ROSE CANINE

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Da "Parole dimenticate", di @gaiabuch

Da "Parole dimenticate", di @gaiabuch

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Soave canto

Nella foresta riecheggia

L'amore fugace

Che in tempesta ci ammira

Son rose canine,

Denti di spine,

I baci d'amore

Ci strappano i cuori

SECONDO IL MASCALZONE

Poesia del suono dell'amore che sembra scritta in una notte silente senza sonno.
Pare prima sentirsi un dolce canto, poi s'immagina l'ululato solitario, infine un lontano eco di vento.
Eppure le parole son presenti, poche ma spontanee come lo sono, nel loro fiorire frequente, il tipo di rose scelte nel brano.
Una scelta che crea (inconsapevolmente o no non ha importanza...) un parallelismo tra una delle tipologie di fiori più comuni nelle nostre terre e il sentimento maggiormente presente tra gli esseri umani.
"Ognuno di noi lascia una parte di sé in ciò che scrive", ha detto chi ha realizzato questo bel brano: e si avverte qui tra quei versi fatti al contempo di spine e baci, di tempeste e cuori.
Quale foto tra le mie ho trovato più aderente a queste parole?
Trascinato dalla corrente contraria all'ovvietà, non mi sono lasciato incantare dalla ricerca di un mazzo di rose: ho preferito, invece, dar valore al suono sottotraccia che si avverte nel componimento e in questi cespugli tra i quali si erge un fiero campanile su cui scocca il tempo dell'amore.

SECONDO VOI

E voi?
Le rose hanno sempre rappresentato l'amore, con l'asperità delle spine e la vellutata presenza dei petali.
Ma se non fossero state mai create?
Quale altro simbolo del sentimento avreste cercato tra i gloriosi frutti della nostra terra madre?
E perché?
A voi la parola per un momento di fantasia rappresentativa...

Versi che non possono fare a meno di battereWhere stories live. Discover now