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Il suono familiare delle onde, l'asfalto che scivola sotto le mie scarpe, una mano calda che tiene la mia e un gelato fresco nell'altra. Non potrei desiderare di meglio.  Niente potrebbe rovinarmi questa giornata.

Rivolgo lo sguardo verso qualcosa che per me non esiste, comincio a mordere il cornetto che si cela sotto il ghiaccio e dico: " C'hai mai pensato? "

"A cosa? " dice la voce maschile affianco a me.

"Io sono... " ho quasi un tono ironico "una ragazza con un oscuro passato, a causa del quale dovrà passare un futuro ancora più buio"

Rimaniamo per un attimo in silenzio. Anche dopo aver detto questa frase cosí... come dire oscura, ho un sorrisino strano in viso.

"Non credo sia tu quella che soffra di più, ma penso siano quelli che possano ancora vedere ciò che è cambiato, coloro che possono, ma non vorrebbero guardare ciò che non possono aggiustare" con voce pacata pronuncia questa frase fermandosi a qualche punto preciso, come per dare maggiore enfasi e stranamente questa volta non l'ho interrotto, sono semplicemente restata ad ascoltare.

Il morso della punta del cornetto smorsa questo silenzio.

"Non ho mai detto che soffra e che dovrò soffrire" continuo sistemando il cappello che prude la cute.

"Io.. " prima che potesse dire altro, viene interrotto dallo squillo del mio telefono.

Mi stacco dalla sua presa e mi fermo per fare una ricerca più approfondita nel mio zaino disordinato.  Finalmente percepisco l'aggeggio rigido e vibrante. Lo prendo.

"Mi vedi chi è?" "Tua mamma" dice lui subito. Rispondo e pongo il telefono vicino all'orecchio.

"Ehi mamma dimmi" dico con voce dolce "Stasera cosa vuoi per cena?" "Stasera sono fuori non torno per cena" si sente silenzio dall'altro capo del telefono, so che per i miei è una cosa abbastanza davvero strana che io esca.

"Fantastico! Sono felice per te. Con chi esci?" chiede l'investigatrice " Con Dylan e Faby" dico velocemente sperando che non faccia altre domande, di Fabiana le ho parlato ed è anche venuta qualche volta a casa, ma normalmente non parlo con i miei di ragazzi e cose del genere, non è da me. " Con chi?" continua "Lascia stare. Un bacio" e riattacco.

"Dicevi?" ritorno a dare attenzioni al mio ragazzo. Ma nuovamente una chiamata ostacola quel discorso. "Sempre tua mamma" mi precede Dylan.

Di nuovo? Spero non voglia chiedermi riguardo Dylan. Anzi spero non abbia chiamato subito mio padre per cercare qualcosa su di lui. Il mio dito scivola sullo schermo. "Cosa c'è ora?" dico con tono scocciato.

Niente.

"Mamma?" ripeto.

Nessuna risposta.

Immagino Dylan che mi guarda in modo strano. "le sarà partita" dice lui ad un tratto.

Sto per riattaccare quando sento una specie di brusio. Continuo ad ascoltare, aggrotto le sopracciglia come se facendolo riuscissi a sentire di più. Due voci parlano e a volte si sovrastano. Chi sono? La voce di mia mamma è inconfondibile, ma sembra...preoccupata. Non riesco bene a sentire cosa dice, forse il telefono è nella borsa.

Ecco si avvicina di più una voce, maschile... quella di mio padre!

Strano. Non doveva essere a lavoro a quest'ora?

"Allison, tutto be...?" "Ssh" lo zittisco e tolgo il braccio che aveva messo nel frattempo attorno alla mia vita. Mi allontano un po' per cercare di non farmi distrarre dai rumori che mi circondano.

Blind #wattys2018Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora