Sorelle Greene

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POV BETH

Con lui non devo farmi più programmi perché tanto non ne rispetto neanche uno; mi ritrovo ad agire d'istinto ogni volta che me lo ritrovo davanti, non pensando mai alle possibili conseguenze.

L'ho seguito in bagno e mi sembra di rivivere un preciso momento.

Non mi importa che giù ci siano tutti gli altri ad aspettarci, non mi importa che Maggie possa arrivare alla conclusione che, si io e Daryl andiamo a letto insieme, siamo andati a letto insieme; non mi importa che Jasmine possa fare delle battute, a me adesso importa di lui, di noi, di capirci qualcosa e di scoprire le carte in tavola, al diavolo che non può essere il momento e il luogo giusto!

Sono appoggiata alla porta del bagno che ho chiuso alle mie spalle dopo esserci entrata dopo di lui, lui invece mi sta torturando guardandomi attraverso lo specchio; con lui il gioco di sguardi è qualcosa da togliere il fiato, almeno io rimango senza fiato perché certe sfumature sono consapevole che le mostri solo a me e questo mi dovrebbe spaventare ma al contrario mi fa eccitare da matti questa cosa. Ma a volte bisogno usare anche le parole per non avere fraintendimenti.

"non esco da questo bagno fino a quando non parli!" non è una minaccia, solo una specie di avvertimento, io non mi arrendo!

"bene, resteremo qui a lungo allora", lui è un osso duro, questo è risaputo;

"Daryl... ad Atlanta... pensavo che noi, insomma che noi avessimo ricominciato e adesso"

"abbiamo ricominciato" quasi lo mormora, "ma a fare cosa?", si è voltato e adesso il suo sguardo non rimbalza più sullo specchio ma è proprio diretto su di me, forse era meglio prima,

"non lo so! Ma tu non puoi fare così... io non ho fatto nulla, e se ho fatto qualcosa"

"la festa" mi interrompe facendo un passo verso di me,

"la festa? La festa del diploma?", mi annuisce, "non... non capisco, cosa c'entra?"

"il vestito", sono confusa e anche parecchio, la festa? Il vestito? Scuoto la testa,

"parla Daryl! Non sto capendo!".

POV DARYL

Parlare che cosa inutile e che cosa difficile, soprattutto per me.

Non posso dirle che non sopporto che lei esca vestita in quel modo così provocante, che non sopporto che qualcun altro la possa guardare con desiderio o che non sopporto che esca senza di me; che per me sarebbe meglio che lei restasse in una campana di vetro, che lei è mia, che lei non sarà di nessun altro, che lei non avrà più vita senza di me! Lei non lo capisce che cosa mi ha fatto e neanch'io lo capisco, ma la situazione è questa e se non riesco ad accettarla io, non so come la possa accettare lei; non stiamo insieme, non siamo nulla, abbiamo solo scopato e ci siamo ritrovati a questo punto. Sono un coglione, non abbiamo solo scopato e lo so bene come lo sa bene anche lei; è da quando ci conosciamo che ci provochiamo, lei mi parla e io l'ascolto perché mi va, perché mi fa stare bene, perché io voglio esserlo il suo fottuto diario segreto vivente; lei mi ha stravolto, ha voluto sapere di me e della mia storia in tutti i modi anche a costo di restare sveglia fino alle 4 del mattino per provare a cavarmi le parole di bocca. Non doveva andare così, dovevo solo scoparmela, non esserne ossessionato.

"Daryl, ti prego", mi guarda perché si aspetta una risposta, un qualsiasi tipo di spiegazione;

"è quello che tu hai detto ad Atlanta"

"ho detto tante cose ad Atlanta"

"quello che mi hai detto a letto, su noi due"

"ahm.. io non... oh", deve aver collegato il cervello perché gli occhi si dilatano e sul suo volto appare anche un sorriso; "beh... comunque non capisco cosa centrino la festa e il vestito"; la sovrasto facendola sbattere alla porta dalla quale si era leggermente separata,

The Walking FriendsWhere stories live. Discover now