I.

1.3K 52 3
                                    

Un anno dopo, 16 Luglio 2018.

Heléna stava ripensando a tutto quello che, nel giro di un anno, aveva cambiato la sua vita. Il suo lavoro le aveva permesso di diventare finalmente quel qualcuno che aveva sempre sognato seguendo le orme del padre, era riuscita ad entrare nelle grazie di tutti alla Juventus, ma effettivamente non poteva non essere nelle grazie di tutti. Con il carattere che aveva avrebbe potuto tranquillamente licenziare in tronco anche le migliori persone che lavoravano per il padre.

Da quei pensieri, si ridestò solamente quando nel suo ufficio alla Continassa entrò un calciatore. Un nuovo calciatore e non uno qualunque. La Juventus era riuscita a comprare il calciatore più forte del mondo, con lui erano sicuri di poter fare il salto di qualità ed essere nello staff che effettuò quell'acquisto, per Heléna, non poteva che essere un moto di orgoglio e fierezza nei confronti della sua persona e di tutto quello che il suo lavoro le stava regalando, gioie e dolori.

Aveva conosciuto tanta gente in quell'anno di lavoro, era passata da far firmare Federico Bernardeschi, a far firmare Cristiano Ronaldo; e per quando il toscano fosse forte, non c'erano sicuramente paragoni con il portoghese.

-Buenos días Heléna, es un placer verte de nuevo.- esordì Cristiano porgendole la mano. Heléna si alzò in piedi dalla poltroncina in cui era seduta in sala conferenze proprio aspettando lui, la sua famiglia e l'intero staff della società bianconera. Era stata la prima ad arrivare, non voleva perdersi nemmeno un minuto di quella giornata e non vedeva l'ora di poter conoscere finalmente di persona Georgina, avevano parlato molto nel periodo in cui era in corso la trattativa, ma non avevano mai avuto modo di vedersi.

-Ellos son mi novia Georgina, mis hijos Cristiano jr., Eva, Mateo y Alana Martina y mi mamá Dolores.- continuò mostrando alle sue spalle la sua famiglia per intero, Heléna penso di non aver mai visto così tanta eleganza e tanta classe in una sola volta. Anche Alana Martina, benché fosse la più piccola emanava classe ed eleganza mentre stava in braccio alla mamma.

-Es un placer también para mi.- rispose Heléna sempre con fare elegante e formale. Georgina le sorrise vistosamente e le porse la mano facendosela stringere, era una situazione un po' strana, la modella spagnola sembrava quasi disorientata, probabilmente l'aver vissuto tutto in prima persona accanto a Cristiano non era stato poi così facile.

-Georgina.- pronunciò solamente stringendo la mano della mora davanti a lei, squadrandola per un attimo da capo a piedi, ma non con cattiveria o con puzza sotto il naso, ma con ammirazione e lo stesso fece Heléna che ammirava tantissimo Georgina per la donna che era, per la madre che era e per la sua carriera. Vedeva in lei tutto quello a cui lei aveva deciso di rinunciare per seguire il suo sogno di diventare una dirigente della Juventus.

-Heléna.- rispose semplicemente dedicandole un sorriso e facendola accomodare in prima fila davanti al tavolo dove si sarebbe seduto il fenomeno portoghese insieme al padre e a gran parte della dirigenza, tranne lei. Lei sarebbe stata seduta accanto a Georgina e Dolores.

Durante tutta la presentazione rimase seduta a fianco alla giovane modella spagnola e non riuscì nemmeno per un istante a staccare gli occhi da quello che accadeva di fronte a lei. Cristiano Ronaldo stava davvero mostrando la maglia bianconera con il numero sette sulla schiena di fronte ad una mandria di giornalisti che continuavano a far funzionare i loro flash e di fronte agli occhi orgogliosi di Dolores e di fronte allo sguardo innamorato perso di Georgina, si capiva già solo dagli occhi di quella ragazza quanto amasse Cristiano. Anche gli occhi di Cristiano jr. brillavano come non mai nel vedere il sorriso del padre, stravedeva per lui.

Una volta che i giornalisti uscirono dalla sala stampa, dopo altri svariati ed interminabili minuti passati a fare foto su foto, la famiglia Ronaldo insieme alla dirigenza della Juventus si riunirono e decisero tutti insieme di fare un giro per la Continassa, così far conoscere al calciatore i luoghi dove avrebbe passato le sue giornate, per poi mandarlo a cambiarsi per eseguire il primo allenamento con la squadra, il primo da calciatore bianconero.

Nel silenzio di mille parole. | Federico BernardeschiDonde viven las historias. Descúbrelo ahora