22. +23° 35′ 45''

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-𝑳𝒂𝒎𝒃𝒂 𝑨𝒓𝒊𝒆𝒕𝒊𝒔

- Non credi che questi vestiti siano di troppo? -
- Sì, decisamente - affermó Taehyung con un sorriso. Era sempre più sorpreso degli atteggiamenti che assumeva Jungkook in momenti come quello. Era spavaldo, audace. Sembrava, che per un momento, il brunetto si fosse spogliato di tutta la vergogna che lo concatenavano alla sua persona.
Così sorprendente, così sconcertante, che Taehyung non sentì altro che un profondo ruggito sgorgargli dal profondo del cuore e riversarsi sul corpo di Jungkook sotto forma di graffi e carezze, morbida come velluto.
Il violinista slacció il nodo del laccio della tuta che stringeva la vita del più piccolo, liberandolo anche di quell'indumento, senza inibizioni.
Non riusciva a fermarsi, non riusciva a imporre al proprio corpo di rallentare, e come avrebbe potuto con un ragazzo del genere davanti a lui?
Gli posó le mani sulle spalle, guidandolo, per farlo stendere sul divano. Aveva l'impellente bisogno di sentire il sapore di Jungkook sulla lingua, benedirlo con le sue labbra sporche, esattamente come le parole di Dio diventano preghiere per i fedeli.
Gli sistemó un cuscino sotto la nuca, per farlo stare comodo e prima di ritirare la mano gli accarezzò una guancia bollente di passione.
- Che vuoi fare Taehyung? - chiese preoccupato il moro, alzando la testa per vedere cosa stesse combinando l'altro.
- Tu fidati di me - sussurró, prima di abbassargli i boxer e lanciarli dall'altra parte della stanza.
- È un po' difficile quando non vedo cosa stai facendo, sai? - ribattè il più piccolo, cercando di sdrammatizzare il senso di profondo nervoso, dovuto alla troppa eccitazione che gli brulicava a fior di pelle.
- È proprio questo il bello di fidarsi di qualcuno. Non sai con certezza cosa accadrà, nessuno lo sa, ma dopotutto c'è sempre qualcosa che ci spinge a fidarci ciecamente delle altre persone, non siamo fuori di testa forse? - chiese Taehyung gentilmente, strisciando il palmo contro l'erezione prominente di Jungkook con fare tranquillo e rilassato. Quasi stesse discutendo quale pietanza scegliere dal menù.
Il moro si sentiva morire. Quella mano, quella mano bastarda, gli faceva ribollire il sangue nelle vene e Taehyung era lì, bello come i girasoli di Van Gogh, mozzafiato come un tramonto in pieno autunno e lo scrosciare delle onde in inverno, che parlava fino allo sfinimento, con noncuranza, come se non lo stesse masturbando al di sopra del sottilissimo tessuto dei boxer.
Taehyung parlava tanto, forse anche troppo per un animo silenzioso e taciturno come Jungkook, eppure, quella miriade di parole accatastate e impilate avevano il potere di distrarlo, di lasciarlo andare alle carezze maliziose del suo amante.
Jungkook annuì prepotentemente, incapace di dire altro, che in quel momento la voce era tutto un flebile sospiro.
Taehyung sorrise impercettibilmente.
Già si preagustava con la mente i suoni sporchi e acuti che avrebbero emesso le piccole labbra rosee di Jungkook, un accavallarsi di gemiti e sospiri profondi. Si sistemó meglio, mettendosi in mezzo alle gambe toniche e spalancate del suo ragazzo, la pancia a contatto con il divano e le caviglie incrociate.
Quando gli abbassó le mutande, per liberarlo anche di quell'ultima barriera, si fermó un attimo, il tempo di guardarlo negli occhi e rassicurarlo con uno sguardo.
- Ti piacerà, ne sono convinto - e dette quelle ultime sacrosante parole, le labbra di Taehyung si avventarono sull'erezione di Jungkook.
La reazione del moro non tardó molto ad arrivare. Jungkook inarcó la schiena, stringendo i pugni con quanta più forza possibile, chè il controllo della situazione gli era completamente sfuggito di mano.
Sudava freddo Jungkook, il cuore che minacciava di schizzargli in gola, mentre si beava della lingua vellutata e bagnata di Taehyung, che non lasciava spazio all'immaginazione.
Non resistette e flettè il collo, lo stretto necessario per godersi lo spettacolo.
Il violinista era impegnato a succhiare, le labbra carnose grondanti di saliva che slittavano sul cazzo del più piccolo con velocità, gustandosi il sapore sulle papille gustative.
- Taehyung - riuscì a dire Jungkook, tentando in tutti i modi di non strozzarsi con i suoi stessi gemiti.
- Non dirmi che non ti piace o potrei offendermi davvero - disse il più grande, masturbando il suo ragazzo con entrambe le mani.
Quel gioco di sguardi, quel battibecco di sentenze non sputate, la complicità che si riversava sui loro corpi caldi e sudati, rendeva ancora tutto più complicato per Jungkook.
C'erano due cose al momento che il moro proprio non poteva tollerare, la prima che Taehyung si fosse fermato, perché quanto erano vere le stelle nel cielo, desiderava ancora la sua bocca su di lui, e la seconda era che il violinista era ancora completamente e dannatamente vestito dalla testa ai piedi.
Perciò non si scompose quando, con gentilezza ma anche con fermezza, strinse le ciocche lunghe di Taehyung per spingerlo di nuovo ad aprire la bocca per accoglierlo fra le labbra.
Spalancó la bocca quando sentì di nuovo quella maledetta lingua lambirlo e leccarlo, divertendosi a portarlo vicino al limite ma senza farlo venire.
Jungkook davvero non ce la faceva più.
- Ora basta - sussurró con difficoltà, la voce roca e bassa per i molteplici orgasmi non consumati.
Le mani si muovevano veloci ed impacciate per rimuovere i vestiti di Taehyung, facendo saltare i bottoni imbranato com'era, ma al momento non poteva importargli altro se non sentire Taehyung sotto le sue mani.
Il castano ghignó una volta completamente nudo sotto lo sguardo languido del suo ragazzo.
Non seppe se era per la foga per il momento o se aveva davvero perso la testa, ma il violinista non ci pensó due volte ad abbassare le mani, a far scontrare i loro corpi con un colpo deciso e cominciare a masturbare entrambi, con l'eccitazione che si arrochiva nella gola a forza di gemiti e sospiri.
Se Jungkook non era un tipo molto loquace in qualsiasi altro contesto, poteva dirsi soddisfatto di come reagiva in quelle situazioni. Era tutto un oh, Taehyung, continua, ti prego, ti prego non smettere.
E diamine, non avrebbe smesso neanche sotto tortura.
- Taehyung non ce la faccio più - sussurró il più piccolo e quello che successe dopo Taehyung non lo realizzó nemmeno.
Si era ritrovato a gemere come un pazzo, piegato in avanti con i gomiti pronti a sorreggersi sul bordo del divano, mentre Jungkook spingeva prepotentemente dietro di lui, il suo cazzo che gli scivolava fra le carni strette.
Le unghie del suo uomo che lo graffiavano, che lo reclamavano, incidendogli le spalle con solchi profondi, il suono delle loro pelli che sbattevano che non faceva altro che mandarlo in estasi.
- J-Jungkook? - chiese Taehyung con voce debole.
- Jungkook? - lo richiamó, l'altro troppo impegnato a continuare per sentirlo.
- Ti sto facendo male? - domandó il moro spaventato, fermando di colpo i suoi movimenti.
- No, sei bravissimo. Ma ti prego... - Taehyung tentó di racimolare un po' di coraggio per fargli quella richiesta, che il sesso era ancora qualcosa di strano ed estraneo per Jungkook e non voleva minimamente spaventarlo ulteriormente.
- Cosa c'è? - il più piccolo cominciava a spaventarsi, preoccupato di aver fatto qualcosa di sbagliato. Erano le sue prime volte alla fine dei conti, chissà quanto doveva star soffrendo Taehyung! Sperava tanto di essere alla sua altezza.
- Metti una mano sulla mia gola e stringi, ok? - spiegò.
- Così? - domandó imbarazzato Jungkook, che non capiva davvero il perchè di quella strana richiesta.
- Ancora un po' - gli avrebbe staccato la testa dal collo, pensó Jungkook, ma non fece altro che esaudire la sua richiesta.
- Oh, oh perfetto, puoi continuare - e quando riprese il ritmo, affondando nelle pareti strette del suo amante, Jungkook giuró di perdere definitivamente la testa.
I versi di Taehyung erano così soddisfacenti, così densi di godimento, tanto che giuró di venire all'istante solo nel sentire quei gemiti. Avvicinó il corpo, senza smettere di scoparlo, in modo tale da far scontrare la schiena di Taehyung con il suo addome.
- Ci sono quasi, ci sono quasi - sospiró Taehyung in preda alle onde dell'orgasmo.
Fu difficile percepire il rumore di qualcuno che bussava alla porta, tanto che servirono tre tentativi e i nomi di Jungkook e Taehyung urlati a gran voce.
- Taehyung! Ehi Taehyung! Jungkook! So che siete qui dentro! -
Il corpo di Jungkook si immobolizzó nel sentire la voce di Seokjin, paralizzato come un pezzo di ghiaccio.
- Ma tu guarda sto stronzo, figlio di... - esordì Taehyung, sbuffando e alzando gli occhi al cielo.
- Ehi! Qualcuno mi risponde? - continuó, riempiendo la porta di pugni.
- È lo volta buona che lo ammazzo - Taehyung si staccó con riluttanza dal corpo caldo di Jungkook e oltre a scusarsi per l'indecenza del fratello gli chiese di andare in camera, promettendo che lo avrebbe mandato via e che avrebbero continuato non appena se ne fosse liberato.
Con rabbia prese un cuscino per coprirsi l'erezione e andó alla porta, aprendola in grande stile e con nonchalance.
- Che cazzo vuoi Jin? - chiese, sorridendo falsamente.

- AH! Te lo avevo detto che stavano scopando Nam! -
rló il viola per fare il pollice in su al suo compare.
Namjoon d'altro canto, si schiaffeggió una mano sulla fronte, incredulo che le premonizoni di Seokjin si fossero davvero avverate.
- Seokjin. Non lo ripeteró un'altra volta, che vuoi? -
- Venite di là a giocare a mahjong? - domandó Seokjin tranquillo, indicando l'appartamento con un dito.
- Mi stai prendendo per il culo - era più un'affermazione che altro, si disse Namjoon, che divertito assisteva alla scena di un Taehyung mezzo nudo, incazzato e sarcastico sull'ingresso che cercava in tutti i modi di non ammazzare quel rompiscatole di suo fratello.
- No! Sono serio! Dai ma che ti costa? - a quella domanda il violinista si voltó, cercando di capire se Jungkook non fosse troppo vicino per ascoltare ciò che avrebbe detto di lì a breve.
- Stavo scopando Seokjin. S-c-o-p-a-n-d-o. Non so cosa non ti è chiaro della situazione, mh? -
- E fai in modo che l'interruzione non sia vana allora! - replicó il fratello, obbiettando.
Taehyung sbuffó, indeciso se lanciare il cuscino addosso a suo fratello o sbattergli direttamente la porta in faccia.
- Sono serio Tae, ho anche bisogno di parlare, credo - aggiunse.
- Dammi quindici minuti, anzi no, mezz'ora. E ora fila, stronzo - disse il castano stizzito, senza però riuscire a trattenere un sorriso. Se Seokjin aveva bisogno di parlare allora la questione cambiava, non si sarebbe di certo tirato indietro.
- Grazie Tae! - il ringraziamento di Seokjin venne soffocato dal rumore della porta che gli venne repentinamente spattuta in faccia.
- Beh l'ha presa bene, no? - Namjoon scoppió a ridere.

~

Dall'altra parte del quartiere di Hongdae, una bottiglia di vino giaceva vuota sul tavolino del soggiorno di Yoongi.
- Jimin? - chiamó il pianista, sistemando le carte sul tavolo. Il rosa sbucó dalla cucina, un'altra bottiglia di vino rosso fra le mani esili, le guance rosee per l'alcol.
- Ti va di giocare a strip poker? - chiese serafico l'uomo, mescolando il mazzo di carte con la dovuta lentezza.
- Sai già la risposta -

Nota autrice

Per tutte quelle persone che ieri mi hanno implorato per il continuo, le vostre preghiere sono state ascoltate.
E buona pasqua ❤️
Spero vi sia piaciuto e il prossimo capitolo sarà dedicato in parte anche ai nostri Yoonmin :)

𝘖𝘶𝘳 𝘓𝘢𝘴𝘵 𝘋𝘶𝘦𝘵 || 𝑽𝒌𝒐𝒐𝒌 Where stories live. Discover now