Capitolo 1

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Harry/Marcel POV

“Ehi Marcel, dove pensi di andare?”

“Si frocio, non sai che ore sono?” Uno dei miei bulli,  Aiden, mi stava urlando, così feci del mio meglio per correre via. Sapevo esattamente di cosa stessero parlando e volevo evitarlo, anche se sapevo che sarebbe accaduto comunque. Erano gli atleti migliori e avrebbero potuto prendermi in pochi secondi, mentre io ero solo un nerd che si nascondeva.

Tenevo la testa bassa cercando di bloccare le loro dure parole. Non vedevo quale fosse il loro problema. Ero gay, finita li, questo non voleva dire che fossi diverso da loro.

Beh, in realtà ero molto diverso da loro, ma non per questo motivo. In realtà era qualcosa che nessuno avrebbe immaginato, neanche in un milione di anni. E avevo pianificato di lasciare tutto così.

“Non scappare da noi, strambo” aggiunse Daniel. Mi catturò, per poi sbattermi contro l'armadietto. Tenevo forte i miei libri contro al petto e lui si avvicinò molto al mio viso. Mi permetto di aggiungere che il suo alito puzzava. “Pensavi di poterci ignorare eh?!... Grosso errore” sputò, usando il braccio per tenermi il petto contro l'armadietto.

Chiusi gli occhi, preparandomi alle botte che sarebbero arrivate. Speravo solo che non avrebbero lasciato molti lividi.

Ricordo cosa successe l'ultima volta che andai a lavoro sembrando uno straccio a causa loro.

A volte rimpiangevo la mia decisione di fare quello che faccio.

Pochi secondi dopo, venni colpito e spinto dai tre bulli di fronte a me. Mi buttarono a terra e mi presero a calci prima che Aiden mi strappasse gli occhiali e li spezzasse a metà. Anche se per metà mi ero abituato al dolore, continuavo a piagnucolare perché, a volte, uccideva.

Mi gridavano costantemente parole come

“inutile”

“patetico”

“frocio”

“omosessuale”

“Ucciditi adesso... ci renderebbe tutto più facile”

Quello feriva di più.

Se solo avessero saputo.

Finito il tutto, scomparvero di nuovo, nella solita maniera in cui erano arrivati, ridendo tra di loro su come, lentamente, stessi cercando di rialzarmi da terra.

Ovviamente, non avendo amici, nessuno venne ad aiutarmi. Come se, in ogni caso, a qualcuno qui gli fosse importato.

Gemetti infastidito, prendendo un altro paio di occhiali rotti.

A parte per qualche lettura, non avevo realmente bisogno di portarli ma dovevo. Era per aiutarmi... troppo difficile da spiegare.

Con attenzione andai verso la biblioteca dato che era l'unico posto, in questo inferno chiamato scuola, in cui potevo stare da solo. Nessuno mi infastidiva, in oltre la bibliotecaria era l'unica con cui potevo parlare. Lei era carina.

Per fortuna il dolore era sopportabile, questo probabilmente significava che nessuno avrebbe fatto storie su di me a lavoro.

L'ultima cosa di cui avevo bisogno era un altro discorso del mio capo sul perché avrei dovuto lasciare.

No, non avevo bisogno di questo.

Tutto quello che chiedevo era una vita normale, ma non importava quanto duramente ci provassi, la mia vita era tutt'altro che normale. Vivevo passando da un problema all'altro. Non sapevo come superare ogni giorno.

Nerd with a secret - Larry Stylinson Au [Italian translation]Where stories live. Discover now