Welcome, dear (2)

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Le pareti all'interno della casa erano rivestite con una carta da parati color avorio, che si accostava perfettamente alla mobilia, laccata con un bianco titanio lucente. Sul tavolo in vetro temperato erano sparse numerose riviste di gossip e notando le pagine sdrucite dedussi che fossero li da diversi giorni.

O probabilmente Dora le aveva arrotolate a mo' di bastone per sterminare i numerosi moscerini che ronzavano nell'aria bruciante.

«Perdonaci Maui. Il condizionatore è rotto da qualche giorno», indicando l'impianto di climatizzazione all'angolo del soffitto mi fece notare che l'estremità inferiore destra riportava delle crepe «Lo aggiusteranno in questi giorni».

La mia pelle tenue e albina, che non aveva mai sfiorato temperature così accattivanti, implorava d'essere irrorata con fresca acqua.

«Avrei bisogno di andare al bagno», affermai umilmente con un lieve imbarazzo.

Jonah mi indicò una porta scorrevole in fondo al corridoio «Lì c'è il bagno... non appena avrai finito, ti mostreremo la tua camera». Un sorriso soddisfatto e contento apparve tra i peli folti della barba.

Incamminandomi in maniera tempestiva verso l'ingresso del luogo indicato da Jonah, notai una successione di fotografie sulle pareti, in penombra, che precedevano la stanza. Le fissai così intensamente, cercando di metterle a fuoco, che lo scontro tra la mia cornea e l'atmosfera circostante fece quasi fracasso.

*Avrai modo di ispezionarle più tardi, curiosona*, mi ordinai all'istante, allontanandomi dal quadretto famigliare.

Chiusi la porta alle mie spalle e feci scattare il chiavistello, assicurandomi che nessuno potesse entrare. Non che volessi insinuare che qualcuno fosse interessato a vedere una cerbiatta sguaiata, indifesa e spaesata come me nella goffaggine di quel caldo torrido, però preferivo avere la giusta privacy in certi momenti quotidiani.

Feci pipì rapidamente perché la mia vescica implorava d'essere sgombrata da circa sette ore, ma tra un volo, due valige e un paio di ruzzoloni molto kitsch, converrete con me che non ne avevo avuto il tempo.

Le mie guance riacquisirono il loro pallore naturale dopo che mi bagnai con acqua fredda, per quanto fosse possibile avere qualcosa di fresco in quel locale surriscaldato. Tuttavia, era luminoso e confortevole, sufficientemente accogliente per potersi godere una doccia in totale intimità.

«Maui, ci sei?» ululò Dora al di là della porta.

Guardai il mio orologio e, a spanne, dedussi di essere in bagno da all'incirca sei minuti «Un momento», cinguettai stridula.

Mi diedi una rapida occhiata allo specchio, notando nell'immediato due occhiaie violette che poggiavano gradualmente sulle mie fastidiose e onnipresenti lentiggini. Dio, quanto le detestavo.

«Arrivo».

Dopo aver ispezionato ogni angolo della mia nuova stanza, dove un color rosa pesca incombeva sulle pareti artefatte e l'imponente lampadario di cristallo sfavillante mi chiedeva, quasi implorando, una reverenza per quanto fosse signorile, deposi i...

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Dopo aver ispezionato ogni angolo della mia nuova stanza, dove un color rosa pesca incombeva sulle pareti artefatte e l'imponente lampadario di cristallo sfavillante mi chiedeva, quasi implorando, una reverenza per quanto fosse signorile, deposi il mio corpo sul morbido letto.

Puntai lo sguardo sul quadro enorme che vi era sulla parete accanto alla porta del mio bagno personale, ammirando quanto la spuma delle onde sembrasse reale e vellutata.

Si, un bagno personale. Tutto per me. Così immenso che tra una vasca da bagno, una doccia e diecimila piastrelle in ceramica celeste mi ci persi dentro.

Beh, il quadro rispecchiava, secondo l'umile pensiero di Dora, il mare cristallino che avrei visto soltanto il giorno seguente.

Era ormai tardo pomeriggio, e i raggi di luce amaranto dipingevano l'ambiente circostante con colori caldi e accoglienti, poggiandosi sulle lenzuola lattee e sfiorando luminosamente il morbido cuscino alle mie spalle.

I tasti del mio computer supplicavano riposo dopo che li avevo colpiti per un'ora intera con una sequenza abbastanza ritmata. Scrissi a mio padre una mail, poi un'altra e poi un'altra ancora.

Mi mancava come sarebbe mancata l'acqua ad una fragrante ninfea. E avrei voluto mostragli quanto quel luogo, così particolare e stravagante rispetto al nostro, colmasse ogni angolo remoto del mio corpo con emozioni inaspettate.

Una felicità inattesa e gratificante mi coprì come un leggero tulle d'organza, rendendo la mia scelta più legittima di quanto io potessi immaginare.Avrei studiato, per un intero anno, in un luogo lontano da casa.

Un angolo del mondo che rispecchiava tutti i desideri di una vita.

In quel momento quel sogno iniziava a sembrarmi un po' più concreto e nell'intimità più remota del mio corpo emozioni contrastanti si prendevano a cazzotti su un ring. Timore, estasi, sgomento ed esaltazione. E poi ancora gioia, malinconia e soddisfazione. Plasmata da bizzarre contraddizioni e umile incoerenza.

*Sono contenta. Sarà un'esperienza elettrizzante*sperai.

Era soltanto un tropicale e assolato sabato hawaiano, e avrei dovuto attendere trepidante l'arrivo del lunedì successivo per visitare, finalmente, l'istituto che avrei frequentato.

Nel frattempo, si prospettava una domenica alquanto divertente insieme a Dora e Jonah che avevano deciso di guidarmi in un tour avventuriero per conoscere e avvicinarmi alla storia di quell'incredibile isola.

Mentre, per quella sera, era stata pianificata ormai da tempo, a detta di Dora, una cena con il fratello di quest'ultima e la sua famiglia, moglie e figli compresi. Jonah mi aveva accennato qualcosa in maniera abbastanza tempestiva, quindi non compresi pienamente quanti saremmo stati intorno al tavolo al calar del sole.

Per una che era abituata a cenare in un tavolino, con diametro un metro e venti centimetri, in sole due persone, saremmo stati sicuramente in troppi.

Si, troppi.

Tanti occhi perforanti e curiosi indirizzati verso la nuova ragazzetta dai capelli color carota e dalle lentiggini castane che dipingevano il viso a mo' di ... meglio che non lo dica.

Appresi che sarebbe stata appropriato lavarsi e sistemarsi decentemente per la cena imminente.














Fuoco 🔥

Ciao a tutti, lettori! Se siete arrivati fino a qui, grazie di cuore. Siete meravigliosi/e. 💘

Ho particolarmente a cuore i miei personaggi, e ci tengo a delineare ogni minimo particolare di loro. Quindi, sarò ripetitiva, ma le mie descrizioni vi inseguiranno everywhere. (Sperando di non essere troooooooppo logorroica).

Portate pazienza ancora per un capitolo perché... a breve arriverà lo squalo.

Un abbraccio,

Stige💌

Come danzano le ondeWhere stories live. Discover now