7. Così disse Nadezhda

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Mentre guido verso casa sono particolarmente sovrappensiero, talmente sovrappensiero da dimenticare di passare a prendere mio fratello da scuola. Fortunatamente infatti il suo mitico club di scienze termina in contemporanea con il mio corso di teatro. Così mi ritrovo costretta a fare retromarcia quando sono praticamente già arrivata a casa.

Micah mi aspetta da solo seduto sui gradini della scuola, il mento poggiato sulla mano con un'espressione scocciata dipinta in volto. Non appena mi vede spinge su sul naso i suoi grossi occhiali dalla montatura nera e si alza, raggiungendomi di corsa.

-Ce ne hai messo di tempo! – Esclama entrando in auto.

-Scusa mostriciattolo, ma non sono il tuo tassista personale.

-Perché hai fatto così tardi?

-Non ti interessa.

-Esistono due possibilità per il tuo ritardo. O ti sei trovata il ragazzo, o ti sei scordata di me. E se consideriamo che la prima ipotesi sia totalmente irrealistica...

Gli do uno spintone mantenendo lo sguardo fisso sulla strada davanti a me, dopodiché mi perdo nuovamente nei miei pensieri. Pensieri che sono totalmente indirizzati all'audizione. A Julia e James, a James che interpreterà Romeo. Per la prima volta da anni lo spettacolo di teatro avrà finalmente successo. Dovrei esserne felice. Ma quando i riflettori sono puntati su James, lui diventa ancora più irraggiungibile per me.

Le mie riflessioni vengono interrotte nel momento in cui sento un rumore molesto provenire dallo stomaco di mio fratello.

-Qualcuno qui ha fame – dico voltandomi verso di lui nel momento in cui mi fermo ad un semaforo rosso.

Micah però punta lo sguardo fuori dal finestrino, evitando i miei occhi.

Aggrotto la fronte.

-Tutto bene, mostriciattolo? – gli chiedo.

-Sì – mi risponde troppo rapidamente.

-L'hai mangiato il pranzo di oggi?

-Sì – si sbriga a rispondere altrettanto velocemente.

Continuo a fissarlo con insistenza.

Poi prendo delicatamente il suo polso ossuto.

-Come ti sei fatto questo livido? – Gli chiedo.

-E' scattato il verde.

-Ci sono dei bulli a scuola?

-Ti ho detto che è scattato il verde. E poi non ti voglio parlare.

Quando riparto svolto per una traversa e siamo arrivati a casa. Mio fratello si sbriga a scendere dall'auto e inizia a correre con le sue gambette bianche e mingherline verso il boschetto dietro casa, mentre la costante leggera nebbiolina si infittisce sempre di più.

Sospiro, quindi scendo a mia volta dall'auto ed entro in casa.

Non trovo mamma e papà in giro, quindi mi rintano direttamente nella mia stanza.

Mi lascio cadere sul letto e fisso il soffitto. C'è un silenzio tombale e in questo silenzio i miei pensieri urlano. Un campanello d'allarme, come James e Julia si guardavano. Ma a Julia non interessa James, non gli è mai interessato e sa che piace a me da una vita. Stavano solo recitando, molto bene certo, ma era solo finzione. Non che abbia comunque qualche possibilità con mister popolarità. Non sa nemmeno che esisto. Beh, in realtà sì. Stavo soffocando davanti a lui, causa cinquanta patatine del McDonald's in bocca.

Mi volto a pancia in giù e nascondo la faccia sotto al cuscino.

Santo cielo, perché devo fare sempre brutte figure?

Weird and weirdoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora