Capitolo 1

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Note dell'autore Miss_McCall :

1° l’errore del mangiamorte, quando lancia l’incantesimo contro Draco (l’Oblivion), è dovuto, nella mia testa, alla confusione generale della guerra, portando così l’uomo a sbagliare inconsciamente.
 
2° Ho portato Draco all’età di 4 anni, per dargli una seconda possibilità, perché, a parere mio, i bambini a questa età assimilano cosa è giusto e cosa è sbagliato in modo permanente…
 

1 Capitolo

 

-Signor Potter, forse è meglio se entra da solo… per qualsiasi cosa Madama Chips verrà subito da voi. –disse il primario, indicando con una mano la medimaga seduta nella sala delle infermiere – Cerchi di stare tranquillo, dopotutto è solo un bambino spaventato. –disse notando il nervosismo farsi spazio sul viso del moro.
-Ci proverò Signore. –rispose Harry, aprendo la porta ed entrando.

La stanza era molto colorata, adatta ad un bambino, le pareti erano di un azzurro cielo, sul soffitto vi erano delle vaporose nuvole bianche, che si muovevano in varie direzioni, simulando un cielo reale.
Sulle pareti vi era disegnato un enorme prato con tanti fiori colorati, che mossi da un vento immaginario, ondeggiavano in varie direzioni.
Al centro della stanza primeggiava un lettino asettico, circondato da sbarre di acciaio, per evitare al bambino di cadere qualora si fosse mosso troppo.
Draco era sdraiato al centro, gli occhi rossi di pianto stonavano con la bellissima pelle chiara del bambino.

-Ciao Draco, come stai? –chiese Harry vedendo, per la prima volta, la sua nemesi bambino.
Il bambino, sentendo una voce a lui sconosciuta, si girò incatenando i suoi bellissimi occhi chiari con quelli verdi del moro, intimorito.
-Ehi piccolo non ti voglio fare niente, voglio solo sapere come ti senti. –continuò Harry notando il labbro inferiore del bambino tremare.

-Chi…chi sei? –chiese titubante il bambino, ignorando la domanda.
 
 –Mi chiamo Harry Potter, tu ti chiami Draco giusto? –chiese Harry cercando di intavolare un discorso, semplice, col bambino.
Draco fece un cenno affermativo con la testa.
 
 –Voglio la mia mamma e il mio papà, tu sai dove sono? Perché non sono venuti? –chiese riprendendo a singhiozzare il pargolo, tentando di nascondere il viso, sul cuscino, da Harry.

“Ecco! Ora come lo spiego ad un bambino piccolo che i suoi genitori sono morti per salvarlo e che io mi prenderò cura di lui?” si chiese Harry mentalmente, sedendosi sulla sedia di fianco al letto.

-Pecche non rippondi? –chiese Draco, tirandogli la manica della maglia, per attirare l’attenzione del ragazzo.
 
 –Scusami piccolo hai ragione… vedi la tua mamma e il tuo papà non possono venire… -cercò di spiegare il moro, cercando di trovare parole più facili e meno dirette.

-Pecche, papà è a lavolo? –chiese innocentemente Draco, fissando il ragazzo.
 
 –No Draco, vedi c’è stata una brutta guerra, un signore molto cattivo ha tentato di farti del male e la tua mamma e il tuo papà ti hanno protetto con la loro vita. –cercò di spiegare il moro sfiorando la mano pallida del piccolo di fronte a lui, che con uno sguardo assorto, assimilava tutte quelle informazioni troppo grandi per lui.

-Allora sono qui pule loro… in un’atra tanza, vero? –chiese con occhi brillanti il bambino, sicuro di aver indovinato.

-No Draco, loro non sono qui, vedi piccolo loro non verranno più, l’uomo cattivo li ha portati via con lui, mi dispiace tanto. –disse incupendosi il ragazzo, preoccupandosi per l’immediata immobilità del bambino.
Senza pensarci due volte si alzò dalla sedia, chiamando l’infermiera, che avendo ascoltato tutto il discorso, entrò di corsa avvicinandosi al lettino e togliendo le sbarre con un colpo di bacchetta.

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