Soltanto un rumore

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"Dal libro d'oro delle streghe del Sud, vol. diciotto, copia undici; "Bilancia, narrazione del sapere" - a cura della Guardiana dei fiumi centrali (Italia)."

"Piove, tutto tace mentre una figura cammina tra gli alberi trascinando con sé ricordi passati che lo fanno ardere di desiderio. Brama un obiettivo che insegue da anni, ma che è ancora troppo lontano. Lo straniero raggiunge una piccola casa di legno dove, sul davanzale della finestra, una rosa si gode le goccioline delicate. Un fiore dai petali bianchi che, ad ogni tocco bagnato, si colorano di un incandescente blu cobalto. L'uomo non fiata, ammira il creato e gli sembra tutto così strano... Si chiede perché per lui la realtà sia così cruda, dedita alla soddisfazione di un obiettivo, e per gli altri questa sua visione sembri così distante dalla loro morale.
"Eppure, tutti abbiamo obiettivi che ci possano soddisfare una volta raggiunti, allora perché proprio il mio viene condannato?" riflette sedendosi sul prato, sotto la finestra.
Poi si convince che l'unica cosa che conta è portare a termine la sua missione, l'unica cosa giusta per riportare l'equilibrio in quella realtà disequilibrata. Gli umani hanno il potere di decidere su vita e morte, lui può solo osservare e adempiere al suo compito. Si lascia andare a riflessioni che riempiano il suo tempo e si convince che la realtà per come la desideri puoi cercarla, puoi anche convincerti di averla trovata, ma in ogni istante necessiti di più tempo per godertela, necessiti di qualcosa di impalpabile e capisci che quello che hai scovato alla fine è solo una tua egocentrica convinzione filosofica che filosofica non è. Un'illusione felice, che ha una durata solo se viene accettata anche dagli altri o ti isoli nella speranza che persista. L'essere rimane seduto per giorni a contemplare ogni mutamento. Aspetta il momento opportuno, il momento in cui la donna dai capelli rossi si affaccerà a controllare la sua creazione e, notando il giovane, lo inviterà nella sua dimora. Da secoli l'individuo non vede la Creatrice e sente che solo lei può capire il malessere che sta provando in questo momento, perché ella è comprensiva e simile a lui mentalmente. Grigio, azzurro, giallo, rosso sono i colori che tingono la rosa durante la sua crescita. Sempre nello stesso posto, sempre con le stesse spine, sempre con lo stesso sguardo puntato addosso. E se sarà colpita dal cambiamento si prenderà ogni singola goccia di colore, ogni singola folata di vento, ogni insetto – afidi e formiche –, ogni microscopico granello di sabbia... Tutto. Sentirà ogni singolo mutamento.
Ecco cosa affronterà la decima Bilancia: il mutamento che per lei sarà la pura realtà. Come ha fatto la rosa creata poco prima del patto che avrebbe bandito la morte dalla Foresta dei Cedri, così farà la decima Bilancia. La sua vita sarà uno sconvolgimento di fatti dettato da scritture antiche.
Il nome della Bilancia sarà conosciuto e chiaro anche agli stolti che periranno sotto la sua potenza.
Lei avrà la vista del corvo e il cuore di un leone, la potenza dell'orso e la saggezza degli alberi.
Nessuna di loro ha sconfitto la Morte, solo la decima potrà decifrare l'anima corrotta del peccatore e dare giustizia ad ogni sua antenata."

La giovane donna fece scricchiolare le sue dita affusolate sotto lo sguardo attento della regina. La stanza era illuminata solo dall'enorme lampadario che pendeva sulle loro teste. Un oggetto segnato dal tempo, ma talmente prezioso da aver affascinato tutti coloro che vi avevano posato lo sguardo, perché fiammelle di fuochi fatui volteggiavano su ogni braccio, illuminando anche gli angoli più remoti.
«Dovrebbe essere già venuta al mondo. Quest'anno nascerà in Italia, vero?» domandò la guardiana, osservando la regina leggere e rileggere il manoscritto con così tanta attenzione da non aver rivolto nemmeno uno sguardo alla sua sottoposta.

Quanto velocemente passeranno gli anni prima che venga il destino a prenderla?

Un alone di tristezza le aleggiò intorno, dandole un'aura cupa. Si portò una mano al petto quando, presa alla sprovvista, vide entrare nella stanza un uomo coperto da un pastrano blu. Egli si rivelò alle due giovani donne che lo fissavano in attesa, scoprendosi la testa dal cappuccio.
«È nata! Morte non è riuscito a prenderla. Caos è rimasto con lei.» annunciò sorridente, prendendo le mani della regina e fissandola con i suoi grandi occhi azzurri. La regina sorrise, ma fu solo per un attimo, perché una serie di pensieri invasero la sua mente, facendo comparire sul suo volto una smorfia riflessiva.
«Regina Dalia, non si preoccupi. Ho consultato parecchi libri e vissuto per secoli. Non sarà come le altre, le scritture lo dicono e quelle non mentono. Hanno previsto ogni morte, ogni nome e giorno, perché dovrebbero sbagliarsi proprio ora, quando siamo riusciti a salvare la neonata al primo attacco infertole?» la sua voce sicura toccò l'animo della regina, ma non riuscì a farle passare il malessere che provava. Era come se qualcosa le stesse sfuggendo, e continuò a sfogliare il libro in cerca di qualche "ma" o "se...". Dopo centinaia di capitoli, trovò un testo che la rapì particolarmente, facendola incollerire ancora di più:

"Sarà bella e coraggiosa. Le tecnologie non la rapiranno nel loro mondo. La Morte non la toccherà prima dei suoi diciotto anni, ma dopo la data prevista diventerà la sua seconda ombra e il suo nemico più temuto. La sua immortalità pura sarà minacciata, la sua verginità violata se non verrà educata ad essere ciò che sarà, se il Pentimento del passato peccato non la guiderà, se il Caos non la proteggerà lei cadrà tra le ombre, creando squilibrio nel mondo".

La Regina gettò il libro sul pavimento, per poi indicare con fermezza l'uomo, urlando adirata: «Tutto quello che c'è scritto in quel libro maledetto dovrà essere rispettato! Ricordati cosa è successo alle altre e come ci siamo sentiti quando sono morte una dopo l'altra!» esclamò uscendo velocemente.
La guardiana si alzò dalla sedia per poi chinarsi a prendere l'oggetto che aveva fatto infuriare la regina. La copertina era così lucente da farle volgere lo sguardo, anche se era la mera copia di un libro celato tra le sabbie del deserto del Geenna. Scritto dalla prima Bilancia, il libro d'oro teneva tra le pagine un futuro incerto, modificabile a ogni cambio di direzione dei personaggi che ne facevano parte. La guardiana lo posò al suo sopra la scrivania, poi si rivolse nuovamente verso l'uomo.
«La sopravvivenza di una, ci ha resi schiavi tutti, in passato ed ora. Non condanniamo tua madre per aver amato un demone, ma per aver odiato così tanto una della sua stessa specie da passare questa maledizione ai suoi figli», poi continuò: «La morte invidia gli umani, il caos prova noia per tutto ciò che non è nuovo o confusionario e il pentimento...» lasciò la frase in sospeso, perché non voleva insultarlo in alcun modo.
«Sì, me lo ricordate ogni cento anni, a ogni nascita della Bilancia, e non sarò mai abbastanza pentito» pronunciò gravemente.
Nella stanza calò il silenzio, non c'era più nulla da dire, la cosa importante era rispettare ciò che avrebbe portato alla sconfitta della morte. Il lampadario si spense e Uriele venne lasciato solo, in mezzo ai libri, a pensare. Non vi era pace nel suo cuore, ma il suo sorriso non si affievolì: era nata l'ultima speranza e tra qualche anno avrebbe seguito un destino che ancora le era sconosciuto. Lui e suo fratello dovevano solo guidarla, aiutarla a scoprirsi e a sopravvivere in un mondo che per lei sarebbe stato un'incertezza continua. Ora, non gli rimaneva altro da fare se non andare nuovamente dai genitori della bambina e aspettare il momento propizio per chiedere loro quando gli avrebbero affidato la bambina. Forse pretendeva troppo da loro, perché la prima volta che gliel'aveva detto, avevano reagito minacciandolo di denunciarlo, ma quando la seconda volta si era ripresentato alla loro porta, era andato con la regina Dalia e solo allora hanno ascoltato e compreso. Non fu facile per i genitori della decima Bilancia credere a quel mondo, ma l'uomo, dopo molte prove e dimostrazioni, riuscì a convincerli. Si incamminò verso la porta della stanza e uscì. Percorse gli innumerevoli corridoi in religioso silenzio, dopodiché soprasso l'enorme portone dell'ingresso e, presa una boccata d'aria, fece comparire le immense ali blu dalla schiena. Le aprì e, battendole una volta, si trovò a volare tra le nubi, baciato dalla luce della luna. Quella notte, il pentimento calò sull'ospedale di Ciale, mentre il caos l'attendeva guardando attraverso la vetrata la piccola neonata che, dormendo nell'incubatrice, illuminava la stanza con la sua sola presenza.

 Quella notte, il pentimento calò sull'ospedale di Ciale, mentre il caos l'attendeva guardando attraverso la vetrata la piccola neonata che, dormendo nell'incubatrice, illuminava la stanza con la sua sola presenza

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Cobalto - Pioggia ai viviWhere stories live. Discover now