"Buonasera fanciulle" sorrise Julia "Newt." Fece un cenno del capo per salutare il mio amico. Sorridemmo tutti quanti.
"Dylan!" Disse Newt andando incontro al moro per dargli una patta sulla spalla in segno di saluto. Mi voltai non appena sentii quel nome. Non lo lo vedevo da quella sera in spiaggia e per la prima volta non sapevo come comportarmi. Dylan salutò tutti con un cenno del capo portando poi lo sguardo su di me sorridendo. Lo osservai velocemente.
Indossava una camicia a quadri molto simile a quella che avevo io indosso, pantaloni scuri e le sue inseparabili Adidas. Sorrisi a mia volta.
"Entriamo?" Chiese Newt avviandosi verso la porta seguito da me e successivamente da Julia e Dylan. Sarebbe stata una lunga serata.
-Julia e Lea si trovavano l'una di fronte all'altra con Newt che era capotavola. Dylan si trovava di fronte a me ed io mi sentii molto a disagio ma non sapevo il motivo. Di solito non mi sentivo così con lui. Costantemente arrabbiata e accigliata, ma mai a disagio.
Quando le pizze arrivarono tutti la tagliarono in otto pezzi, prendendo in mano un pezzo dopo l'altro portandoselo alla bocca, fatta eccezione per me.
La divisi in otto pezzi ma iniziai a tagliarla a piccoli pezzi con la forchetta portandomela alla bocca con essa.
Sentii un sogghigno che mi fece alzare lo sguardo dalla pizza alla persona che avevo di fronte.
"Cosa?" Chiesi accigliata.
"Niente, niente" scosse la testa lui mordendo un altro pezzo di pizza.
"O'Brien" lo richiamai attirando nuovamente la sua attenzione.
"E va bene" iniziò a sogghignare portandosi una mano davanti alla bocca "Non siamo nell'Upper East Side, la pizza puoi benissimo mangiarla così" prese un pezzo di pizza
lentamente portandoselo vicino alla bocca finendo per dare un morso alla fetta che aveva tra le mani.Alzai un sopracciglio confusa, ma felice che il nostro rapporto cane-gatto fosse tornato. Era sicuramente meglio che sentirmi a disagio per chissà cosa e infondo questo mostrava che Dylan non sarebbe mai cambiato.
Decisi di cogliere la sua provocazione prendendo tra le mani un pezzo di pizza finendo per imitare quello che aveva fatto lui poco prima lasciandolo a bocca aperta dalla voracità con cui avevo spazzolato quella fetta di pizza. Non si aspettava che arrivassi a tanto, eppure lo avevo fatto così come avrei fatto di tutto pur di vedere quello sguardo da anima spersa sul suo viso.
1-0 per me, O'Brien.
La cena passò abbastanza velocemente tra risate, battute e racconti vari raccontati da Lea con un'enfasi tale da catapultarti all'interno delle avventure narrate.
"Ragazzi voi continuate pure, io mi avvio. Tra due giorni ho l'esame, quindi..." mi alzai in piedi mettendomi il giacchetto.
"...Quindi ci sono meno di cinque gradi la fuori e così vestita ti congelerai così non ci sarà nessun esame" continuò Newt seguito da Lea che annuí.
"....Quindi ti accompagno io" mi voltai verso Dylan inclinando leggermente la testa per inquadrarlo e lo trovai a grattarsi la nuca dopo essersi messo il giacchetto. Annuii."Qualcuno faccia santo questo uomo" Lea sentenziò indicando Dylan con entrambi gli indici della mani ridendo. Scossi la testa sorridendo avviandomi vicina a Dylan che tirò fuori dalle tasche le chiavi dell'auto.
-
Dylan aveva lo sguardo attento sulla strada e la presa salda sul volante tanto che le sue nocche divennero bianche per qualche momento. Mi trovai più e più volte ad osservarlo di sottecchi mentre si passava la lingua velocemente sulle labbra o, quando doveva cambiare marcia, rapidamente si passasse una mano tra i capelli color castagna."Hai finito di farmi la radiografia, ragazzina?"
Ancora quel fastidioso nomignolo, ancora la sua fastidiosa voce che stavolta mi beccò in flagrante a guardarlo.
"Io non stavo guardando te, Dio quanto sei egocentrico" dissi agitando le braccia mentre lui provò a soffocare una risata.
"E cosa c'era di cosa interessante alla tua sinistra da spingerti a guardarmi... cioè a guardare così attentamente?"
Avevo un tono che voleva schernirmi perchè sapeva la verità e la verità era che in quel momento io lo stavo guardando, ma non gliela diedi vinta.
"Guardavo il marciapiede perchè non ti sei fermato e non hai fatto passare i pedoni, non sai fare a guidare ecco cosa" sputai velocemente stringendo le mani sotto il mio petto. Lui annuì.
Stava sicuramente cercando un modo per prendersi nuovamente gioco di me e infatti dopo poco mi lasciò senza parole prendendo lo svincolo che portava verso Beverly Hills anzichè proseguire verso casa di Newt e Lea.
"Che stai facendo? Non è qui che dovevi.." iniziai girandomi per guardarlo mentre aveva sulle labbra un sorriso sornione. Si voltò qualche istante per guardarmi e rispondermi, prima di tornare con la vista attenta sulla strada che aveva il perimetro delineato da grandi palme."..Svoltare? Sai, sono pessimo a guidare. Non conosco bene tutte le strade, anzi sai che facciamo?" Accostò a destra slacciandosi la cintura di sicurezza con naturalezza
guardandomi con lo stesso grado sorriso stampato in faccia tipico di Dylan, il ragazzo sicuro e pieno di se che non sopportavo.Si avvicinò a me ponendo il suo viso molto vicino al mio e slacciò la mia cintura di sicurezza. "Invertiamo i ruoli" disse semplicemente con il suo solito sorriso malizioso allontanando il suo volto da me. Lo faceva sempre da quando lo avevo conosciuto e avrebbe continuato a farlo. Si avvicinava per innervosirmi, per testare il mio livello di pazienza e poi si allontanava come se desiderassi quel contatto, come se volesse che ne sentissi il bisogno.
Risi alla sua richiesta bizzarra e lui molto semplicemente scese di macchina facendo il giro del veicolo per aprire la mia portiera e farmi uscire in modo che prendessi il posto del conducente. Alzai gli occhi al cielo e mi alzai, aprii la portiera posteriore e misi dietro la borsa e il cardigan poi presi posto lanciandogli un ultimo sguardo prima di accettare la sua malsana idea.
"Dylan non mi ricordo le strade di qui, sono un labirinto e non guido da molto" sorrise con le braccia incrociate ancora sotto il petto.
"Non guidi da molto un Audi forse, anzi non credo che il tuo fidanzatino ricco ti permetta di guidarne una ma la classe A parcheggiata sotto la tua camera nello stallo riservato a Posey, beh scommetto che è tua" rise fissandomi.
Dylan non sapeva niente della rottura con Tyler, non sapeva quello che era successo quindi tirò una battuta pungente su di lui.
"E cosa ti fa credere che sia mia?" Risposi guardandolo inclinando la testa per studiarlo. Lui si avvicinò di nuovo trovandosi ad un palo da me sussurrando "L'enorme biglietto 'Ti amo Sara" può avermelo fatto intuire, sai Sherlock?"
Era vicinissimo a me e giurai di averlo visto più volte guardarmi le labbra, ma sicuramente fu solo una mia impressione.
"Adesso.." mi scompigliò i capelli per infastidirmi. "Guida la mia auto come se fosse l'unica auto sulla quale tu sia mai montata prima d'ora" rise allontanandosi per fissare la strada con la testa poggiata sul suo palmo.
Lo aveva fatto ancora, si era avvicinato per stuzzicarmi e poi si allontanò, era incostante tanto quanto il suo modo di essere così pungente e fastidioso ma allo stesso tempo così premurosamente inaspettato.
Bella macchina.
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Unexpected ||Dylan O'Brien||
Fanfiction🏅16 in #dylanobrien Sara Martin, originaria di Los Angeles, vive a New York da qualche anno. Futura ragazza in carriera fidanzata con un futuro imprenditore Dylan O'Brien, sbruffone e arrogante pieno di se vive a Los Angeles e non é in grado di ge...