08 | nuova versione

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Credo di aver sbattuto la testa - forse, è proprio così, visto che sto sanguinando

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Credo di aver sbattuto la testa - forse, è proprio così, visto che sto sanguinando. Corrugo la fronte, infastidita, e mi passo il dorso della mano sulla guancia, tentando di ripulire la mia pelle da quella nauseante sensazione caldo umida.

Sbatto più volte le palpebre, cercando di abituarmi alla prepotente luce al neon che mi punta contro il viso, quasi a volermi impedire di guardarmi intorno. Per un attimo, quasi credo sia il sole.

«Quindi, non è morta.»

«Christine

«Secondo me, potrebbe morire da un momento all'altro. Forse dovremo darle il colpo di grazia.»

Sospiro, perché, dopo appena cinque secondi dal mio risveglio, già capisco che la mia pazienza sta per essere messa a dura prova.

Ho davvero pensato che stare da soli fosse spiacevole? Il vero problema dell'umanità sono gli esseri umani.

«Non sono morta,» sibilo, a denti stretti, puntando i palmi delle mie mani sul soffice materasso e rimettendomi seduta, così da potermi finalmente liberare dalla luce. «Non ancora, almeno.»

Davanti al mio letto, riconosco il volto imbronciato di Christine - visibilmente insoddisfatta dalla mia apparente sopravvivenza - e, al suo fianco, un ragazzo dal viso affilato la sta guardando con rammarico, quasi stesse cercando di trattenersi dal legarla ad una sedia e gettarla in mare.

«Smettila, Chris: non è carino.» Si volta verso di me in un fruscio di capelli castani e iridi color menta, donandomi un sorriso candido. «Cerca di scusarla: mia cugina crede che la maleducazione sia divertente.»

«Io non sono maleducata,» ribatte Christine, facendogli la linguaccia. «Sono solo sincera.»

Resto in silenzio, e non solo per trattenermi dall'insultare la giovane, ma perché, proprio qui, davanti ai miei occhi, è appena successo qualcosa di incredibile.

«Non è possibile,» esclamo, senza fiato. E, quasi senza pensarci, mi inginocchio sul letto, avvicinandomi velocemente al ragazzo che, con un sopracciglio alzato, mi osserva come se fossi un alieno in abito da sera.

«Ehm, scusa?»

«Questa è proprio scema,» intima Christine, scuotendo il volto. «Vado a chiamare il fesso.»

Se Christine se ne va, io non me ne accorgo davvero, ancora troppo spossata e incredula per poter pensare a più cose contemporaneamente.

Occhi verdi, ricci capelli bruni, il viso sottile: sì, è proprio lui.

«Tu sei Jack.»

Il ragazzo, visibilmente scioccato - e non solo per il fatto che una ragazzina insanguinata lo stia osservando in modo molesto - fa un passo indietro, corrugando la fronte. «Come conosci il mio nome?»

BEFORE DAWN / Daniel SharmanWhere stories live. Discover now