Malec attraverso lo specchio

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Alec POV

Il mio primo pensiero puramente istintivo fu quello di allungare la mano verso il punto in cui solitamente tenevo le spade angeliche ma mi fermai a metà della strada realizzando che non avrei trovato nulla. Una rabbia cieca mi fece scaturire dalle dita minacciose fiamme blu con sprazzi di rosso. Non mi sapevo spiegare bene perché ma sapevo quello che dovevo fare, o meglio, così speravo. Magnus al mio fianco non ebbe esitazioni sfoderando la spada angelica. Per fortuna ci eravamo fermati all’armeria prima di andare via dall'istituto.

“Trattate cosi un ospite solidamente?” vedendo le nostre reazioni per niente divertite aggiunge
“Andiamo non siate così ostili. Comunque posso capire, un estraneo che entra nella vostra casa… dunque, lasciate che mi presenti, io sono Azazel, sottoufficiale di Asmodeo, Signore degli Inferi e non da dire padre del qui presente Magnus… scusate ma ho un po’ di confusione. Ricevo segnali contrastanti…”

Azazel era seduto comodamente sulla poltrona preferita di Magnus sorseggiando scotch. Presentandosi aveva fatto un accenno di inchino e ora faceva rimbalzare lo sguardo dall’uno all'altro.
Dunque era questo il nome del demone che avrebbe dovuto occuparsi di Magnus per conto di Asmodeo.

Lui ha il compito di OCCUPARSI di Magnus!

Le fiamme che ancora spigionavo dalle dita si tinsero di un rosso cremisi.
Ad una qualsiasi mossa falsa lo avrei folgorato sul posto!

“Da quanto mi è stato detto Magnus dovresti essere tu e vista la somiglianza…” disse appoggiando i gomiti sulle ginocchia, congiungendo le mani sul bicchiere. Fissò i suoi penetranti occhi su di me come a cercare di carpire il segreto che celavano. Non abbassai lo sguardo.

“…eppure sento che sei tu. Alexander Lightwood figlio di Robert.” I suoi occhi scuri passarono su Magnus stringendosi quasi a fessura. Anche Magnus sostenne il suo sguardo ma con più cattiveria.

“C'è puzza di magia oscura qui.” Disse sorridendo furbo appoggiandosi nuovamente contro lo schienale della poltrona.

“Non sei un così bravo ragazzo come mi avevano detto… e poi con un Cacciatore non me lo sarei mai aspettato anche se non è il primo a collaborare con un’Ombra.”

Quello sguardo lasciava intendere tutto e niente, e quello sguardo era rivolto a me. Lui sapeva e lo aveva capito con un solo sguardo. Puzzavamo di magia nera. La giornata andava sempre più migliorando.

“Cosa vuoi da noi demone?” la voce di Magnus trasudava disprezzo.

“Non cosa, ma chi.”

Quelle quattro semplici parole mi fecero gelate il sangue. Qualsiasi cosa sarebbe accaduta, io ero pronto alla battaglia.

“Anche se suppongo che entrambi sappiate per conto di chi sono stato mandato. Ed è a questo che attribuisco il vostro scarso calore nell'accogliermi non certo alla maleducazione della gente di Brooklyn… sono qui per conto di Asmodeo, Signore delle Ombre. Sono stato mandato come ambasciatore per proporvi un incontro. Intuendo la vostra reticenza nello scendere negli Inferi per andarlo a trovare e la sua limitata mobilità nel vostro mondo… vi potrete incontrare nel Piano Universo.”

Schioccò le dita e apparve al fianco della poltrona un enorme specchio coperto da un telo grigio scuro. Stava per togliere la stoffa quando io gli intimai di fermarsi.

“Non muovere un muscolo demone!” sibilai minaccioso.

“Giusto… dimenticavo… forse il figlio di Robert non sa cosa sia il Piano Universo… questo è un passaggio per raggiungere con la mente uno spazio riservato in cui si è incorporei, quasi come in sogno…”

Uno scambio inaspettato // MalecOù les histoires vivent. Découvrez maintenant