Prologo

740 391 155
                                    

Mentre con l'auto ci allontaniamo dalla stazione noto che il paesaggio è totalmente diverso da quello a cui ero abituato.
Osservo la pioggia che, mentre scorre sui vetri, non mi permette di avere una visuale totalmente libera. Non piove molto, ma è abbastanza da far sì che la temperatura scenda di qualche grado. Guardo i campi incolti, a causa dell'imminente inverno, che si susseguono come in fila indiana e il cielo che da un limpido azzurro viene macchiato con dei nuvoloni grigi densi di tristezza. Le case diventano sempre più rare e mi sembra di essere sperduto in mezzo al nulla, nonostante sappia che non è così.
Infatti, dopo circa venti minuti, noto il totale cambiamento del paesaggio: innumerevoli condomini hanno preso posto alle vecchie casucole e il verde diventa sempre meno presente.

Noto il taxi fermarsi. Capolinea. Sono arrivato. Smonto, prendo la valigia e pago il viggio.

Non ero pronto a tornare qui, non dopo tutti i ricordi impressi in questa città e in quella casa.

Voglio scappare, però sono consapevole di non voler più essere un vigliacco. Devo affrontare, una volta per tutte, la fine della nostra relazione. Cazzo, sono passati qualcosa come un anno e due mesi da quando Louis mi ha lasciato e non sono ancora uscito con qualcun altro. Nemmeno con una ragazza, assurdo.

Sento il battito accellerare e gli occhi inumidirsi.

Ti prego, non ora. Non in questo momento dove il mondo può vedere la mia debolezza.

Le mie preghiere non vengono ascoltate e un attacco di panico peggiore degli altri mi colpisce.

Chiudo gli occhi e appoggio una mano sul cuore. Lo sento battere all'impazzata e non ricordo bene cosa fare. L'ultima volta è accaduta il giorno dopo la nostra rottura.

Louis, cosa mi fai?

Sono stanco, il respiro si blocca sempre di più e sento la gola bruciare. Mi appoggio ad un muretto e cerco di capire se in questa zona c'è qualcuno.

Attorno a me è tutto deserto, non c'è anima viva.

Penso a ciò che mi hanno insegnato e a quello che ho studiato: mi siedo per terra, chiudo gli occhi e penso a qualcosa di bello e familiare.

Nella mia mente si forma un'immagine piuttosto nitida di mia sorella Gemma. Sta sorridendo e la sento parlare. La voce però mi arriva ovatta alle orecchie, nonostante sia uno scherzo della mia mente.

Rimango così per almeno dieci minuti, poi mi sento meglio.

Mi alzo lentamente e cammino come se niente fosse lungo la stradina.

Sono arrivato nella mia vecchia casa, quella in cui abitavo quando i miei non si erano ancora separati.

Apro il portone, scricchiolante, e mi butto nel divano impolverato, non curante del fatto che sia pieno di polvere.

Sospiro.

Questa sarà una lunga permanenza.

-
Angolo "autrice"

Grazie mille per aver aperto questa storia, ci tengo molto. Il prologo è molto corto, ma vi assicuro che i prossimi capitoli avranno circa 2000 parole :)
Spero vi abbia incuriosito la trama. Per quanto riguarda il senso della copertina lo capirete tra un po' u.u
-v

[NON È UNA LARRY]

Venom || Harry StylesWhere stories live. Discover now