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Achille.

Sfreccio per le vie di Roma, la pistola incastrata tra il cavallo dei pantaloni e il giubotto in pelle. Sono in ritardissimo. Sono le 18.30, tra mezz'ora la ragazzina ha allenamento e devo portarla a casa di Edo a cambiarsi. Sorpasso un'auto blu ferma all'incrocio e sfreccio, mi perdo nel vento. Arrivo sotto la sua ormai vecchia casa e suono. Mi risponde la sua voce, incazzata, "sto scendendo". Sospiro, mettendomi una mano tra le treccine e ringhiando arrabbiato.
《Muoviti》mi intima, salendo sulla moto senza casco. Le porgo il mio, ma con un gesto violento della mano lo scosta. 《Ragazzina》 borbotto, mentre le infilo il casco e la osservo: ha delle piccole lentiggini sul naso, delle occhiaie nere poco visibili, gli occhi castani assottigliati, con uno sguardo incazzato, hanno le ciglia coperte di mascara nero. Mi cade l'occhio sulle sue labbra, pallide per il freddo, con qualche rimasuglio rosso di rossetto. Sembrano morbide e per un momento mi viene voglia di sfiorarle, ma poi mi riprendo e monto in sella. Cassandra si tiene al sedile di dietro, mentre dò gas e sfreccio. In meno di 15 minuti siamo sotto casa di Edo, scende di corsa, le chiavi in pugno, il portoncino del palazzo grigio e malmesso se la mangia, per poi risputarla fuori 10 minuti dopo con un paio di leggins neri attillati, delle scarpe da ginnastica rosa e gialle consunte, una felpa nera enorme, deduco di Edo, un borsone blu gigante. Ha i capelli raccolti, lo sguardo rilassato e snoda tra le mani delle cuffiette. 《Ci hai messo poco》noto, per cercare di rompere il ghiaccio e, in qualche modo, farmi perdonare per la mia mancanza. La pistola, fredda contro il mio fianco, me lo ricorda. 《Prima arrivo, più mi alleno》risponde pacata, posizionando il borsone tra i miei piedi e prendendo il casco, appeso ad uno dei manubri. Faccio un mezzo sorriso, mentre lei monta in sella. 《Guarda che se vuoi puoi tenerti a me, non ti mordo mica》ridacchio, mentre di nuovo dò gas. Mi abbraccia all'altezza del torace e faccio un mezzo sospiro di gratitudine quasi, ringraziando che non abbia messo le braccia intorno ai miei fianchi.
Questa volta, guido lento, siamo in anticipo, voglio godermi Roma al buio, senza fare corse o altri casini. 《Perché stai rallentando?》mi domanda non appena passiamo davanti al Colosseo. Non rispondo, dò un'ultima occhiata all'anfiteatro e accellero. Cassandra emette un urletto seguito da una risata, segno che non se lo aspettava, e rido con lei. 《Stronzo potevi avvisare!》urla, mentre accellero di più. Sollevo le spalle, poi rallento ancora, riconoscendo il ristorante davanti alla palestra della cugina del mio amico. Mi fermo, mentre lei scende e le porgo il borsone. Si toglie il casco e me lo ridà, mentre mi ringrazia per il passaggio. Si dirige a lunghe falcate verso la palestra, quasi volando: ci deve tenere davvero tanto. 《Cassandra!》urlo nel viale praticamente deserto, facendola voltare perplessa. 《A che ora finisci?》
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A casa di Edo ci son una ventina di persone quando esco per andare a prendere Cassandra dalla palestra, si dimezzano quando torno. Lei è distrutta, è stanca ma si rallegra che domani sia sabato e non debba andare a scuola. 《Domani studio e poi porto Elena al parco》 mi dice, mentre parliamo in moto. Sarà l'effetto delle canne che mi son fatto prima di andarmene dal "lavoro" e poi prima di venire a prenderla, ma la sua voce e la sua compagnia mi rilassano, quasi, non suonano e sembrano così irritanti come stamattina.
Mangia in fretta e poi si fa la doccia e sparisce. La osservo mentre gironzola per il corridoio, gli altri ci guardano perplessi. 《Lauro ci stai?》mi domanda un ragazzino di sì e no 15 anni, mentre carica una pistola. 《A far che scusa?》chiedo, non avendo ascoltato un cazzo e quasi scocciato dall'autorità che questo nano sta esercitando su di me. 《Rapiniamo il bancomat all'angolo adesso》ripete, passando la pistola ad un altro ragazzo di più o meno vent'anni con le pupille dilatatissime. Annuisco, prendendo la pistola dal tavolino e mettendomi a testa di quella piccola gang di mocciosi bastardi, come me.

Leggenda al quartiere/Achille LauroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora