Capitolo 16

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Civiltà, Settembre dell'anno 241 dalla fondazione


La donna si trattenne dal tamburellare nervosamente le unghie sulla scrivania del commissario, attendendo che questi gli rivolgesse nuovamente l'attenzione. Il suo discorso era stato interrotto dall'arrivo di un sottoposto del reparto investigazione con un plico di dossier. Interruzione che il commissario le aveva assicurato sarebbe stata breve, ma la cui durata si era dilatata all'inverosimile.

"Sì, il soggetto mi è noto. Militava nelle squadre alpha, se non erro. Compagnia Pyrrhocorax A , prima unità "

La cartella posata con nonchalance sulla scrivania, il comandante stava indicando alcune immagini segnaletiche, ritratti e fotografie scure, che ritraevano una giovane donna dall'aspetto tirato, i capelli chiari intrecciati stretti a partire dalla sommità del capo e lo sguardo serio.

"Ma siete sicuri che si tratti proprio di lei?"

L'uomo che era sopraggiunto annuì. "Sicuro come l'oro. È stata fermata mentre piazzava dell'esplosivo sotto una delle carrozze in Piazza del Consiglio, una di quelle che percorre la città a rotazione. E a giudicare dalla quantità di candelotti che sono stati trovati su di lei, si direbbe che avesse in menti piani molto più estesi. La ferrovia, magari."

Il commissario, pensieroso, si grattò le basette grigio scuro.

"E ora lei viene a dirmi che il soggetto è riuscito a darsi alla fuga."

"Era notte fonda, signore, e la guardia che l'ha fermata è rimasta spiazzata dal riconoscere un viso familiare. Quindi, ha potuto sfruttar il momento per divincolarsi e sparire. La pattuglia ha sparato ma senza risultato. Lei doveva conoscere molto bene la zona. Tutto ciò che abbiamo è la sua identificazione, niente di più."

Benché si sforzasse di non darlo a vedere, era innegabile che il commissario fosse fuori di sé. Horatia si chiese se l'uomo si sarebbe scomposto sotto i suoi occhi e se, in quel caso, l'avrebbe mandata fuori. Non era sicura che le fosse permesso di assistere a quella scena, ma entrambi gli uomini sembravano essersi dimenticati della sua presenza. Tanto meglio. Si era recata lì esattamente per vederci chiaro in quella faccenda che la tormentava ormai da troppo tempo e intendeva tornarsene a casa con qualche informazione in più.

"Stiamo facendo il possibile, e anche di più, commissario". L'altro uomo aveva iniziato a strofinarsi le mani con nervosismo. " I dettagli..."

"Non è questa la sede per discutere i dettagli" tagliò corto l'altro, secco, accennando a Horatia. La donna ebbe un sussulto e si irrigidì ulteriormente sulla sedia.

"Si, signore. Chiedo dunque il permesso di ritirarmi."

"Va, e senza troppe cerimonie."

Con un sospiro infastidito, il commissario tornò alla sua sedia.

"Mi deve scusare, cara signora. Vede, questo è un brutto periodo per tutti noi..."

"Mi scusi lei, commissario. Ha perso una ricercata, non un marito." Horatia si pentì di quanto detto non appena le parole ebbero varcato le sue labbra. Per quanto sentisse di avere tutte le ragioni del mondo, non era certo giunta lì per inimicarsi un uomo potente.

"No, certo che no. Mi perdoni, signora, per questa mia mancanza di tatto. Dove eravamo rimasti, prima che venissimo interrotti?"

"Volevo sapere in che modo gli sarà fatta giustizia. Chi sia da punire per questo assassinio. A che punto siano giunte le indagini."

"Signora..." Il commissario le prese le mani da sopra il tavolo, ma lei lo respinse, innervosita.

"Come immaginavo. Altri affari, più importanti, impiegano la totalità delle forze disponibili. Vi dispiace molto per la mia perdita e mi terrete informata riguardo all'esito di eventuali ricerche. E magari mi scriverete anche un bel bigliettino di condoglianze, accompagnato da un sigillo elegante."

A pochi secondi dal cielo - NaNoWriMo 2018Where stories live. Discover now