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A quelli che
in una notte d'inverno
guardano su e
contano le stelle

A quelli chein una notte d'invernoguardano su e contano le stelle

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-𝑳𝒊𝒃𝒓𝒂𝒆

Taehyung non si ricordava il momento esatto in cui aveva smesso di importargli il giudizio altrui.

Forse era stato anni addietro, durante il liceo, quando decise di fare coming out, sicuro che le opinioni esterne non avrebbero inciso sul suo comportamento.

Oppure fu quando, l'anno scorso, decise di sputtanare pubblicamente il suo ex ragazzo, dopo aver subito mesi e mesi di violenze fisiche da parte di quest'ultimo.

O forse fu proprio la settimana scorsa, quando, stufo e sfinito dalla gabbia morale e cristiana in cui lo avevano costretto i suoi genitori, decise di andarsene di casa, convinto che il suo spirito libertino non rasentasse più l'immagine di figlio perfetto che i suoi genitori gli avevano cucito addosso da quando era al mondo.

Taehyung aveva bisogno di staccare la spina. Aveva bisogno di mollare le redini della falsità e della finta benevolenza che lo concatenavano alla sua famiglia, troppo tradizionalista e vecchio stile per un animo così esuberante ed energico come il suo.

Prese la sua decisione in un pomeriggio, dopo che udì per la prima volta le parole "matrimonio" e "ragazza" uscire dalla bocca di suo padre e sua madre acconsentire tacitamente. Non sarebbe rimasto un attimo di più a contatto con le persone che volevano forzarlo a fare qualcosa che non rientrava nelle sue corde.

Così fece, preparó un borsone con lo stretto indispensabile, sistemó il suo amato violino dentro la sua custodia, racimoló i suoi pochi averi degni di nota e si chiuse la porta alle spalle. Si preoccupó solo di lasciare un misero biglietto sul tavolo della cucina, spiegando che sarebbe stato bene e che sarebbe stato via per un po', sperando con tutto il cuore che i suoi non avrebbero dato di matto il giorno seguente.

Lo aspettava un lungo viaggio in metropolitana, chè la sua destinazione era dall'altra parte di Seoul, troppo vicina e al tempo stesso così lontana da casa.

Quando quella notte stessa arrivó di fronte alla porta del condominio - che sarebbe stata la sua nuova casa, con un pizzico di fortuna - si ritrovó impaurito dall'ammontare di sensazioni spiacevoli ed eccitanti che gli pervadevano il corpo.

Era scappato di casa all'età di ventitré anni, conscio che un atto del genere avrebbe tagliato del tutto i ponti con i suoi genitori. Da una parte era spaventato, perchè per la prima volta si trovava sulle spalle le responsabilità della sua stessa vita, dall'altra, era tremendamente eccitato per questo repentino cambio di programma.

Taehyung suonó il campanello e dopo qualche attimo, una voce assonnata risuonó nell'aria calda e torbida di settembre, chiedendo spiegazioni sull'identità di quel seccatore notturno.

L'argenteo rispose senza giri di parole e una volta sentito il click di apertura, si precipitó all'interno dell'edificio con il borsone che gli dondolava sul fianco.

Salì i gradini due a due, finchè non giunse davanti ad una porta aperta, che lasciava trapelare il quantitavo di luce necessario per illuminare l'uomo sull'ingresso. Taehyung si avvicinó cautamente e con un debole sorriso stampato sul volto alla vista di suo fratello sbalordito e incazzato per aver interrotto il suo sonno prezioso.

- Spero non sia un problema per te - sussurró nella penombra il fuggitivo.

- Entra - fu tutto quello che disse Seokjin, prima di farsi da parte per farlo entrare e richiudere la porta.

Spazio autrice

QUINDIII.
Questo è il cortissimo prologo che darà il via a questa nuova storia.
Ci tenevo a darvi un piccolo assaggio.

Non so quando posteró il prossimo capitolo (la maturità per me finisce il 10 luglio).

Detto questo spero vi sia piaciuto!
Fatemi sapere cosa ne pensate.

𝘖𝘶𝘳 𝘓𝘢𝘴𝘵 𝘋𝘶𝘦𝘵 || 𝑽𝒌𝒐𝒐𝒌 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora