epilogue • e così ha fine

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tre mesi dopo

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tre mesi dopo

Credevo che non avrei più rivisto il mare.
Ci sono nata di fianco, quasi sulla spiaggia, eppure, a causa della lunga notte, me ne sono completamente allontanata.

Troppi ricordi? Forse.
Paura? Quasi sicuramente.

Jack e Christine hanno scelto una casa sulla spiaggia per la nostra fuga, prediligendo una vecchia abitazione con le persiane bianche e il tetto rosso. C'è anche un dondolo, poco lontano dalla veranda, e Christine non fa altro che leggere fumetti e dondolarsi sbadata.

Per fortuna, Jack è un bravo cuoco, perché, se non fosse per lui, saremmo morte di fame ancor prima di uscire dalla contea. In realtà, tutto ciò che ci era successo dopo era stato per fortuna.

Divisi dalla maggior parte dei nostri cari e conoscenti, ci siamo ritrovati di nuovo soli - io, Jack e Christine - e abbiamo fatto del nostro meglio per sopravvivere. Trovare una casa, trovare del cibo e, soprattutto, una sicurezza.
Su quella, forse, dobbiamo lavorarci ancora.

"Posso?"

Christine, al mio fianco, mi sorride ed io non posso che annuire, facendole spazio. Quella notte - come sempre - il mare era calmo e immobile, creando, se solo non fossimo alla fine del mondo, un'atmosfera magica e di attesa.
Manca qualcuno.

"Sono passati tre mesi," ricordo, aspramente, e subito la giovane si volta verso di me, sapendo bene a cosa mi riferisco.

"Lo ha promesso, Becky," cerca di farmi sperare, ma, al momento, è tutto inutile.

Ci ho creduto a lungo, ma sono così stanca, ormai.
Conto i minuti, conto le ore, sperando di vedere un cambiamento, ma è sempre uguale. La stessa notte, lo stesso freddo, la stessa paura.
E Daniel non c'è, continua a non esserci.

"E se gli fosse successo qualcosa?" Chiesi, preoccupata: "sono stata io ad incitarlo a partire, a spingerlo in questa battaglia. Come potrei perdonarmi se..."

Nemmeno riesco a finire, non riuscendo a contemplare quella idea.
Daniel deve tornare, lo deve per forza ma, quindi, perché non è qui?
In quella paura, sto finendo tutte le mie lacrime.

"Becky," chiamò, prendendomi la mano: "andrà tutto bene. Perché, se non sei tu a fidarti di Daniel, chi altro può?"

La ragazza aveva ragione, terribilmente, ma certo non era facile.
Provo a sorriderle e Christine mi accarezza la spalla, rialzandosi.

"Jack ha preparato la cena: ti aspettiamo."
"Sì, vengo subito."

Forse rassicurata, Christine mi lascia sola, abbandonata in quella spiaggia sconfinata. Ed io penso, penso a cerco di fare ciò che mi è richiesto - fidarmi e non perdermi: ma, ahimé, senza Daniel come è possibile?
Mi aveva promesso che non mi avrebbe mai lasciata.

Una lacrima di rabbia scorre lungo la mia guancia ed io subito la scaccio, non volendomi perdere in quella vergogna. Come al solito nei momenti di sconforto, prendo dalla tasca il vecchio orologio - l'ultimo dono del ragazzo.
Questa sera, mi ritrovo stanca e, senza quasi pensarci, lo lancio via, perdendolo nella sabbia.

Intreccio le braccia intorno alle gambe e mi appoggio, restando cullata in quel buio ormai così amico. Solo in lontananza, avverto le ombre di luminosità provenienti dalla cucina dell'abitazione.
Chiudo gli occhi e prendo un lungo respiro, assaporando l'amore dell'aria sul mio volto.

"Se solo fossi qui."

Rassegnata, mi alzo e, dopo un pesante sospiro, mi metto alla ricerca del vecchio orologio. E mi pento, davvero, per quel mio attimo di debolezza: lasciare quel dono è stato come lasciare Daniel, e non è questo ciò che voglio.

Indispettita, mi ritrovo a bloccarmi e aguzzare lo sguardo, sorpresa da un particolare lontano. Smuovo con il piede la sabbia, e, con cautela, raccolgo l'orologio da terra - senza nemmeno domandare, una luce splendente mi investe il volto, costringendomi a chiudere gli occhi.
Una luce. Una luce nel buio.

"Spero non ti stessi arrendendo, Rebecca Hamilton."

Bloccata, lascio quella voce spezzarmi in due e gettarmi a terra come spazzatura. Mi volto e ancora non ci credo quando riconosco i begli occhi azzurri del ragazzo, quasi nascosti dai ricci biondi e mai curati.
Daniel Sharman non è mai stato così trascurato. Vestiti sporchi e laceri, capelli incolti e sudati, i graffi sul volto.
Per me, è semplicemente bellissimo.

"Che c'è?" Chiede, con un sorriso. "Hai forse un visto un fantasma?"

Le mie gambe si muovono da sole, costringendomi a correre verso di lui e a saltargli addosso, così da venir inghiottita dal suo abbraccio. Daniel mi sorregge, stringendomi a sé e sopportando le mie lacrime stanche.

"Mi avevi detto che saresti tornato! Me lo avevi promesso!" Maledico, delusa.
Lui mi accarezza i capelli e mi guarda negli occhi, non nascondendo le lacrime nei suoi.

"Sono qui. Sono qui, Becky. Non ti ho mai lasciato."
No, non lo aveva fatto.
Daniel è qui, lo è in carne ed ossa e vivo, ed è tutto ciò in cui speravo.
Quindi, non mi fermo dal baciarlo, stringendo sino a spezzare il colletto della sua maglia e lui ricambia, affogando nel mio profumo.

Una promessa, un'intera vita che si basa su questo.
Un addio, un ritorno. Questa volta, non avrò paura a giurare.
E se il sole non tornerà, vorrà dire che ci ameremo nell'ombra.

Angolo

La fine è giunta❤️

Un po' triste lo sono, la storia non è esattamente come avevo previsto, ma credo sia giusto portare un punto alla storia di Becky e Daniel, per poi rivederla in futuro ❤️

Il finale è positivo, i nostri tesori avranno un bel futuro insieme, sperando nel meglio :)

Spero che la storia vi sia piaciuta e grazie per averla seguita fin qui, siete stati preziosi❤️
Grazie ancora 🥰

Un ultimo a presto,
Giulia

BEFORE DAWN / Daniel SharmanWhere stories live. Discover now