Capitolo 21

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Qualche tempo dopo - fine settembre dell'anno 240 dalla fondazione della Civiltà


Invece di stendere una coperta di calma sulla città, la sera si era trascinata dietro uno strascico di subbuglio e irrequietezza. Arria poteva percepirlo perfettamente sulla propria pelle, tesa ad ogni stimolo portato con sé dalla fredda aria scura. Stringendosi ulteriormente nel lungo cappotto nero che la avvolgeva da capo a piedi e tenendo leggermente sollevata la gonna con una mano, si infilò nell'ennesimo vicolo di quella che si prospettava essere una lunga serie. Fortunatamente era in grado di orientarsi piuttosto bene in quella zona, un reticolo di piccoli ponti e scale ripide in cui ancora aleggiavano ricordi di quando era una bambina curiosa che sfidava le convenzioni per giocare per le strade del Tramonto. Ben prima di piegarsi all'immagine di graziosa ragazzina viziata che tutti, da quelle parti, avevano dimostrato di prediligere. Prima di slogarsi il collo per guardare in alto e di approfittare della prima occcasione possibile per ascendere la piramide sociale. Nonostante tutto, qualcosa di quella bambina ancora galleggiava sospesa nell'aria tra quelle mura pulite eppure meno luminose di quelle dei piani superiori, come un fantasma speranzoso che inseguiva il proprio lenzuolo rubato dal vento, o forse dal sorgere del sole.

Cercando di mantenersi concentrata, Arria si sforzò di mantenere silenziosi il battito del proprio cuore e il fruscio debole del proprio respiro. Petronius non doveva assolutamente vederla, o non sarebbe servito a nulla seguire la sua sagoma appesantita per tutta quella strada. Arria sospettava qualcosa, e intendeva una volta per tutte verificare i propri dubbi o dissiparli come nebbia al mattino. Doveva accadere il più presto possibile: c'erano già troppi problemi ad affliggerla, primo fra tutti il pericolo rappresentato dalla situazione di tesione crescente in cui la Civiltà pareva imprigionata. La gente temeva che sotto l'esplosione del Palazzo delle Sfere Celesti ci fosse qualcosa di più grosso e ben organizzato di un gruppo di operai sbandati. Mentre gli scioperi e il razionamento continuavano, si mormorava che fosse in atto una vera e propria ribellione.

Petronius si immise in un vicolo dritto e ben pavimentato, rischiarato da alcune lampade che oscillavano piano nella brezza. Arria pensò che quelle luci singhiozzanti ben rappresentassero l'incertezza e la fragilità di quel momento. Se si fosse trovato nella sua stessa situazione, anche l'anima poetica di Petronius avrebbe probabilmente plasmato una simile riflessione.

La donna rallentò e procedette con ancor più cautela. In quel tratto non c'erano angoli, né portici né porte dove potesse nascondersi. Se lui si fosse voltato l'avrebbe certamente vista. Arria si chiese se seguirlo fosse più pericoloso di quanto lo fosse camminare di notte tra le vie assopite di quel piano. Dopotutto, non aveva idea di ciò in cui il marito era coinvolto; tutto ciò che sapeva era che Petronius teneva delle strane carte criptate nel cassettino del tavolo. Avanzando lungo il viale, si domandò perfino se non stesse esagerando. In fondo, c'erano vari motivi per cui lui potesse sentire il bisogno di scrivere in codice, e non tutti erano potenzialmente loschi o pericolosi. L'unica ipotesi che si sentiva in grado di scartare, così su due piedi, era il tradimento. Arria sapeva che sotto la sincerità quasi infantile di Petronius si celavano alcuni segreti, ma sapeva anche che nessuno di questi aveva lo scopo di farle del male o era stato nascosto a lei sola. Si trattava della giusta quantità di nebbia e buio che ciascun essere umano si porta dentro, per permettere alla luce di brillare e alla vita di essere più di una mera sopravvivenza.

Cercando di tenere la mente libera da pensieri che avrebbero presto o tardi finito per distrarla, la donna si concentrò sul fondersi con le ombre del vicolo avanzando con passo felpato. Quando era bambina, l'avevano talvolta comparata a un gatto nero, ruffiano e astuto, capace di movimenti di velluto ma anche di graffi profondi. In quel momento, Arria riconobbe che non avevano poi avuto tutti i torti.

A pochi secondi dal cielo - NaNoWriMo 2018Where stories live. Discover now