Prologue: She's Not Afraid

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Se qualcuno mi chiedesse di fare un resoconto dei miei primi ventidue anni di vita, probabilmente direi che ho fatto un'unica cosa: una cazzata dopo l'altra.

Potrei usare termini più eleganti e raffinati, ma non c'è registro formale che regga davanti alla mia idiozia, e il fatto che ne sia perfettamente consapevole mi piace pensare sia un punto a mio favore.

Pensavo di aver toccato il fondo a diciannove anni, quando per evitare la multa ho fatto vedere le tette all'agente che mi aveva fermata solo per essere portata in centrale con l'accusa di tentata corruzione, ma a quanto pare sono come il vino.

Più invecchio, più miglioro.

O meglio, la mia idiozia migliora, raggiungendo picchi che non avrei mai immaginato, e l'ultima follia l'ho compiuta proprio il giorno del mio ventiduesimo compleanno.

Avevo sentito parlare della Fake Girlfriends Agency, un'agenzia che dietro lauto compenso mette a disposizione le sue ragazze a clienti che potranno averle per un massimo di tre ore al fine di scattare qualche foto da postare su Instagram.

Mi sono sempre chiesta chi mai accetterebbe di pagare mille bigliettoni per una finta fidanzata per Instagram, ma da quando lavoro qui, mi sono dovuta ricredere.

Magnati russi più brutti della carestia, turisti cinesi, persino disperati compaesani che a quanto pare amano apparire pagano tali cifre per qualche fotografia, e sinceramente, la cosa non mi dà più di tanto fastidio.

Il mio guadagno è decisamente superiore allo stipendio che percepirei lavorando otto ore al giorno, ho molto tempo libero per studiare per la laurea e posso permettermi un appartamento da sola senza il bisogno di coinquiline, anche se la mia dirimpettaia non ha molto a fuoco il concetto di spazio personale.

"Sono così stanca della chimica. Davvero, non ne posso più. Secondo me l'hanno inserita solo per far impazzire me, ne sono certa" sospira Arba lasciandosi cadere sul mio divano come se fosse casa sua, ed io ho giusto il tempo di aprirle la porta d'ingresso prima di realizzare cosa sta succedendo.

"Ciao anche a te, sono felice di sapere della tua giornata" commento, sarcastica, girandomi verso la mora che mi liquida con un gesto della mano.

"Non mi piacciono i convenevoli, la chimica mi toglie proprio la voglia di vivere".

"Ma non quella di venire nel mio appartamento" borbotto tra me e me, tornando in cucina per finire di versarmi una tazza di thè, sentendo poi Arba raggiungermi ed aprire gli armadietti della credenza alla ricerca di cibo.

Arba il cui cognome non mi è ancora chiaro ha tre anni meno di me, studia farmacia alla mia stessa università e ha delle coinquiline a dir poco impossibili, motivo per cui ho fatto quasi l'abitudine alla sua presenza qui.

Una volta ho dovuto litigare con una di loro che sosteneva avessi occupato il loro spazio per la stesura del bucato, ma alla fine l'ho avuta vinta.

Deve ancora nascere chi tiene testa a Diana Morrison.

"Devi fare la spesa" commenta Arba dopo qualche secondo, riemergendo dalla credenza con un pacco di biscotti bio al cacao quasi finita, facendomi sorridere leggermente.

"Tu dovresti fare la spesa, visto che mi finisci tutte le scorte alimentari" la rimbecco, guardandola alzare gli occhi al cielo.

"Ma sei tu quella con un lavoro stabile, per quanto strano e vagamente immorale questo sia. Io ho un prestito studentesco, un esaurimento nervoso dovuto a chimica e un bisogno di pomiciare che tocca il soffitto. E Steven non aiuta la situazione".

"Che ha fatto?" Domando, ormai incuriosita, perchè Steven è diventato il nostro argomento quotidiano, nonostante io non l'abbia nemmeno mai visto se non in qualche fotografia.

Fake Girlfriends Agency || Luke HemmingsWhere stories live. Discover now