Capitolo Quarantaquattro

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Quando, un paio di ore più tardi, Allison aprì finalmente gli occhi, la prima cosa che vide fu un cielo azzurro e limpido steso sopra la sua testa. In seguito le sue iridi incontrarono il sole e allora dovette serrare nuovamente le palpebre, per poi spalancarle nuovamente dopo un paio di secondi.

Lentamente, anche il resto dei suoi sensi ripresero a funzionare e la sua pelle percepì qualcosa di caldo e pizzicante sotto di lei. Pur ancora stordita, provò a tastare il terreno e scoprì che si trattava di sabbia.

Dunque si tirò su, mettendosi seduta, e si guardò intorno. Si trovava su un'enorme spiaggia che si estendeva per chilometri e chilometri, continuando anche oltre laddove si fermava la sua vista. Il mare di fronte a lei era calmo e cristallino e il forte odore di sale penetrò immediatamente nelle sue narici. Alle sue spalle, una giungla gigantesca faceva da fondale.

Solo dopo aver fatto una panoramica del paesaggio circostante, Allison iniziò ad esaminare se stessa. Era completamente fradicia e i suoi capelli erano spettinati e pieni di nodi. Il vestito che indossava era ormai ridotto ad uno straccio bucato e una delle sue scarpe era sparita.

Scoraggiata, Allison si tolse anche l'altra, abbandonandola sulla battigia. Successivamente, barcollando, si alzò in piedi e solo in quel momento si rese conto di essere completamente sola in quel luogo sconosciuto.

Le venne da piangere, ma era talmente disidratata che la propria riserva di lacrime era a secco, così scosse la testa e si sforzò di restare concentrata.

In quel momento riaffiorarono mille ricordi: lei che si gettava in mare, talmente gelido da opprimerle il respiro, il tronco galleggiante che aveva disperatamente cercato di raggiungere, le urla di Arthur e James.

Le venne da piangere, ma era talmente disidratata che la propria riserva di lacrime era a secco, così scosse la testa e si sforzò di restare concentrata.

Iniziò quindi a vagare per la spiaggia senza una meta precisa, dirigendosi verso sud. Si accorse solo in quell'istante che il sole non era ancora totalmente sorto, ma era ancora l'alba.

Camminò per quasi due ore, ma a lei sembrarono due giorni. Era stanca, affamata e soprattutto affranta.

Aveva perso tutto: l'uomo che amava, il fratello, il padre che l'aveva cresciuta. E si, nonostante sostenesse il contrario, perdere anche Dutch era stato un duro colpo. Chissà dove sono in questo momento. Ma saranno ancora vivi? Sono morti nell'incendio? O forse affogati?

Allison non voleva nemmeno pensarci. Preferiva credere che fossero ancora tutti interi e che la stessero cercando. Sicuramente Arthur non avrebbe avuto pace finché non l'avesse ritrovata, viva o morta che sia.

Ad un certo punto, però, le sue gambe cedettero completamente. Si lasciò quindi cadere sulla sabbia, adesso calda ora che il sole era totalmente sorto, e scoppiò in lacrime.

"Sono stata una completa idiota, a saltare giù," disse.

"In effetti lo sei stata. E continuerai ad esserlo, West," confermò una voce.

Dopodiché una risata riecheggiò per tutta la spiaggia spingendo quindi Allison a voltarsi, e credetemi quando vi dico che fu la prima volta in cui fu felice di vedere Micah.

Si trovava a qualche metro da lei e la guardava, ghignando come al suo solito. Aveva un aspetto più trasandato del normale e in generale non sembrava nemmeno nel pieno delle sue forze. Presentava vestiti logori e strappati, la pelle bruciata dal sole e la barba stranamente più lunga del solito, nonostante fossero passate si e no sette ore o giù di lì, da quando si erano separati.

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