Verità o menzogna?

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Sono passati due giorni.
Sono scappata senza voltarmi,sperando di poter dimenticare tutto,un giorno.
Ho bussato a casa di Mandy con il viso inondato di lacrime.
Ha aperto la porta,e senza darle il tempo,mi sono fiondata tra le sue braccia.
Mi ha stretto a sé senza dire una parola,come una bambina da rassicurare.
Lei c'è sempre per me,nonostante tutto. E la ringrazio per questo.
Mi ha fatto accomodare sul divano di casa,con una cioccolata calda,aspettando pazientemente che mi calmassi.
《Mandy scusami se non sono più la stessa..sono una pessima amica》.
Mi asciugo le lacrime sul maglione.Ma lei pronta,mi zittisce,dolcemente.
《Smettila..scusami tu.Sono stata così dura perché non ce la facevo più a vederti così..volevo reagissi.Quando vuoi,sono sempre qui,lo sai.》dice,stringendomi le mani.
Prendo un lungo respiro,e capisco che è giunto il momento di raccontarle tutto senza omettere nulla.

Parlo una buona ora,senza interruzioni,sotto il suo sguardo attento.
《Dio,Juls..è davvero assurdo...non ho parole..vieni qui》.
Mi stringe forte a sé,accarezzandomi le spalle《Troveremo una soluzione,tesoro..cosa hai intenzione di fare?》
《Mandy,non posso vivere con questo dubbio..voglio andare in fondo a questa storia,non permetterò a nessuno di infangare così il nome di mia madre》dico,serrando i pugni.
《Vuoi che venga con te?》
《No,è  una cosa che devo risolvere da sola.Posso rimanere qui questi due giorni?》
《Certo.Tuo padre sa che stiamo lavorando ad un progetto,puoi restare quanto vuoi.》
《Wow,sei proprio organizzata!》dico sorridendole.
《Avevi dubbi?Io sono fantastica!》dice,sorniona facendomi poi il solletico.
《Mi sei mancata,Mandy》
《Anche tu》.

Dopo pranzo,saliamo sopra.Apre un anta dell'armadio lanciadomi qualcosa addosso.
《ehi..》dico,sbuffando
《Tieni,mettiti comoda》
Poco dopo sono con addosso la sua tuta preferita, e questo mi fa capire quanto ci tenga alla nostra amicizia.
Si lega i capelli in una crocchia disordinata,che le sta divinamente bene,e tamburella le unghia laccate sulla scrivania color mogano.
《Cosa sappiamo di quest'uomo?》
《Si chiama Tony Peterson. É un uomo d'affari.Non so quale sia la sua professione》
《Hai idea di come sia?》
《Quando sono stata da Alex,sono riuscita a prendere una vecchia foto.Penso che riuscirei a riconoscerlo》e gliela mostro.
Dopo varie ricerche al pc,Mandy trova qualcosa.

Un articolo uscito due giorni fa: "Tony Peterson,uno degli avvocati più  influenti di New York,ha vinto l'ennesima causa giudiziaria.
Si trova ancora in sede per la chiusura dell'udienza."

《Juls,abbiamo trovato il nostro uomo.》
Scacco matto.
Prenotiamo online il biglietto per il treno, direzione New York.

Qualche ora dopo,sono sulla soglia di casa.
《Sei sicura tu non voglia che venga con te?》mi ripete per la milionesima volta Mandy.
《No tesoro,ti aggiorno,stai tranquilla》l'abbraccio forte e la saluto con un bacio in guancia.
Mezz'ora dopo sono alla stazione.
Durante il viaggio,ripeto mentalmente quello che vorrei dirgli.Ma le parole,così ordinate nella mia mente,sembrano non seguire il loro percorso nel momento in cui debbo pronunciarle.
Serro gli occhi,passando due dita all'altezza delle tempie.
Bevo un po' d'acqua, il nodo che sento alla gola,sembra non lasciarla defluire.
Respira,inspira.
Non è  il momento di farsi prendere dal panico.Calma,Giulia.

Alle 15.00 arrivo alla stazione di New York.
Wow,è  immensa.
La gente sfreccia frenetica per le vie della città.
Mi sento infinitamente piccola rispetto a questi grattacieli che sembrano toccare la volta celeste.
Prendo il bigliettino,in cui ho segnato l'indirizzo che ho trovato sull'articolo.
25th Avenue.
Dopo vari tentativi, riesco a fermare un taxi e dieci minuti dopo,nonostante il traffico,giungo a destinazione.
Gente in giacca e cravatta esce dall'enorme palazzo.
Guardo la punta dei miei stivaletti.
Forse venire in skinny jeans,maglione largo non è l'abbigliamento consono per un palazzo giudiziario.
Varco un po' vacillante l'ingresso che mi conduce ad un ampio androne.
Sul fondo un enorme scrivania da cui sbuca una testa bionda.
La segretaria,dai capelli impeccabili, mi fissa storcendo il naso da dietro gli occhiali.
《Buongiorno,desidera?》
Rizzo la schiena,con aria decisa《Salve,ho un appuntamento privato con il signor Tony Peterson》
《Non mi risulta nessun appuntamento con il dottor Peterson》risponde con professionalità.
《Le ho specificato che è  privato.Lo cerca Elisa Bellini》rispondo più risoluta possibile.
Compone un numero,la vedo mormorare qualcosa e poi riattaccare.
Dopo pochi minuti mi dice con un sorriso tirato《Piano tredicesimo,prima porta a sinistra.Il signor Peterson la attende.》

Sospiro sollevata.Mi dispiace aver usato l'identità di mamma. Ma non avevo altra scelta.
Decido di prendere l'ascensore.Ogni piano che salgo,accresce la mia ansia,e l'ascensore sembra diventare sempre più stretto.
Nono,decimo,undicesimo..bling.
Tredicesimo.
Esco fuori,inspirando più aria possibile.

Individuo una porta a sinistra,con la targhetta Peterson.
Busso una volta.
Nessuna risposta.Controllo,pensando di aver sbagliato.Le mani mi sudano per l'ansia e riprovo a bussare.
Ma al mio secondo tentativo,rimango con il pugno a mezz'aria.
La porta si spalanca.
Un uomo,alto,moro,dal viso curato e impeccabil mente in giacca e cravatta mi guarda,incredulo.
《Lei..come..Elisa?sto diventando matto?》
Mi muovo a disagio nel mio cappotto per poi, porgergli la mano con educazione.
《Piacere,Giulia Fanti.La figlia di Elisa..》
Lo vedo deglutire,e allentarsi il nodo della cravatta.Sembra stia soffocando.
Mi fa cenno di accomodarmi ma rimango in piedi.
《Sua figlia?Non ho la più pallida idea del perché tu sia qui..》
《È normale che lei sia confuso.Ho bisogno di parlarle e avere dei chiarimenti..ho conosciuto suo figlio,Alex》dico,osservando la sua reazione.
《Alex..》si porta una mano sul viso.
《Cosa sai?》dice frettolosamente.
《Più cose di quanto sa Lei..sua moglie,Anna,mi ha raccontato come sono andate le cose anni fa..》
Mi sembra di vedere Tony tremare al pensiero di mia madre,con le mani poggiate sulla scrivania.I suoi occhi ambrati si posano sui miei,verde smeraldo.
《Io amavo e amo ancora tua madre..il matrimonio con Anna,non avrei mai dovuto spingermi così oltre...》
《Doveva pensarci prima.
Fin quando riguardava solo voi, va bene..ma ha sconvolto la vita di Alex e anche la mia!come si può essere cosi irresponsabili?》dico disgustata.
《Tu?mi dispiace ma non vedo come la storia tra me e tua madre possa avere intaccato la tua,di vita..》
《Forse perché io e Alex siamo fratelli..mia madre era incinta di pochi mesi quando andò via e sposò mio padre,John》.

Tony, mi guarda incredulo,quasi non credesse alle mie orecchie.
Lo vedo fare il giro sulla scrivania,e avvicinarsi a me afferrandomi dolcemente per le spalle.
《Incinta?quella donna..è sempre stata diabolica.
Non ne sapevo nulla..ma tu, non sei mia figlia. Sei figlia di John.》risponde con sicurezza disarmante. Non vedo traccia di menzogna nei suoi occhi.
《Non è possibile,Anna ci ha parlato della lettera..mia madre le parlava di un bambino,pochi mesi dopo la vostra relazione..》

《Io sono sterile..io e Anna non abbiamo potuto avere figli.
Non potendo darle l'amore tanto desiderato,ho pensato che adottare un bambino le avrebbe dato forza per ricominciare..ha aizzato Alex contro me finora,mischiando e mutando la realtà.
Ci ha provato anche con te.
Le ricordi così tanto Elisa,ma i suoi sentimenti sono stati in qualche modo sempre malati.
Ho chiamato uno specialista quando mi sono reso conto della situazione.Mi sono dovuto allontanare per evitare di peggiorare la situazione.
Ha la sindrome di Stoccolma,prova attrazione per il suo aguzzino,ovvero io.
E non ne è ancora uscita.
Adesso teme che tu le possa portare via Alex..ha architettato questo teatrino per tenervi lontano.》

Rimango di sasso,e mi lascio cadere sulla poltrona con le mani fra i capelli.
Alex non è  mio fratello? È stato adottato?

《Alex sa tutto questo?Come può andarle bene un situazione del genere?Ma che razza di padre è!》esclamo adirata.
《Sua madre non gli ha mai voluto parlare dell'adozione..e non penso lo farà adesso che ha scoperto le carte. Se provassi a parlargli, non mi ascolterebbe.Mi detesta..e ha le sue parti di ragione.Ero troppo focalizzato nel passato,perdendomi il presente.
L'ho trattato come fosse stato un pacco regalo per Anna,lo scaricabarile delle mie colpe..Anche se sapesse che mi sono allontanato per non peggiorare le condizioni di Anna,avrebbe motivi più che validi per odiarmi.
Tua madre non ha alcuna colpa in tutto questo..Anzi,come sta?》

《Mamma non c'è  più da due anni.》lo guardo con aria seria,assottigliando le labbra.

Lo vedo sbiancare,accasciarsi sulla poltrona,le mani tremanti e gli occhi sbarrati.

《Come?》pronuncia così  flebilmente,da temere di essermelo sognato.
《Leucemia》mi alzo,pensando sia abbastanza e vado via.

Mi volto un'ultima volta prima di chiudermi la porta alle spalle.
Ho visto crollare troppa gente.
Basta un soffio di vento e il nostro castello di certezze fatto di carte,crolla.

Non sempre la verità è  quello che ci vogliamo sentire dire. Lascio quella stanza con una nuova consapevolezza e un nuovo peso sul cuore.

Cosa fare?
Lasciarlo naufragare nel mare della menzogna,nella speranza che mi dimentichi per sempre o dirgli la verità e farmi odiare ancora di più?

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