Capitolo 2

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Harry/Marcel POV

Uscii dalla macchina e guardai l'orologio, 3:56.

Oh merda!

Avevo solo 4 minuti e dovevo ancora cambiarmi.

Presi la mia borsa e iniziai a correre verso l'edificio.

Fantastico.

Claire, il mio capo, era all'ingresso che, ovviamente, aspettava me; avrebbe iniziato un lungo discorso su quanto fosse importante il tempo e di smettere di arrivare in ritardo o avrebbe fato qualcosa a proposito e non era mai un bene.

Iniziai a camminare verso l'uscita d'emergenza, che era fondamentale in casi come questo. Appena entrato, iniziai a togliermi i vestiti mentre salivo le scale fino al secondo piano dove avrei potuto prendere l'ascensore senza essere beccato. Sbottonarmi la camicia era la prossima cosa da fare e anche la più triste dopo essere stato picchiato tutto il giorno; me la tolsi ed arrivarono le lacrime. Avevo almeno cinque lividi oggi, era niente rispetto ad altre volte, ma abbastanza da ricordarmi tutto quello che le persone dicevano di me.

"Inutile", "Frocio" e quella che feriva di più "Ucciditi e ci farai un favore".

Dentro all'ascensore premetti il numero 11.

Smisi di guardare i lividi e, dato che l'ascensore era lento, iniziai a togliermi i pantaloni, le scarpe ed i calzini.

Misi dei calzini della Nike, con dei pantaloncini da basket, scape da ginnastica e una maglia larga, prima di togliermi gli occhiali e passarmi una mano tra i capelli facendo tornare i ricci naturali.

Dopo aver messo le mie cose dentro la borsa, presi il mio telefono da lavoro e vidi che avevo 7 chiamate perse di Claire. Ero morto! M-O-R-T-O!

Il suono familiare della porta dell'ascensore che si apriva mi fece alzare lo sguardo. Uscii e vidi che tutti aspettavano che dicessi qualcosa.

"Scusate, avevo qualcosa di importante e PERSONALE da fare" dissi, mettendo enfasi sulla parola "personale".

Non volevo che chiedessero cosa fosse così importante.

Mi sedetti ad aspettare che la mia stylist arrivasse e facesse il suo lavoro. Arrivò ed iniziò a truccarmi e dirmi di spogliarmi. Era molto normale farlo davanti a lei, così mi tolsi la maglia e, quando iniziai a togliermi i pantaloni, qualcuno mi urlò nell'orecchio facendomi cadere.

Guardai in alto e vidi che l'urlo era arrivato dalla mia stylist ed era a causa mia. Non capivo il perché, mi ero sempre cambiato di fronte a lei e nessun altro era nella stanza.

"Cosa ti è successo?" disse in preda al panico, puntando il mio stomaco. Grande, aveva visto i miei lividi -esattamente quello che volevo- notare il sarcasmo.

"Niente, stavo giocando a football con alcune persone a scuola e sono caduto".

Fortunatamente lei credette alla mia piccola bugia ed iniziò a mettere un po' di correttore sui miei lividi così che non fossero visibili per la macchinetta fotografia, quando sarei stato senza maglietta. Quando finì, mi fece andare e mi mise i vestiti per il servizio fotografico.

Io ed il fotografo stavamo parlando di cosa avrei fatto oggi, quando una Claire molto arrabbiata entrò nella stanza.

"Qualcuno ha visto Harry? È di nuovo in ritardo e non vuole rispondere al cellulare che non sarà suo per molto se continua così!" urlò il mio capo.

Lei normalmente non era così, ma le ultime due settimane non erano state a mio favore e i miei bulli non avevano niente di meglio da fare.

"Uhm, Claire, Harry era qui 3 minuti prima delle 4 e adesso è là." disse la mia stylist, con tono imbarazzato. Claire mi guardò con un'espressione veramente terrificante, tipo che se lo sguardo avesse potuto uccidere, io sarei morto proprio in quel momento; ed era anche molto duro.

"Abbiamo perso almeno 30 minuti, voglio vedere Josh e Alex sul set adesso. Harry cambiati, con te faremo un servizio formale ma adesso ho bisogno di uno in costume da bagno" guardò ognuno di noi e chiuse gli occhi.

"Adesso! Oh e Harry, ho bisogno di parlarti dopo il servizio". Oh no... Con questo, mi cambiai.

***

"Prova a fare uno sguardo feroce" disse il mio capo dall'altra parte della stanza. Ok, provai a fare del mio meglio e dall'espressione di Claire, stava andando bene.

Cosa facevo esattamente? Ero un modello. In realtà, un modello molto famoso. Questo era il mio segreto, nessuno sapeva ciò che facevo, tranne i miei genitori ed anche tutte le altre persone che "leggevano" la rivista. Non sembravo il solito ragazzino della mia vita normale, come potete vedere, avevo un sacco di trucco e nessuno al college mi guardava mai, se non per insultarmi.

A scuola ero il ragazzo nerd con tutte A e con degli stupidi occhiali che dovevo cambiare più o meno tutti i giorni a causa del bullismo mentre, fuori da li, ero un famoso modello che le ragazze consideravano "sexy" ed ero amato da chiunque. Non ero bipolare o altro, volevo solo una vita normale.

Essere un nerd, era la cosa più vicina alla normalità. Se qualcuno avesse visto com'ero veramente, avrei potuto avere un problema. Le persone non mi avrebbero trattato allo stesso modo, gli sarei piaciuto solo per la fama.

"È tutto per oggi." disse Claire camminando verso di me, ma facendo capire a tutti che il servizio era finito.

"Harry dobbiamo parlare" iniziò con sguardo preoccupato.

"Mi dispiace, non accadrà di nuovo. Ho messo la vibrazione al cellulare perché avevo un compito ed ho dimenticato di rialzare il volume" Bugie, bugie, bugie. Era tutto quello che usciva dalla mia bocca.

Lei sospirò, mi guardò ed annuì.

"Oh, abbiamo un nuovo modello per il prossimo servizio. È nuovo in città, magari potrete diventare amici. Ad ogni modo tu lavorerai con lui e gli mostrerai come lavoriamo noi qui" disse, ed io annuii solamente perché ero stanco e questa era stata una lunga giornata.

"Ok, vado a casa, ciao" Claire mi rispose con un cenno della mano perché era già al telefono. Quella donna era sempre al telefono.

***

Arrivai a casa, chiamai mia mamma e mio papà ma nessuno dei due rispose, segno che stavano lavorando.

Andai in cucina e mi feci un sandwich, appena finii di mangiare feci una doccia e mi misi un paio di boxer.

Una volta fatto tutto, andai a letto pensando alla giornata.

Il lavoro era l'unica cosa che non mi faceva lasciare questo mondo. Solo quella la ragione per cui non mi ero tolto la vita. Non avevo amici e quindi nessuno con cui parlare.

Era stato un giorno lungo: essere picchiato, la scuola, il lavoro, conoscere il nuovo ragazzo, sapere che ci sarebbe stato una nuova persona nella mia carriera da modello.

Qualcosa non andava bene e questo mi infastidiva.

Qualsiasi cosa fosse dovuta succedere, avrebbe dovuto farlo velocemente perché non avrei cambiato il mio piano di non lasciar sapere a nessuno chi fossi e che lavoro avessi, almeno fino all'università.

Beh alla fine avevo... uhm si... una vita normale.

Nerd with a secret - Larry Stylinson Au [Italian translation]Where stories live. Discover now