Chapter 29 - good morning.

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Sentivo qualcosa muoversi sotto la mina testa. Era fastidioso, sembrava un terremoto.
Quello che pensavo fosse il mio cuscino, scivolò via da sotto la mia testa e atterrai di naso sul materasso.
<<Ahio!>> mormorai sentendomi soffocare. Che risveglio a dir poco traumatico...
Ero troppo stanca per aprire gli occhi, ma non mi sentivo sicura a tornare a dormire.
Mi sollevai di peso sulle braccia, ancora addormentata.
Mi girai su un lato e aprii lentamente gli occhi, ancora intontita dal sonno.
Sbadigliai guardandomi intorno. Non c'era nulla di strano, a parte che gli occhi di Aidan, erano aperti e mi stavano fissando.
I miei recettori si attivarono all'istante.
<<Sei sveglio finalmente!>> esclamai buttandomi sul suo viso per riempirlo di baci.
Lo sentii ridacchiare e fu il suono più bello del mondo.
<<Stai bene?>> mi affrettai a chiedere.
<<Hai bisogno di qualcosa? Forse devo chiamare Max o Cl...>>
<<Zitta, ho bisogno che stai zitta e mi baci.>> m'interruppe facendomi sorridere.
Guardai le sue labbra, piegate in un ghigno perverso. <<Forse posso accontentarti.>> risposi vaga.
Mi abbassai su di lui e stando attenta a non toccargli il petto lo baciai.
Cercò di mettermi un braccio intorno ai fianchi, ma fu subito scosso da un gemito di dolore.
Mi allontanai, spaventata di avergli fatto del male.
<<Scusa, non volevo.>> sussurrai poggiandogli una mano sul braccio, per tenerlo ben saldo al letto.
<<Merda...>> imprecò contraendo il viso in una smorfia di dolore.
<<Non muoverti!>> lo rimproverai quando cercò di alzarsi.
<<Devi stare fermo, altrimenti non guarirai più.>> continuai.
<<Come infermiera sei convincente.>> commentò guardandomi dal basso.
Mi squadrò. <<Certo, se avessi un vestitino da crocerossina sarebbe tutto più eccitante.>> rise.
Spalancai la bocca scioccata. Si era appena svegliato dopo essere quasi morto e la prima cosa che gli veniva in mente era di giocare al dottore?!
<<Un giorno ti prometto che ti comprerò un vestito di quelli, ma adesso la prima cosa che voglio è un bicchiere d'acqua.>> gemette cercando di alzare il busto.
<<Certo, torno subito.>> dissi scendendo dal letto e incamminandomi verso il frigorifero del nostro appartamento privato.
Non c'era quasi nulla da mangiare, solitamente mangiavamo insieme al branco. Volevo dargli qualcosa ma avrei dovuto chiamare Cat per farmi aiutare.
Presi l'acqua dal ripiano e un bicchiere dalla credenza e tornai in camera.
<<Ti aiuto.>> dissi avvicinando il bicchiere pieno d'acqua alla sua bocca.
Gli alzai di poco la testa, giusto quel poco che bastava per non farlo affogare.
Lo bevve in fretta, era morto di sete poverino.
Dopo aver finito sospirò. <<Ci voleva...>> commentò.
Si guardò il petto, coperto dalle garze bianche e sospirò.
<<Quel bastardo è riuscito a lasciarmi proprio un bel ricordino.>>
Alzai gli occhi al cielo. <<Lo ucciderei io se non lo avessi fatto tu.>> sbottai rabbiosa. Aveva rischiato di uccidere il mio Aidan, se fosse stato ancora vivo, avrei setacciato il mondo intero per trovarlo e ucciderlo nel peggiore dei modi.
Alzò un angolo della bocca, cercando di imitare un sorriso.
<<Non sarà più un problema per noi.>> disse. <<Lo spero...>>
Lui mi guardò dolce. Mi prese la mano ed io ricambiai la stretta.
<<Ho pensato a te.>> disse dopo qualche secondo di silenzio. Aggrottai la fronte incuriosita. <<Quando ho pensato di morire. Quello che pensavo sarebbe stato il mio ultimo pensiero... eri tu.>> sussurrò. Mi morsi il labbro per non piangere dalla commozione.
Mi sdraiai sul letto, accanto a lui, rimanendo sul fianco per poterlo guardare.
Con la mano libera gli accarezzai il viso, i capelli, beandomi dei suoi occhi su di me.
Non erano mai stati tanto belli.
<<Ho sperato giorno e notte in questo momento. Ho pregato per vederti aprire gli occhi e mi sono rifiutata di accettare che tu potessi abbandonarmi.>> sussurrai.
<<Mi sei mancato da morire e mi hai fatto morire di paura.>> continuai avvicinandomi.
Mi sporsi per darli un bacio.
<<Non era mia intenzione.>> si scusò.
Sorrisi. <<L'importante è che tu sia qui, adesso, vivo e sveglio.>>
Sorrise.
<<Vado a chiamare Clara, deve controllare che sia tutto a posto.>> dissi alzandomi. Lui annuì e si rilassò sul letto, cacciando un sospiro.
<<Non svenire di nuovo eh!>> lo avvisai. <<Puoi stare tranquilla.>>
Alzai gli occhi al cielo. Tranquilla non era il termine adatto in tutto quel casino.
Gli diedi un'ultima occhiata e lasciai la stanza, dirigendomi verso l'ascensore.
Aspettai pazientemente che quella scatoletta Metallica mi conducesse al piano inferiore e una volta uscita andai dritta a cercare Clara e Max.
Nel tragitto trovai Marta, con Kyle che dormiva e sbavava su una spalla. Una macchia di un celeste leggermente più scuro rispetto a quello della sua maglietta si espandeva sulla sua spalla.
<<Mi sta facendo una doccia.>> sussurrò indicando il biondino addormentato.
Sorrisi. Era una scena dolce.
<<Aidan si è svegliato!>> sussurrai gioiosa, cercando di fare il meno casino possibile per non svegliare Kyle.
<<Cosa?!>> urlò qualcuno dalla stanza, spalancando la porta che sbatté al muro.
Il piccolo Kyle si svegliò, iniziando a piangere.
Marta alzò gli occhi al cielo ed imprecò in silenzio.
<<Grazie tante Ulrik, sono solo due ore che cerco di farlo dormire!>> esclamò rabbiosa Marta, allontanando l'orecchio dalle urla del bambino.
<<Dannazione!>> imprecò tornando a cullare e passeggiare per il corridoio.
<<Si è svegliato?>> mi chiese Ulrik.
Io annuii sorridente e per la prima volta vidi anche lui fare lo stesso. Era un sorriso sincero e genuino. Un sorriso che non avevo mai visto sul suo viso.
<<Vado!>> urlò quando era ormai già infondo al corridoio. Ridacchiai e continuai la mia ricerca.
Di Clara e Max non vi era nessuna traccia. In nessuna stanza.
Scesi le scale e andai a vedere in cucina.
La scena che mi si presentò davanti mi fece sbarrare gli occhi.
<<Santa pace!>> invocai coprendomi gli occhi.
Che orrore!
Skarsgård stava baciando molto animatamente Catherine, cazzo!
Cat si spaventò e spinse immediatamente via Skarsgård, che mi guardò con il suo solito sorrisino sornione. <<Ma che cazzo succede qui, o mia Luna non dormirò per i prossimi due giorni!>> borbottai l'ultima frase, abbassando di parecchio la voce.
<<Che ti serve piccola Luna?>> chiese gentilmente Skarsgård, abbracciando il fianco di Catherine. La donna era leggermente in imbarazzo, e lo si notava dalle gote leggermente rosse.
<<Eh...>> diamine mi ero scordata del perché ero scesa in cucina.
Poi finalmente il criceto che avevo in testa continuò a far girare la ruota.
<<Ah, Aidan si è svegliato e volevo chiederti se potevi preparargli qualcosa.>> chiesi. A quella frase a Cat si illuminarono gli occhi.
<<Si è svegliato?!>> domandò con un sorriso a trentadue denti.
L'imbarazzo precedente era del tutto passato. Io annuii, contagiata dal suo magnifico sorriso.
<<Preparo subito qualcosa al mio bambino!>> esclamò felice.
Bambino un po' cresciuto avrei voluto aggiungere, ma evitai. Aveva badato ad Aidan da sempre, nonostante fosse a malapena diciottenne quando era nato.
Lei ci teneva molto a lui e viceversa.
Vidi come Skarsgård la osservava mentre quasi danzava per la cucina.
Ero uno sguardo che poche volte avevo viso negli occhi di poche persone. Somigliava allo sguardo che mio padre dedicava a mia madre e la cosa m'intenerì parecchio, oltre che farmi ricordare.
Mi avvicinai a lui e gli sfiorai un braccio.
Si girò a guardarmi distratto, con il suo solito sorrisetto. <<Trattala bene.>> sussurrai. Lui allargò il suo sorriso e mi scompigliò i capelli con fare paterno.
In lui, come negli altri due alleati, avevo visto un pezzetto di mio padre.
<<Sarà la mia regina.>> disse solo e quella frase mi bastò per tranquillizzarmi.
Mi allontanai e comunicai a Catherine che sarei tornata al piano di sopra da Aidan.
Quando arrivai trovai tutti intorno al letto.
C'erano Ulrik, Marta, Max e persino Tyson e Robin.
Era una bellissima scena da vedere. Nonostante il suo orribile carattere, sapeva farsi amare il nostro Alpha. Robin si accorse della mia presenza sulla soglia.
Mi sorrise e si accinse a fare un inchino scherzoso. <<Signora Luna.>>
Aidan lo guardò accigliato, non capendo dove e quando avessimo avuto occasione di conoscerci.
<<Spiritoso...>> commentai avvicinandomi al letto.
<<Come lo hai trovato?>> chiesi a Max, spostandoci infondo alla camera, per non disturbare il discorso tra Aidan e Ulrik.
<<Abbastanza migliorato, reagisce bene alle cure.>>
Tirai un sospiro di sollievo.
Grazie al cielo era tutto a posto.
<<Non sai quanto questa cosa mi dia sollievo!>> esclamai.
<<Penso che un po' tutti qui siamo più tranquilli ora che si è svegliato.>> mormorò lanciando un'occhiata alle sue spalle, sul letto dove vi era Aidan.
Sorrisi sommessamente, pensando a quando fossi cambiata nei suoi confronti.
Qualche settimana prima avrei pagato oro per vederlo morire, invece un quel momento avrei anche ucciso per poterlo vedere di nuovo sorridere e dare ordini a chiunque.
<<Bene...>> sentii dire più tardi a Clara. Batté le mani e mi risvegliò dai miei pensieri, oltre che attirò l'attenzione di tutti.
<<Tutti fuori, deve riposare.>> aggiunse.
<<Ma se si è appena svegliato.>> protestò Ulrik come un bambino, facendo alzare gli occhi al cielo alla rossa.
<<Se ti dico che deve riposare, vuol dire che deve riposare!>> precisò avvicinandosi a lui. Con gentilezza lo indirizzò alla porta e il grosso uomo biondo fece un cenno di saluto al fratello nel letto. Accompagnai tutti alla porta dell'ascensore e aspettai che entrassero per salutarli.
Feci un cenno della testa a Max e Clara in segno di ringraziamento e tornai in camera, chiudendomi la porta di legno alle spalle.
<<Ho chiesto a Cat di prepararti qualcosa da mangiare, devi restare in forze.>> dissi avvicinandomi a lui.
Mi fece cenno di sdraiarmi sul letto e così feci, mettendomi su un fianco e reggendomi la testa con il braccio.
I capelli mi caddero tutti sul viso, erano lunghissimi.
Imprecai, minacciando di tagliarli a zero.
<<Non farlo, li adoro lunghi così.>> sussurrò, afferrando una ciocca scura adagiata sul materasso in mezzo ai nostri corpi.
Se la portò lentamente al naso ed inspirò ad occhi chiusi.
<<Albicocca.>> sussurrò facendo alzare gli angoli della mia bocca.
<<Questa è la prima cosa che ho percepito di te, il tuo profumo dolce che lasciava la scia in mezzo al bosco.>> ghignò guardandomi. <<Mi hai letteralmente mandato in tilt tutti i sensi.>>
Lo guardai a bocca aperta. <<Anche tu, il tuo odore nel bosco era così forte da confondermi.>> concordai.
Poi ridacchiai ad un ricordo. <<Per non parlare di quando mi sono persa per cercarti e indovina... mi ha trovato mio padre e mi voleva rinchiudere nelle segrete per non farmi più uscire di notte!>>
Lui ridacchiò, tossendo poi per il dolore al petto.
Corrugai la fronte preoccupata. <<Non è niente.>> disse lui con voce roca, poggiando una mano leggermente sotto la fasciatura, per non toccare direttamente la ferita.
<<Lo odio.>> ringhiai. Desideravo farlo resuscitare per poterlo uccidere ancora. <<Ormai è morto.>> disse lui lasciandosi andare nuovamente sul cuscino.
<<Deve rimanere fuori dai tuoi pensieri.>> continuò con voce autoritaria. <<Ni sembra difficile, visto che ha ucciso le persone che amavo e ha quasi ammazzato te!>> esclamai.
Improvvisamente Aidan mi afferrò il viso con una mano, stringendomi le guance. Fu così veloce che non riuscii a tirarmi indietro.
<<Dimenticalo, hai capito? Non lo voglio più sentir nominare!>> ringhiò e per un attimo mi sembrò di vedere una sfumatura rossa nei suoi occhi. Sembrava furioso e quando mi scosse il viso, mi spaventai un po'.
Annuii. Mi lasciò andare.
Rimanemmo in silenzio, fin quando non decisi di allontanarmi.
<<Vado a prendere da mangiare...>> borbottai, ancora con il muso per ciò che era successo poco prima. Non serviva fare in quel modo.
<<Ava...>> lo sentii dire, ma filai dritta.
Scesi al piano inferiore, persa nei miei pensieri.
In cucina mi scontrai con Cat.
<<Oh, stavo per venire a cercarti, è pronto.>> squittì facendo un passo indietro per evitare di far cadere il vassoio.
<<Ci ho messo qualcosa anche per te.>> disse benevola passandomi il vassoio. Mi diede un buffetto sulla guancia e mi fece voltare, tenendomi per le spalle.
<<Grazie!>> riuscii a dire prima di essere chiusa fuori dalla cucina.
Ma che cosa...
Bah. Mi ripresi e tornai al piano superiore.
Dal vassoio accuratamente coperti, arrivava un odorino niente male.
Sembrava ci fosse della carne sotto, anche se riuscivo a percepire l'odore delle verdure.
Attesi pazientemente che l'ascensore mi portasse al piano superiore e una volta entrata nel nostro appartamento, mi diressi filata in camera nostra.
Aidan aveva gli occhi chiusi, ma capivo che non stava affatto dormento.
Il respiro e il cuore erano troppo agitati.
Quando poggiai il vassoio sul comodino, lui aprì gli occhi.
<<Mi spiace per prima.>> fu la prima cosa che disse. Sorrisi di nascosto.
<<Non fa niente.>> mormorai.
Scoperchiai il vassoio e vidi due piatti stracolmi di carne, verdure e salda alle erbe.
<<Mi aiuti ad alzarmi?>> chiese con un sorrisetto furbo.
Alzai gli occhi al cielo. <<Certo.>>
Poggiai il coperchio e presi Aidan per le spalle, aiutandolo a sedersi.
<<Ma quanto pesi!>> esclamai a denti stretti. Lui ridacchiò.
<<Per quanto mi piacciano, mi stai soffocando.>> rise. Abbassai lo sguardo e notai di avere la sua faccia praticamente nel reggiseno.
Mi allontanai di scatto e lui proruppe in una risata che mi fece arrossire.
<<Come sei candida...>> commentò porgendomi un braccio.
Non più di tanto... pensai.
Grazie a lui nella mia mente passavano scene di noi due in momenti molto più che privati.
Gli feci il verso e lui rise ancora.
Gli porsi un piatto. <<Ora mangia bestione, sei debole.>> dissi porgendogli il piatto. Lui corrugò la fronte. <<Debole a chi?!>> chiese offeso afferrando il piatto e mettendoselo sulle gambe.
Presi il vassoio con sopra una brocca d'acqua e lo poggiai sul letto in mezzo a noi. Presi il mio piatto e mi sedetti accanto a lui, incrociando le gambe.
Iniziamo a mangiare in silenzio, sentendo ogni tanto qualche lamento da parte di Aidan.
<<Diamine, basta.>> borbottò poi.
<<Qualcosa non va?>> chiesi preoccupata.
<<Aiutami a sdraiarmi, non ce la faccio più.>> un velo di sudore gli imperlava la fronte.
Annuii e prontamente lo aiutai a rimettersi sdraiato. Subito sospirò, rilassandosi.
<<Va meglio?>> chiesi cauta. Lui annuì, mantenendo gli occhi chiusi.
<<Porto queste cose a Catherine e torno subito, okay?>> lo avvisai, ma lui mormorò qualcosa che doveva somigliare a un "si".
Era così stanco che si addormentò subito.
Sorrisi scostandogli una ciocca dalla fronte. Gli diedi un bacio e senza fare rumore raccolsi i piatti sporchi e lo portai al piano di sotto in cucina.
Cat era impegnata a mettere i piatti sporchi in una delle tre lavastoviglie della cucina. Era senza dubbio enorme, certo.
<<Sarei venuta a prenderli io, non serviva disturbarti.>> disse non appena mi vide. <<Nessun disturbo, anzi se vuoi ti aiuto.>> risposi raggiungendola.
Nonostante insistesse per fare da sola, la convinsi a farsi aiutare. Quei piatti erano veramente troppi per essere lavati da una sola persona.
<<Allora...>> cominciai curiosa. Volevo sapere di più sulla sua storia. <<...da quanto ho visto oggi, tu e Skarsgård andate molto d'accordo.>> sorrisi allusiva, facendola arrossire.
<<Oh cielo!>> esclamò imbarazzata.
<<Diciamo di si.>> sorrise. Ridacchiai. <<Sono contenta per voi. Anche se è un lupo abbastanza fuori di testa, so che sei in buone mani e ti terrà al sicuro.>> la rassicurai. <<Non so come andranno le cose tra di noi una volta che tutto questo sarà finito.>> confessò rigirandosi un bicchiere per le mani.
Le poggiai una mano sulla spalla. <<Sono convinta che le cose andranno nel migliore dei modi.>> la confortai. Lo pensavo davvero.
Gli occhi di Cat brillavano quando lo guardavano e io avevo visto la faccia di Skarsgård quando lei lo aveva toccato sul braccio.
Quando lo aveva fatto Oliveira era scoppiato e stava per caricare contro di lui, mentre quando la mano delicata di Cat lo aveva accarezzato, sul suo viso avevi visto tutto tranne che rabbia.
Speravo nel loro amore.
<<Sai se tornerà da...>> mi guardò confusa. <<In effetti da dove arriva?!>> chiese ridendo.
Feci spallucce. <<Credimi, non ne ho idea. So che metà del suo branco è nel nord Europa, ma non so dove sia il suo stabilimento qui.>>
Quell'uomo era un continuo punto interrogativo.
Lei fece spallucce. <<Chissà cosa avrà in serbo il futuro per me...>> mormorò rattristandosi, con lo sguardo basso.
Le misi una mano sulla spalla. <<Cose buone Cat, sei stata fin troppo in questa cucina, è ora di pensare un po' a se stessi.>> le sorrisi incoraggiandola.
<<Mi piace stare qui, cucinare è la mia passione ma...>> mi guardò facendo una smorfia. <<Già.>> concordai.
Non c'era bisogno di parole.
Per lei era arrivato il momento di essere protagonista della sua vita e quale occasione migliore di quella?
Doveva vivere la sua storia, proprio come ogni altro. Ne aveva il diritto.
<<Mh mh.>> qualcuno si schiarì la voce. Mi girai in direzione della porta che dava sul corridoio e sorrisi mesta.
Skarsgård ci guardava, poggiato allo stipite con le braccia incrociate.
Il maglione si tendeva sul suo petto e sulle sua braccia.
Diamine, anche non volendo notavo certe cose.
Posai il piatto sul ripiano e abbandonai la cucina.
Il tempo di passare oltre le spalle di Skarsgård che alzai u pollici in su verso Cat. Mi sorrise ed io evaporai.
Nonostante la mi dannata curiosità mi suggerisse di rimanere in ascolto, decisi di andarmene per davvero. Dovevano avere la loro privacy ed io ero una dannata impicciona. Mi rimproverai.
Alzai gli occhi al cielo e tornai nell'appartamento.
Aidan dormiva sonni tranquilli.
Improvvisamente sbadigliai.
Mi misi a letto e proprio come la sera prima, abbracciai il braccio di Aidan e mi addormentai.

Alpha's snarl       #wattys2020Where stories live. Discover now