XVII.

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Fin da quando era bambina la giornata del trentuno dicembre l'aveva sempre vissuta come una giornata gioiosa. Le erano sempre piaciuti i fuochi d'artificio, giocare con gli altri bambini invitati sempre ai cenoni di casa Agnelli, che solitamente erano i suoi cugini. Adorava passare il tempo con i suoi zii che la facevano giocare continuamente e che la trattavano come la principessa di casa, ma lo zio che più preferiva era quello più fuori dalle righe di tutti ed essere fuori dalle righe non era ben visto nella famiglia Agnelli, specialmente se eri il nipote di Giovanni Agnelli, detto Gianni, forse uno degli uomini più autorevoli che Heléna aveva mai conosciuto.

Lapo era sempre stato il rampollo della famiglia, il figlio ribelle, era sempre costantemente sulle copertine dei giornali per gli scandali di droga e quant'altro e la ragazza ci era rimasta male la prima volta che l'aveva visto, ma aveva imparato a capire il disagio dell'uomo che aveva davanti, il sentirsi inadeguato a quella vita quasi nobile di una famiglia che forse non gli apparteneva più di tanto e, in fin dei conti, lui per lei aveva sempre avuto un occhio di riguardo, una specie di amore incondizionato, forse perché era la prima vera nipote che aveva tenuto tra le sue braccia a soli diciassette anni e si era subito innamorato di quegli occhioni di quel verde chiaro e furbi che lei aveva avuto fin da bambina.

Anche quella mattina, il suo primo pensiero andò allo zio che non sentiva da qualche settimana, che probabilmente avrebbe passato il Capodanno oltreoceano come faceva sempre. Diceva sempre che New York era la sua vera casa, una città che non dorme mai, una città dove c'è sempre vita, dove c'è sempre movimento e lui aveva bisogno solamente di quello, di quella vita movimentata che a Torino non si sarebbe mai potuto permettere.

Si era appena svegliata, era in una baita delle dolomiti con il suo ragazzo, con i suoi migliori amici; eppure, non riusciva a realizzare che sarebbe stato il primo vero Capodanno che non avrebbe passato con Lapo. Gli mandò solamente un messaggio e riappoggiò il cellulare al comodino per poi tirarsi di nuovo le coperte fin sopra il naso.

Le bastò girarsi un attimo per vedere Federico accanto a lei e tutta la nostalgia del passato scomparve, sapeva che aveva davanti a lei il suo presente e voleva viverlo al massimo. Non voleva nemmeno pensare troppo al futuro, voleva solamente vivere il suo presente al fianco di Federico, viaggiare, cantare, ballare, cucinare, fare l'amore in ogni dove, perché come si sentiva quando era con lui era qualcosa di inspiegabile e incredibile per una come lei.

Portò lo sguardo sul viso del ragazzo ancora addormentato accanto a lei. Le sue labbra accennavano appena un sorriso, forse stava sognando qualcosa di bello e lei non poté fare a meno di sorridere e spostare lo sguardo lungo il collo e poi abbassarlo appena sui pettorali prima di incontrare il piumone che le impediva di vedere oltre. I capelli leggermente ricresciuti gli si adagiavano sulla fronte quasi in ordine perfetto e lei sorrise ancora, non riusciva a togliersi il sorriso dalle labbra quando si trattava di Federico. Era quasi incredibile, quando aveva deciso di dargli una seconda possibilità l'aveva fatto ascoltando il cuore, discostandosi completamente da quello che lei era sempre stata, quella persona razionale che il cuore lo tirava fuori pochissime volte, eppure con lui l'aveva fatto.

Heléna si avvicinò leggermente a lui e gli si rannicchiò accanto respirando il suo profumo e appoggiando la guancia al suo petto. Lui si svegliò appena e vide solamente i capelli biondi della ragazza sotto di lui, sorrise e circondò il suo corpo con le sue braccia per poi lasciarle un bacio sulla fronte. Quando la vedeva rannicchiata addosso a lui non poteva fare a meno di pensare che finalmente potevano essere felici, che lui era riuscito a riconquistarla e che l'aveva fatto mettendoci tutta l'anima dimostrandole di essere davvero innamorato di lei.

Heléna chiuse gli occhi e si lasciò cullare da quel mare di sensazioni positive che le stavano invadendo il corpo, ma lo sapeva, sapeva che con lui sarebbe stato così, che sarebbe stata felice, che lui l'avrebbe fatta felice in ogni modo possibile. Sentì Federico sospirare rumorosamente per poi stringere le braccia attorno al suo corpo e lasciarle un altro bacio sulla fronte. -Buongiorno.- sussurrò a malapena lei, alzando il viso per incrociare lo sguardo con quello di Federico che si era appena svegliato e non riusciva nemmeno a tenere gli occhi troppo aperti.

Nel silenzio di mille parole. | Federico BernardeschiDonde viven las historias. Descúbrelo ahora