QUARANTADUE

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 Il portale li portò in un luogo freddo, stretto e buio, nel quale penzolavano dei lunghi e spessi cavi in acciaio

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Il portale li portò in un luogo freddo, stretto e buio, nel quale penzolavano dei lunghi e spessi cavi in acciaio.
I quattro non capirono subito dove fossero apparsi.
Fu Tony a riconoscere il luogo,
- Benvenuti nella tromba del mio mega ascensore – si voltò verso Bucky, - mi complimento: sei riuscito a portarci nell'unico posto pericoloso della Stark Tower... -, sbuffò, sollevando il volto verso l'alto, alla ricerca di un'uscita.

L'altro serrò la mascella, senza rispondere, mentre Alek si rimise in piedi,
- È riuscito a portarci qui senza ricordarsi nulla... direi che non dovremmo lamentarci... -

- Solo io avevo capito che prima avremmo dovuto recuperare il cristallo viola? -, s'intromise Thor, mentre si dava una grattata in mezzo alle scapole.

Il soldato li guardò, aprendo appena le braccia,
- Non è così semplice manovrare il tactigon... -

Tony iniziò ad arrampicarsi sul muro,
- Non va così male: abbiamo una porta proprio qui sopra... -

In quell'esatto istante si udì un rumore sordo.
Poi una serie di suoni metallici. Infine il cavo di metallo sopra le loro teste prese a scorrere.
- Oh oh... l'ascensore...si muove! – sussurrò Thor,

- Muovetevi! O a breve diventeremo delle polpette! -, ordinò Tony, lasciando la parete e volando verso l'alto grazie alla propria armatura. S'infilò sotto l'ascensore bloccandone la discesa.

Bucky spostò proprio materialmente Alek, spingendola contro il muro,
- Sali! – le ordinò con l'espressione seria che non ammetteva replica.

- Potremmo distruggerlo e finirla lì! -, propose il dio, indicando il padrone di casa,

- Certo, e magari con l'ascensore distruggiamo anche chi c'è dentro! Cerchiamo di limitare i danni. Avanti, muovetevi! -

Velocemente, in ordine, Alek, Bucky e Thor raggiunsero l'uscita. Tony invece accompagnò con delicatezza l'ascensore alla sua fermata, uscendo giusto qualche secondo prima della sua sosta.
- Certo che passarne di ogni e poi finire in quel modo sarebbe stato epico... -, commentò Thor, portando le mani ai fianchi, quasi divertito.

- "Epico" non è proprio il termine che avrei usato io... -, gli rispose Alek, contrariata.
In quel momento si aprirono le porte dell'ascensore e ne uscì Pepper con Tommy al suo fianco.
La donna sorrise sorpresa nel vederli lì ed il bambino si gettò addosso al proprio padre.
Nessuno fece in tempo a dire nulla, quando il piccolo si mise a stringere le gambe di Bucky, il quale si ritrovò immobilizzato ed interdetto nel da farsi.

- Ho proprio desiderato che arrivassi qui, papà! - disse il piccolo.
A quell'affermazione tutti si guardarono: poteva essere stata la volontà di Tommy a far aprire il portale proprio lì piuttosto che in Russia?

Alek conosceva il futuro del proprio figlio e ne ebbe quasi la certezza: lui li aveva voluti lì.
Lo sguardo di Bucky verso il bambino era a metà tra l'interdetto e il sorpreso.
Come poteva reagire in una situazione del genere?
Solo da una foto che aveva visto poco prima aveva capito che quel bambino fosse il suo.
Desiderò allontanarlo ed andarsene via. Era troppo quel contatto fisico. Il contatto era solo per uccidere.
La mano metallica fu afferrata da un paio di ditina che lo obbligarono a guardare il suo proprietario negli occhi.
Grandi occhi azzurri senz'ombra sul viso del bambino.
- Papà, ti abbassi? -, gli sussurrò sicuro.

Bucky non seppe perché, ma nonostante il desiderio di scappare via fosse totale, qualcosa lo tenne saldo in quel punto esatto.
Obbedì e s'inginocchiò proprio di fronte al piccolo.
Si guardarono a lungo. Uno sorridente e l'altro spaesato ma rapito.
Tommy sollevò poi le mani e le portò sugli occhi del soldato. Chiuse le palpebre e sorrise ancora.
Sotto gli sguardi interrogativi dei presenti, stava accadendo qualcosa.
Passò quasi un minuto.
Le mani di Bucky si spostarono ed afferrarono con delicatezza quelle del bambino, sollevandole dal proprio viso.
Le iridi azzurre dell'adulto erano spaventate e liquide.
- Come... hai fatto? -, gli sussurrò concentrato. Poi scostò appena lo sguardo verso Alek, per spiegare quanto era appena accaduto - ... mi ha mostrato dei momenti del nostro passato... me li ha fatti vedere lui... -

Allora tutti fissarono Tommy, incuriositi da questa sua nuova prerogativa.
Il piccolo continuava a fissare suo padre,
- Stanotte, mentre dormivo, è venuto un signore a trovarmi. Somigliava tanto a te e pure a me, papà. Mi ha detto di fare questa cosa qui, con le mie mani. Di pensare a cosa volevo farti vedere. Perché tu ne avevi bisogno. Di ricordare che sei il mio papà -

Pepper lo guardò stupita,
- Tesoro, non mi hai detto nulla questa mattina... -

Il bimbo cercò di farle l'occhiolino, con scarsi risultati, cosicché iniziò a chiudere ed ad aprire entrambi gli occhi, in modo confusionale,
- Mi ha anche detto che non dovevo dirlo a nessuno, fino adesso, E che la mamma avrebbe capito -

Alek aveva capito perfettamente che quel bizzarro visitatore non era altri che lo stesso Tommy ma in versione adulta, il quale non aveva esitato una seconda volta a muoversi nello spazio e nel tempo, pur di aiutare i suoi genitori. Era altresì colpita dal potere che celava quel bimbo.
- Alek? – chiese Tony, desiderando essere informato dei suoi pensieri.

Lei scosse il capo,
- Dopo... – e fissò Bucky, - ... ti è tornata la memoria? -

L'uomo guardò lei, poi tornò negli occhi del bambino,
- No... purtroppo non ricordo... ma ora so. So che il mio posto è questo. E so chi devo proteggere. -
- L'uomo di stanotte ha detto proprio queste parole! Caspitaaaaa! – gridò con grande stupore il piccolo, mentre si lanciava ad abbracciare il collo di suo padre.
Tutto temettero il peggio, di fronte a quell'improvvisa dimostrazione di affetto, facendo un passo avanti pronti ad intervenire.
Invece Bucky si sentì disarmato, completamente, come mai ricordava di essersi sentito.
Sollevò la mano umana, e, titubante, l'appoggiò attorno alla schiena di Tommy.
Tutti si fermarono, guardando quella scena così importante e complicata.
Poi fu Tony a rompere il silenzio.

- Mezz'ora. Una doccia e ci ritroviamo in sala riunioni: Gli altri sono ancora in giro per l'Europa e noi non sappiamo quanto tempo abbiamo. -

I presenti annuirono.
Tommy sciolse la stretta e, prontamente, afferrò entrambe le mani dei propri genitori.
Bucky si alzò in piedi, fermandosi nello sguardo calmo di Alek,
- Credo... che ti seguirò... – disse.

Annuirono entrambi e si mossero.
Ripresero l'ascensore e salirono. Tommy canticchiava tutto felice per ritrovarsi con mamma e papà mentre i due adulti cercavano in qualche modo di far quadrare la situazione.
Una volta in camera, Bucky entrò curioso, guardandosi intorno.
- Noi... viviamo qui? -

Lei scosse la testa,
- No: abbiamo un appartamento tutto nostro. Ci stiamo bene. Talvolta ci fermiamo qui da Tony e spesso siamo ospiti di T'Challa e Shuri, in Wakanda... per te quello è un luogo molto importante: lì hai ritrovato il tuo equilibrio dopo la guerra civile tra gli Avengers... -

- Io AMO il Wakanda! – Strillò Tommy, che nel frattempo si stava levando i vestiti, lanciandoli un po' ovunque per la stanza – Ci portiamo anche zia Beth, la prossima volta che ci andiamo? -
L'espressione di Bucky era attenta... solo che le informazioni che scopriva, man mano, aumentavano sempre di più.
- Il Wakanda... il nome sembra promettere bene... - sussurrò.

Tommy gli si lanciò addosso solo con i suoi boxerini con sopra disegnate delle paperette,
- Guarda! -, sussurrò, mostrandogli ancora le mani che voleva di nuovo posargli sugli occhi. L'uomo acconsentì, inginocchiandosi e seguendo ancora le visioni del piccolo.

Alek lo vide sorridere mentre riviveva momenti che non ricordava.
Le lievi e cristalline risate di Tommy, alleggerivano notevolmente la situazione.
Quando il suo volto fu libero, si voltò verso Alek, inarcando un angolo delle labbra,
- Il Wakanda piace anche a te, da quel che ho visto... -, le disse,

- Cos'hai visto? -, chiese curiosa,

- Non si può dire! – intervenne veloce il piccolo, smorzando qualsiasi altra possibilità di continuare, - mezz'ora, e Iron Man ci aspetta! Veloci, mamma e papà! -, ne seguì uno "splash!"... a quanto pare la vasca era già piena d'acqua.

Alek si morse le labbra e sorrise. Poi tornò seria, ma serena, voltandosi verso l'uomo,
- Io non so se vuoi fare il bagno con lui... forse è troppo per te, tutto insieme... -

Bucky guardava la porta del bagno,
- Dopo che mi avevi detto della sua esistenza, ero preoccupato di incontrarlo... ora... credo mi faccia bene... lui sa che non lo ricordo... eppure non dubita di me... -

Lei sorrise,
- Lui non dubiterà mai di te... -

Fu veloce la risposta,
- E tu? -, ribatté ancora il soldato, fermandosi nel suo verde,

Alek prima lo fissò seria. Poi ammorbidì l'espressione,
- Io prima, nel cristallo viola, ti ho baciato sapendo che se tu avessi voluto, mi avresti potuta disintegrare con il tactigon...  -

Bucky la guardò, ragionando su quell'affermazione. Poi abbassò il viso.

- ... vai pure con Tommy -, concluse lei, aprendo la porta del bagno ed invitandolo a passare.

Lui la fissò. Poi, di fronte a lei, iniziò a sfilarsi prima la giacca, poi la maglia blu attillata, lasciando il dorso nudo. Si slacciò i pantaloni, levandosi anche quelli e togliendo gli stivali e le calze di conseguenza.

Rimasto in boxer neri, le indicò il bagno,  cercando di abbozzare un ghigno mal riuscito.
- ...da quel che ho appena visto, in Wakanda il bagno lo facevamo insieme... -

Lei assottigliò lo sguardo fissandolo nel suo avvicinarsi, prima di rendersi conto che la mano metallica la stava afferrando al polso per poi trascinarla all'interno del bagno.
















Avevo voglia di scrivere ed ho sfidato le leggi del sonno! Inoltre un paio di ore libere (rarissime!!!!) questa mattina mi hanno aiutata a finire questo capitolo, dove regnano la dolcezza di Tommy ed il desiderio di Bucky di ritrovare se stesso e la propria vita.
Nl prossimo capitolo, però, ci sarà azione!
Fatemi sapere cosa ne pensate!
Un bacio, smack!






A NEW LIFE  ★ Marvel  Fanfiction ☆ Bucky Barnes ☆ Winter Soldier ☆ White Wolf ★Where stories live. Discover now