Capitolo 2

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Izuku arrivò a casa, si tolse le scarpe, pose il borsello con le chiavi dentro l'apposito cestino e si rintanò nella sua stanza. Sua madre sarebbe anche rientrata a breve, come lesse nel foglietto che gli aveva lasciato per avvertirlo. Si buttò a peso morto sul suo morbido letto.

Ripenso a ciò che gli aveva detto la madre di Kacchan...

«Cinque anni fa... Quando lui andò negli Stati Uniti, conobbe una ragazza , si innamorarono, si sono sposati e lei è diventata una di famiglia senza dirlo a nessuno. Ma sua moglie è morta in un incidente inaspettato. Successe quando la piccola aveva solo un anno. Era veramente una donna incredibile. Allegra. Intelligente. Bella. Una persona così adorabile è stata sprecata per Katsuki.»

Izuku era senza parole, non pensava che gli fosse successo questo.

«È tornato a casa per prendersi cura di sua figlia, quindi ho finalmente potuto conoscerla. Come previsto, sembra impossibile per Katsuki lavorare mentre si prende cura della figlia, ma è sorprendentemente responsabile...»

Stava parlando davvero a ruota libera, finché si accorse delle espressioni sul volto del ragazzo. Erano appena arrivati a casa di Midoriya che Mitsuki spense il motore della macchina. «Oh no, mi dispiace. Ti ho raccontato una storia così triste! Deku, non devi guardarmi in quel modo» gli sorrise lei.

Lo sguardo però di Izuku era vuoto, davvero non sapeva che pensare, cosa fare. «Ah, no... Per Kacchan... È sempre stato un talento fin da giovane ma in altre cose era veramente maldestro.»

Detto questo, scese dall'auto salutando la donna non prima che lei gli dicesse: «Ti preoccupi davvero per Katsuki, eh?» mise in moto e partì, lasciando il ragazzo tra i suoi pensieri.

Dopo aver finito di ricordare ciò che disse la madre di Kacchan, si addormentò, erano troppe le informazioni che gli aveva rivelato.

*

A casa di Bakugo la piccola stava scrivendo delle frasi per imparare bene il giapponese.

"Do" is in Donuts.
"Re" is in Remon.
"Mi" is in Minna.
"Fa" is... "Fa" is in Fuck.

Sentendo quella frase, Kacchan smise un attimo ciò che stava facendo al computer.
«Ah, è giusto, ben detto, piccola.»

«Papà, vieni a giocare! Disegniamo» cercò di convincerlo la bambina.

«Uh? Sto lavorando, gioca da sola.»

«Eh?!»

Sentirono il campanello della porta suonare, ma Kacchan non la degnò di uno sguardo.
Quindi non poté fare a meno di brontolare.
«Ohi, papà, non c'è qualcuno lì?»

Il biondo sbuffò e si alzò dal divano, visto che chi aveva suonato continuava ancora a strimpellare. Quando finalmente aprì la porta si ritrovò davanti Deku.

«Kacchan, piacere di vederti dall'ultima volta...»

Ma non gli diede tempo di farlo finire che gli chiuse la porta in faccia. Ma Izuku gli parlò dietro.
«Volevo solo parlarti per un po'. Ho portato alcune cose con cui pescare e qualcosa di gustoso che è davvero piccante.»

Katsuki ritornò nella stanza di prima, ad aspettarlo la figlia che gli chiese: «Papà, chi era?»

Lui si grattò la nuca. «Una persona sospetta.»

«Una persona sospetta?» ripeté la piccola.

Midoriya era rimasto solo fuori ad aspettare, ma non venne più nessuno, al che si appoggiò a terra come se le sue forze si fossero annullate.
"È più testardo di quanto pensassi... Oggi non mi starebbe nemmeno a sentire... No, questo è solo un piccolo contrattempo. Ho bisogno di ricordare come si comportava  Kacchan verso di me fino ad ora. Questa sarà una battaglia a lungo termine!"
Pensato ciò andò via, ripercorrendo i propri passi.

Infatti i giorni passarono e non perdette mai occasione di importunare Kacchan ogni qual volta che lo incontrava, sia per il lavoro che per altro, ma il biondo irascibile com'era lo lasciava sbattere dalla meglio maniera.
Una sera era a bere insieme a Todoroki e Iida, era davvero crollato per la stanchezza di stare al passo con Kacchan, cosa che fu notata da Shoto.

«Sembri stanco, sei coinvolto in qualche grande progetto?»

Midoriya era proprio fiacco, certo che per lui la questione "Kacchan" era proprio un bel da fare.
«No, bene... Forse è un progetto anche troppo grande per me...»
Sospirò ripensando ancora a Kacchan.

«È necessario procedere con cautela, o presto andrai fuori di testa» lo avvertì Tenya.

In effetti quest'ultimo aveva ragione, doveva trovare presto una soluzione adatta.

Lacrime azzurro cobaltoWhere stories live. Discover now