Capitolo Trentanove

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James aprì lentamente gli occhi e mosse il capo nella direzione di Sarah, girata dalla parte del muro e ancora dormiente.

Il ragazzo decise però di lasciarla riposare per il momento, nonostante il sole fosse ormai alto nel cielo, così si mise seduto sul letto e si tolse le coperte di dosso, per poi alzarsi e dirigersi verso il suo armadio, per vestirsi. Ma poi, ora che ci pensava, non avrebbe senso svegliare sua moglie, in quanto sarebbe comunque dovuta restare a letto.

James indossò lentamente camicia e pantaloni, infilò poi gli stivali ai piedi e sistemò la cintura. Si soffermò per un attimo davanti allo specchio, a contemplare il suo riflesso.

Era cambiato molto durante gli anni in cui era stato al servizio di Milton. Non solo di aspetto, ma anche il suo modo di vedere le cose era diverso.

Avrebbe tanto voluto continuare a riflettere su quelle cose, ma si ricordò improvvisamente della riunione fissata da Dutch per quella mattina, e di certo il suo capo non avrebbe gradito un suo ritardo. Così indossò il cappello e lasciò la stanza.

Già mentre scendeva le scale poteva udire le voci di alcuni membri della banda, segno che la riunione stava iniziando. Affrettò il passo, ma non appena mise piede nella stanza indicatogli da Dutch, ovvero un salottino situato vicino all'ingresso, si accorse che in realtà non c'era ancora quasi nessuno.

Vide Dutch parlare con Hosea e Micah, e poi John, che annoiato concentrava tutta la sua attenzione ai suoi stivali.

Dutch si accorse di James, così lasciò per un attimo soli i suoi due interlocutori per accoglierlo. Gli diede un'energetica pacca sulla spalla, rischiando quasi di farlo cadere a terra, e sorrise.

"Ah, sei venuto, ragazzo! Gli altri arriveranno presto, sono andati un attimo a bersi un caffè. Tu nel frattempo puoi sederti là" disse, e indicò una sedia accanto a quella di John.

James accennò ad un sorriso, per poi avviarsi verso il posto che gli era stato assegnato. Sedette sulla sedia scricchiolante e si voltò per guardare il suo vicino.

"Allora... Come stanno Abigail e Jack?" chiese, per rompere il ghiaccio.

"Bene. E i tuoi figli invece?" domandò John.

Evitò appositamente di parlare di Sarah, consapevole che fosse un argomento delicato.

"Adesso sono felici, dopo chissà quanto tempo. Fortunatamente hanno trovato un altro bambino con cui giocare, qui nella banda"

"Già, anche se mi sembra di notare che Annie preferisca passare il tempo con gli adulti" disse John, ridacchiando.

James si unì a lui.

La porta principale si aprì e i restanti invitati alla riunione fecero il loro ingresso nella stanza e presero posto sulle sedie, parlando tra di loro. Ovviamente, Allison e Arthur si accomodarono accanto ai loro amici.

"Ehi, ragazzi! Dormito bene?" domandò Allison, sorridendo.

Sembrava allegra, il che era una novità, considerando che di solito aveva pochi motivi per esserlo.

James sorrise a sua volta.

"Oggi ti vedo in forma Allison. Più... felice. È successo qualcosa?"

Allison e Arthur si scambiarono un'occhiata complice e scoppiarono a ridere.

James capì a cosa probabilmente i due stavano pensando e scosse così la testa, dimostrando il suo disappunto e al tempo stesso la sua rassegnazione al fatto che i due non sarebbero mai cambiati.

John sghignazzò, ma lo fece solo per nascondere il suo dolore. Il pensiero che Allison 'appartenesse' a qualcun'altro lo mandava fuori di testa, ormai se n'era reso conto, e dopo una notte passata a riflettere e a rimuginare su quelle sensazioni aveva tratto le conclusioni: era innamorato di Allison.

Ebbe però poco tempo per rifletterci ancora, in quanto Dutch aveva richiamato il silenzio e invitò gli ultimi arrivati a prendere posto, se ancora non l'avevamo fatto, e dopo aver lanciato delle rapide occhiate a tutti i presenti cominciò il suo discorso.

"Amici! Grazie per essere venuti. Come voi sapete, il piano per vendicarsi di Bronte ha avuto successo, quindi ora non ci resta altro da fare che rapinare la banca di Saint Denis! Io e Hosea abbiamo già elaborato un possibile piano, e vorrei sapere cosa ne pensate"

Hosea affiancò Dutch, prendendo la parola.

"Ciò che abbiamo pensato consiste in questo. Prima di tutto, io e Abigail creeremo un diversivo e a quel punto voi entrerete in gioco. Rapinate quindi la banca e cercate di filarvela prima che arrivino le autorità. Se vi sbrigate, dovreste riuscire a fuggire prima che la situazione si trasformi in un massacro"

Ci fu qualche secondo di silenzio.

"Devo ammetere che non è niente male questo piano" commentò poi Arthur.

"Se posso dire la mia, dovremo evitare di coinvolgere Abigail. Non voglio che le succeda qualcosa" intervenne John.

"Tranquillo, abbiamo pensato anche a questo" disse Dutch, tentando di rassicurarlo.

"Qualcun'altro vuole esprimere la sua opinione?" domandò Hosea agli altri.

"Credo di no, Hosea. Potete quindi andare. Riposatevi, che domani si parte. E vestitevi bene, si viaggia leggeri" disse Dutch, allontanandosi.

Il resto della giornata fu piuttosto noioso per i partecipanti della riunione. Trascorsero le ore che li separavano dalla rapina tutti insieme, a eccezione di Micah, Hosea e Dutch, a parlare o a giocare a poker, cercando di allentare la tensione.

A quanto pare funzionò, perché la mattina dopo tutti erano più che pronti.

Come richiesto, indossavano abiti eleganti, come quella volta della festa a casa del sindaco, solo che Allison era ovviamente svantaggiata, in quanto la gonna molto pronunciata che indossava, oltre a essere piena di pizzi e ghirigori, era piuttosto scomoda, e non essendo di certo dotata di fondina per la sua pistola era stata costretta a nasconderla nella sella di Aaron. Sulla testa portava un cappello, identico a quello che indossavano le donne dell'alta società di Saint Denis, provvisto persino di piuma d'uccello raro palesemente falsa.

Ma andava bene. Non le importava se i suoi abiti fossero di qualità o no, dato che li odiava.

"Questo vestito prude!" si lamentò, afferrando un lembo dell'abito.

"Fattelo piacere. Non posso pensare anche a questo, con tutto quello per cui invece mi devo realmente preoccupare" le disse però Dutch, salendo a cavallo.

Allison sbuffò e si avvicinò ad Aaron, alzando però la sua gonna che non faceva altro che farla inciampare.

Fortunatamente, dato che non si vedevano da sotto il vestito, le avevano concesso di indossare i soliti stivali comodi, altrimenti sarebbe letteralmente impazzita.

Una volta vicino al cavallo, però, non riuscì nemmeno a salire in sella, ostacolata dal fastidioso abito.

Vedendola in difficoltà, Arthur accorse in suo aiuto.

"Serve una mano, signorina?" le domandò ironico.

Allison sorrise e annuì, così lui la prese in braccio e la sistemò sulla groppa del cavallo.

"Grazie, Mister" ringraziò lei, stando al suo gioco.

"Di nulla" ribatté lui, togliendosi il cappello con gesto eclatante.

"Smettetela di giocare, voi due! Abbiamo una missione da compiere" li riprese però Dutch, interrompendo il loro divertimento.

Arthur sbuffò, ma poi sorrise. Si aggiustò nuovamente il cappello sul capo, tornò al suo cavallo e salì in sella.

Il gruppo poi partì. In testa vi era un carro, guidato da Hosea e Abigail, e a seguire Dutch, Allison, Arthur, John, James, Micah, Lenny, Javier, Charles e Bill.

Procedettero uniti, spostandosi in un unico movimento, fino alla loro destinazione: la banca di Saint Denis.

[1] CrueltyWhere stories live. Discover now