10. Schifo

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Yoongi's pov

In questi giorni Jimin è più tranquillo e rilassato, ma gli sta succedendo una cosa alquanto preoccupante.
È nel little space per pochissimo tempo, sembra quasi si sforzi di rimanere adulto.

E la cosa mi preoccupa, perché da quando lo conosco non ha mai tentato di impedire alla sua natura da little di prendere il sopravvento.

In questi momento è in piedi, di spalle a me.
Mi avvicino a lui con passo felpato, e lo abbraccio da dietro.

-piccolooooo~ perché sei così strano in questi giorni? Hyungie è preoccupato.-  sto cercando in qualsiasi modo per farlo tornare little, o comunque per farlo stare a suo agio.

Lo sento irrigidirsi. Vedo che sta cercando di opporsi al suo lato infantile.

-non ho niente...-

-Jimin...per favore, sai che puoi e devi dirmi tutto...-

Lui si gira di scatto, con gli occhi rossi.

-SONO SBAGLIATO, ECCO COSA HO! SONO UN FOTTUTO ERRORE, UN ADULTO CHE SI COMPORTA DA RAGAZZINO...-

Sospiro.
-Questa situazione non è dovuta da te. Tu sei qualcosa di bellissimo, non di sbagliato. Quello che ti hanno fatto è sbagliato, loro sono dei cazzo di errori.-

Non risponde.

-sai perché ho iniziato a calcolati solo durante il mio quinto superiore? Ero sotto psicofarmaci Jimin, avevo una depressione devastante. Non mi accorgevo neppure di ciò che succedeva in casa mia. Poi Tae ci ha presentati, e io ho visto questo cosetto dai capelli arancioni, che cercava di nascondere disperatamente ciò che gli facevano, e non so come ho iniziato a riprendermi. Credo per essere in grado di aiutare te Jimin. Un errore, come dici tu, mi ha fatto uscire dalla depressione.-

Lo vedo spalancare gli occhi.
-non ne avevo idea...-
-lo sanno solo Nam e Jin, non volevo che stessi più male sapendolo.-

Mi abbraccia, e mi rendo conto che è tornato little.

-grazie hyungieeeee!-

Sorrudo, dandogli un bacio.

Poi ad un tratto spalanca le braccia, iniziando a fare di nuovo l'aereoplano.

Scoppio a ridere, fino a quando non sento una botta e uno strillo.
-CAZZO! STAVAMO PARLANDO DI UNA COSA SERIA E IO INIZIO A FARE IL CRISTO DI AEROPLANO!-

Il sorriso mi muore sulle labbra.
-ma...mi hai fatto ridere...-

-Ah certo, io servo per far ridere te-
-non intendevo questo Jimin...-
-COSA ALLORA? NON FAI ALTRO CHE ARRABBIARTI, FARE IL GELOSO E RIDERE DI ME. COME CREDI MI SENTA?-

-Jimin io sto cercando di trattenermi...non è colpa tua se sono sempre arrabbiato.-

-È UGUALE. NON MI INTERESSA!-

Strilla, per poi chiudersi in camera sua.

La mattina dopo.

Entro nella camera di Jimin, ma la trovo vuota, come il resto della casa.

L'unica sua traccia sul letto è un biglietto di carta.

Riconosco la sua calligrafia.

C'è solo una parola, una parola che frantuma il mio cuore già mezzo distrutto.

Addio.

Sono solo.
Di nuovo.

BabyWhere stories live. Discover now