Capitolo Ventotto

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Quando sentì bussare alla sua porta, James andò subito nel panico. Era certo che ci fosse Milton dall'altra parte, e dopo quello che era successo con sua sorella a Rhodes non voleva incontrarlo.

Sua moglie, al contrario, era tranquilla, questo perché ignara dell'accaduto, e mentre James si allontanava il più possibile dalla porta lei l'aprì con tutta la calma del mondo, ovviamente con un sorriso raggiante stampato in faccia.

Come volevasi dimostrare, c'era l'agente Milton sulla soglia. Anche lui sorrideva, ma al contrario di quello di Sarah il suo ghigno non era per niente rassicurante.

"Signora West" salutò, superandola ed entrando in casa senza chiedere.

Anche se Sarah non apprezzò quel gesto scortese, continuò a sorridere.

"Salve, signor Milton. A cosa dobbiamo la sua visita?" domandò all'uomo, chiudendo la porta.

"Sono qui per suo marito, signora" rispose lui, togliendosi il cappello.

Sentendosi chiamato in causa, James fece un passo avanti, posizionandosi d'istinto davanti ai suoi figli come a volerli proteggere. Rivolse al suo capo uno sguardo glaciale, che per un attimo lo fece rabbrividire.

"Cosa vuoi, Andrew?" domandò, freddo.

"Come sei scortese oggi! Tutto bene?" osservò lui, fingendo preoccupazione.

"Si, sto bene. Ora dimmi cosa vuoi e poi esci da casa mia"

Milton iniziò stranamente a passeggiare per il salotto, il passo lento, guardandosi intorno. Ogni tanto si soffermava ad osservare uno degli ornamenti decorativi della stanza, a volte prendendolo persino in mano per esaminarlo al meglio.

La famiglia si limitava a osservarlo congelata sul posto, senza aprire bocca.

James in cuor suo traboccava di rabbia e avrebbe tanto voluto spaccare la faccia a Milton in quel momento. Ma si trattenne: non poteva rischiare di mettere in pericolo la sua famiglia.

"Dimmi, James, hai visto per caso Allison di recente?" domandò ad un tratto l'agente, mentre esaminava un piatto in ceramica dall'aria non troppo costosa.

James impallidì, sorpreso da quella insolita domanda, anche se l'ira nei confronti dell'uomo non accennava ad attenuarsi.

"Mia sorella? No, ovviamente. Voglio dire, l'ho vista a Rhodes, qualche tempo fa. C'eri anche tu, ricordi?" rispose, sperando che l'uomo non si insospettisse.

"Si, me lo ricordo..." confermò Milton, riponendo il piatto al suo posto per guardare meglio James. "Intendevo, l'hai vista in questi giorni?"

"N-no... Perché me lo chiedi?" rispose il ragazzo, la voce tremolante.

"Vedi, la tua sorellina non è proprio in ottimi rapporti con la legge..." esordì Milton, prossimo ad arrivare al vero motivo che lo aveva spinto a venire fin lì.

"Questo già lo sapevo. Quindi?" lo interruppe James.

Milton si incupì, il ghigno che aveva sul volto sparito.

"Vado dritto al punto. Dimmi dove si trova" ordinò.

James si paralizzò.

Non lo sapeva, e anche se lo avesse saputo non avrebbe risposto nemmeno sotto tortura.

Non poteva fare quello a Allison. Non dopo quello che le aveva fatto passare, sparendo dalla circolazione.

E poi, sua sorella l'avrebbe certamente coperto, se i ruoli fossero invertiti.

"N-non lo so" rispose quindi James.

A quella risposta negativa, Milton si avvicinò di più al ragazzo, con fare minaccioso.

[1] CrueltyWhere stories live. Discover now