoi confronti, però.
"Elena" sentii la voce fredda di Stefano che mi chiamata "Vieni fuori con me" si alzò e si avvicinò alla porta aspettando che uscissi prima io di lui. Ero nei guai.
Cercando di sembrare sicura di me uscii fuori dalla classe, pronta ad essere rimproverata, in effetti ero andata un po' oltre, ma se lo era meritato.
"Quello che hai detto era davvero, davvero cattivo" chiuse la porta alle sue spalle e il suo sguardo si fece duro "Ho dovuto alzare lo sguardo per accettarmi che fossi tu a parlare!"
"Scusa" mantenni il contatto visivo "Ma se l'è meritato! Tratta sempre gli altri come se fossero inferiori e.."
"E tu ti devi abbassare al suo livello?" non aveva tutti i torti "Elena, la cosa che le avrebbe dato più fastidio sarebbe stata la vostra indifferenza alle sue sollecitazioni. Rispondendole hai ottenuto quello che lei voleva" sospirò "E se tu pensi che vedere la sua espressione dopo averle detto quelle cose sia appagante, allora sei come lei"
Ora mi sentivo tremendamente in colpa, ma non distolsi il mio sguardo dal suo "Forse ho reagito in modo eccessivo.."
"Forse?"
"Va bene, ho capito. Mi scuso e non ricapiterà, posso andare ora?"
Mi guardò con uno sguardo severo, poi sospirò "Certo, vai pure"
Dopo un ultimo sguardo ritornai in classe cercando di avere un espressione calma e non per niente turbata.
La vera domanda era : ero turbata per via del rimprovero o perchè a sgridarmi era stato Stefano?
Ma in realtà conoscevo già la risposta.

Amore ProibitoWhere stories live. Discover now