SETTE

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Tony insistette affinché tutti i presenti alla vicenda passassero la notte presso la sua torre.
La proposta fu accettata all'unanimità. Avrebbero potuto discutere di quanto fosse appena accaduto e Bucky ed Alek, con il piccolo Tommy, sarebbero stati più al sicuro lì che in qualsiasi altro posto.
Per non parlare dell'entusiasmo che avrebbe avuto il bimbo al solo pensiero di condividere lo stesso tetto del proprio idolo.
Quando, nel locale di fronte all'asilo, tornarono a recuperarlo, con Sam e Wanda, fu Tony a rivolgersi al suo giovane fan, mettendosi in ginocchio di fronte a lui:

- Senti, Tommy: ti andrebbe di dormire a casa mia, per qualche notte? -

Lui spalancò prima gli occhi e poi, lentamente, la bocca, in un'espressione mista tra lo stupore e un'incontenibile gioia.

- A casa tua, Iron Man? -

- Pensa che ho una piccola armatura "inoffensiva" - ci tenne a scandire per bene quest'ultima parola, mentre spostava lo sguardo negli occhi dei due genitori perplessi, - che potrebbe calzarti a pennello! -

Il bambino afferrò le mani della madre, iniziando a saltellare,

- Mamma, hai sentito? Dormiamo con Iron Man! Ed io volerò con lui per combattere contro i cattivi! -

Bucky, inarcando un sopracciglio, fissò il miliardario. Questo se ne rese conto e si limitò a fare spallucce,

- Beh, che problema c'è? Il piccoletto ha indubbiamente più buon gusto della sua mamma. -

Si spostarono alla Stark Tower velocemente.
Non appena giunsero nel grande salone, Tony fece gli onori di casa,

- Al piano superiore ci sono delle stanze pronte. Sono già organizzate per ognuno di voi. Troverete degli abiti negli armadi, credo di vostro gradimento. Altrimenti prendetevela con Friday: è stato lui con i suoi algoritmi incrociati ai vostri dati ad improvvisarsi personal stylist. -

I presenti si guardarono stupiti ed il padrone della torre intervenne subito,

- Che c'è di strano? Mi sono organizzato per momenti del genere... Da quando lo S.H.I.E.L.D. si è sciolto, non abbiamo avuto più una sede... -

- Se lo avessi saputo prima... avevo un rifugio da raggiungere dopo ogni discussione con mia moglie e non ne avevo idea! -, imprecò Clint, lasciandosi cadere sul divano.

- Per la cronaca: io lo immaginavo -, commentò Sam, ringraziando tacitamente Stark.
Natasha incrociò le braccia sul petto, inarcando un angolo delle labbra,

- Ti preoccupi per noi, Tony? -

Lui la guardò con serietà,

- Perché, credevi forse il contrario? -

Si fissarono qualche momento e fu Steve a smorzare l'atmosfera,

- Natasha voleva innervosirti volontariamente, Tony. Conosciamo tutti il tuo impegno verso gli Avengers. E sappiamo che di fronte ad un errore hai la forza di ammetterlo. Raggiungendoci in Siberia, ce lo hai dimostrato. -

In Siberia ricordava solo lo scontro contro i due combattenti.
Mentre ascoltava e pensava, Tony passò velocemente lo sguardo sul Soldato d'Inverno. Anche verso di lui c'era un "errore" da sistemare. Ma le sue emozioni vincevano ancora incontrastate sulla propria ragione e perciò non riusciva a considerarlo per ciò che veramente era... una vittima.
Bucky, come se avesse potuto leggere nella testa del padrone di casa, abbassò lo sguardo.
Sapeva bene di non aver compiuto volontariamente l'omicidio degli Stark, come i molti altri portati a termine. Ma si sentiva comunque responsabile. E così era per ogni uccisione che aveva causato. Ricordava tutte le sue vittime. Rammentava ogni singola morte.
Ed il peso di tutto questo non era affatto indifferente da sopportare.
Alek si accorse del turbamento che lo attraversò. Avvicinò la sua mano a quella di lui, prima sfiorandola, fino poi ad afferrarla, intrecciando le proprie dita con le sue e stringendole con la giusta forza, mentre si concentrava sul suo volto.
Lui risollevò lo sguardo chiaro e limpido, spostandolo in quello verde.
Quelle due iridi smeraldine lo tranquillizzavano sempre, riportandolo al solo presente. Nel "qui ed ora".

- È tutto ok - si limitò a sussurrarle, accennando un quasi impercettibile sorriso.
Steve si spostò davanti ad entrambi,

- Scusatemi: credo sia il momento di parlare di te, Alek. Magari, inizialmente, solo con me e Tony... -

Bucky l'affiancò, spalla contro spalla,

- Io credo sia giusto parlare con tutti -

Lei annuì,

- Sono d'accordo con Bucky. Non c'è nulla da nascondere. -

Tony allargò le braccia, invitando tutti i presenti a prendere posto.

- Per onor di cronaca, quasi tutti gli Avengers assenti ci raggiungeranno nelle prossime ore. Ho ritenuto importante avvisare l'intero gruppo. -

Steve, sedendosi accanto Bucky, continuò,

- Non dobbiamo sottovalutare alcuna situazione, credo che tu abbia fatto bene. -

- Non so: è stato un attacco abbastanza deludente... non abbiamo faticato così tanto a batterli. - intervenne Natasha, - l'unico degno di nota poteva essere l'uomo al comando... -

- L'elettricista? - intervenne Clint, sprofondando ancor più nel divano e portando le braccia dietro la testa, - per giudicare completamente le vicende, dovremmo capire per chi o per cosa lavorano. E che cosa vogliono. O meglio, perché vogliono te. -, concluse, voltandosi e guardando Alek.

In quel momento Tony appoggiò delle birre gelate sul tavolino di fronte ad essi.
La rossa prese subito una bottiglia e ne trangugiò l'intero contenuto in pochi secondi.

- Ah, abbiamo una valida sfidante alcolica per Valkiria... - ghignò Sam,

- Perderebbe -, si ritrovarono a rispondere in contemporanea Steve e Bucky, senza essersi accordati. I due si guardarono, sorridendo a vicenda,

- Vi assicuro che è impossibile batterla. Alek ci ha sempre stesi entrambi. E sorretti fino ai nostri letti, dopo. A casa loro c'è una stanza anche per me, proprio per queste sconfitte! - ammise il Capitano, rimembrando delle piacevoli serate passate insieme ai due amici.

- Con o senza potere? - intervenne Natasha, rivolta a lei,

- Senza! Non si bara nelle gare alcoliche! - rispose seria la rossa. Vedova Nera sorrise,

- Allora segnati una serata: ci tengo a sfidarti anche io. - concluse la bionda.
Alek annuì, mentre Tony riprendeva la parola,

- Signore, per quanto possa risultare intrigante l'immagine di voi due che vi sfidate a bicchierate di vodka e rum - fissò l'una e poi l'altra, - credo sia però necessario riprendere il nostro discorso precedente. -

- Io, comunque, mi prenoto come giudice... -, bisbigliò Clint alle due donne, spostandosi e prendendo posto in mezzo a loro.

In quel momento un fulmine, all'esterno, illuminò l'intero cielo.
Nuovamente s'interruppero, osservando fuori dalle grandi vetrate.
Un tuono.
Wanda portò un braccio alla vita, avvicinandosi a Tony,

- Credo che ci abbia appena raggiunti anche qualcun altro... -

Stark si mosse veloce verso la finestra principale, spalancandola.
Una figura possente attraversò l'apertura, ritrovandosi al centro della stanza in ginocchio.
Si alzò subito dopo, sorridendo ai presenti. I capelli biondi, ormai corti. L'occhio perduto coperto da una benda, come suo padre. L'altro di un azzurro brillante.

- Quanto vi è mancato il vostro avenger più forte? -, esordì, salutando i presenti,

- Bentornato Thor. Ah, per essere precisi: il più forte resta Banner... -, puntualizzò il padrone di casa con nonchalance,

- Si, si, è un piacere anche per me. Signori, - li salutò con un cenno della mano, -

Ragazze... - verso di loro accennò un inchino, - mi sono messo in viaggio non appena ho ricevuto il vostro messaggio. Cosa sta succedendo? -

- In realtà ancora non ci è chiaro... potremmo avere a che fare con un nuovo fronte nemico... - fu Steve a rispondergli, avvicinandosi a lui per stringergli la mano, - ... è quello che vogliamo comprendere al più presto. Grazie per averci raggiunti. -

Il dio del tuono strinse la mano a Capitan America e nel farlo, restò distratto dalle bevande sul tavolino.

- Birra! Ah, da quanto tempo non soddisfo la voglia di gustare questa meravigliosa bevanda! Voi non avete idea... -, afferrò una bottiglia, portandola alle labbra e svuotandola in un paio di secondi.

- Qualcuno potrebbe sostenere che gli Avenger non siano altro che degli alcolizzati... - commentò Tony a braccia aperte, alzando gli occhi al cielo - e non potrei nemmeno dargli torto! -

Natasha si alzò, ponendosi al centro della sala,

- Il mio consiglio è rimandare questa conversazione a domani mattina. Siamo tutti stanchi, la giornata è stata intensa e ritrovarci tutti insieme, dopo tutto questo tempo... porta le sue fatiche. E vorrei che anche Fury fosse messo al corrente di questa situazione -

I presenti si scambiarono alcune occhiate ed annuirono.

- Io concordo. Inoltre Visione non è ancora arrivato ed io vorrei che fosse presente anche lui, qui con noi. - aggiunse Wanda, carezzandosi le mani.

Alek si alzò, osservando tutti loro.

- Vorrei ringraziare tutti voi... - disse con una voce sicura, prima di inchinarsi come solitamente fanno gli orientali.
Bucky sorrise, mentre si alzava dal divano. Ma una volta in piedi, percepì prima una piccola scossa al braccio in metallo. E Poi una seconda scossa, nettamente più potente, che gli attraversò il corpo.
Si ritrovò in ginocchio a terra, non del tutto cosciente. Percepì Alek, al suo fianco, che lo stava chiamando.
La terza scossa gli provocò un vero e proprio blackout, facendogli perdere conoscenza.





Ciao a tutti!
Ci tengo a ringraziare tanto, tutte le persone che stanno seguendo questa storia! Soprattutto ringrazio sia chi ha stellinato, sia chi ha aggiunto "A new life" al proprio elenco di lettura! Sono cose che fanno bene!!!
Per ora auguro a tutti BUON NATALE! E ci sentiamo prestissimo!
Bacetti!



A NEW LIFE  ★ Marvel  Fanfiction ☆ Bucky Barnes ☆ Winter Soldier ☆ White Wolf ★Where stories live. Discover now