Lui. Sempre lui.

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Lo bacio. Bacio Kevan. Il mio primo bacio. Inizio dando dei piccoli baci timidi sulle sue labbra, riuscendo a farlo smettere di parlare, poi sento la sua bocca schiudersi e la sua calda lingua cercare disperatamente la mia. Le nostre lingue, a questo punto, si intrecciano in una folle danza e sento le sue mani risalire il mio corpo per poi prendermi la testa con dolcezza, mentre io mi limito a stringergli le spalle.La sua lingua è soffice e inizia a vorticare intorno alla mia, provocando da parte mia dei gemiti...di piacere. Inizia a stringermi una natica e con l'altra mano entra sotto la maglietta, facendomi sussultare. Per il mio primo bacio adesso è troppo, devo scollarmi. All'improvviso lo allontano da me e d'istinto mi volto a guardare verso il bagnoasciuga. Jamie è troppo impegnato a parlare con una tipetta piena di lentiggini, non mi sta guardando. Che stupida. Kevan, notando il mio sconforto, arrossisce. Forse pensa di essere un pessimo baciatore.

-Uh, ehm... forte. Baci bene!- Ma che diavolo? ''Baci bene''? Mi manca solo dargli una pacca sulla spalla e sono apposto.

-Ah..grazie, anche tu- Che bugiardo, si vede lontano un miglio che non ho mai baciato nessuno, ma apprezzo questa piccola bugia innocente.

-Senti Gin, io adesso devo tornarmene a casa, se faccio troppo tardi i miei mi tolgono le chiavi della macchina... ci...ci sentiamo! Dammi il tuo numero, magari stasera ti scrivo su Whatsapp!-

-Oh..certo!- Digito il mio numero sul suo display. -Scrivimi tu. A dopo-

Lo bacio su una guancia e lo osservo mentre saluta i suoi amici e se ne va. Sono sola.

Cammino verso un tronco d'albero spezzato, sedendomi con un bicchiere di birra in mano, il cui contenuto ben presto finirà sulla sabbia.

Sollevo lo sguardo ed intercetto quello di Jamie. Ma perchè mi ostino a guardare verso di lui?! Tanto lo becco sempre con la lingua conficcata in gola ad una ragazza! In più qua intorno si sta creando un'atmosfera stile "vietato ai minori di diciotto anni" e mi sto annoiando a morte, dato che è pieno di troiette e ragazzi che pensano solo con il proprio coso invece che con il cervello. Decido di gettare il contenuto del bicchiere sulla sabbia e di andare ad avvisare Oliv che me ne sto andando.

-Oliv, ehi! Mark scusa se te la rubo un attimo.. dopo potrete tornare a..ehm.. ''parlare''- Prendo Oliv per un braccio e la allontano dal polipo, uhm volevo dire da Mark.

-Senti, io me ne torno a casa, Kevan se n'è andato e io non ci faccio più niente. Preferiscoandare a leggere un po', magari senza sentire più questo schifo di musica- Lancio un'occhiataccia ad un mega stereo, che sta riproducendo da ore sempre la stessa canzone odiosa.

-Ma come sei pallosa Gin, divertiti un po', goditi la musica e l'atmosfera!- Proprio la musica, sì...

-La fai facile tu, hai uno scoglio a cui incollarti come una una cozza!-

-E va bene, tieni le chiavi dell'auto di Mark.. io e lui torniamo a piedi, tanto meglio!-

-Ah..okay! Non oso pensare cosa troverò in quell'auto- Rabbrividisco, lasciando un bacio sulla guancia ad Oliv e dirigendomi verso il parcheggio.

Sono arrivata e, finalmente, dopo aver trovato l'auto giusta, la apro,  quando una voce calda e roca mi chiama e mi dice di aspettare.

E adesso chi è che rompe?! Devo scrivere un cartello e appiccicarmelo sulla testa con su scritto: VOGLIO ANDARE A CASA?

-Gin, aspetta, non partire.. dammi un passaggio fino a casa mia, ti indico la strada- Rimango sbalordita, fino a due minuti fa stava flirtando con una una tutta lentiggini ed una rasata per metà e adesso vuole tornare a casa? Comunque non ho intenzione di mettermi a litigare con lui, quindi faccio spallucce, indicandogli il posto accanto al guidatore.

Odiarsi per poi amarsi || Jamie Campbell BowerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora