Un'amara scoperta

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"Soffre più chi spera sempre
o chi non sperò mai in nulla?"
(Pablo Neruda)
•••
Jacob

Sono stato stupito da una moltitudine di avvenimenti nel corso della mia vita: il primo schiaffo ricevuto da mio padre dopo la sconfitta subita in una partita dalla mia squadra di calcetto, l'umiliazione dipinta negli occhi di mia madre una volta compreso che la nostra famiglia sarebbe stata destinata a sgretolarsi, i singhiozzi disperati di Thomas.

L'attimo in cui sono intrappolato è stato appena aggiunto a questa assurda lista.

Il silenzio che alleggia nell'aria si tramuta in rumore assordante alle mie orecchie.
Un suono che segue il ritmo dei miei battiti impazziti, segue la corsa dell'adrenalina nelle mie vene.

La rabbia si diffonde a ondate dal mio corpo, apro e chiudo i pugni cercando di stemperare la tensione, ma non ottengo alcun sollievo.

Continuo a osservare il tutto senza proferire parola.

Percorro con lo sguardo la figura di Noah, lo stronzo non accenna a muoversi: mi osserva trionfante nei suoi orribili boxer, una mano appoggiata alla porta e l'altra tra i capelli.
Indietreggio alla vista del suo viso mal ridotto: una costellazione di lividi di diversa tonalità e grandezza gli deturpa i lineamenti.

I miei occhi poi si rivolgono a lei.

La chioma castana le ricade sul viso oscurandone parzialmente i lineamenti, nonostante ciò però riesco a intravedere lo sconcerto che le contrae il volto in una smorfia.

Il petto le si alza e le si abbassa velocemente, al ritmo dei suoi respiri concitati.

"Ma che sorpresa." Mi sento pronunciare, il mio tono trasuda amarezza.

Punto le mie iridi su Elisabeth.
Lei scosta con sveltezza i capelli dagli suoi occhi, occhi che rimbalzano ripetutamente tra me e Noah.

Le osservo la bella bocca rosea: quelle stesse labbra che l'altra sera ero pronto a fare mie adesso potrebbero già appartenere a qualcun'altro.

Raccolgo le ultime briciole di autocontrollo rimastomi, poi decido di parlare.

"Toglimi una curiosità..." Annuncio, puntando un dito contro Beth.
"Da cosa ti sei fatta abbindolare? Sono stati i lividi o il suo comportamento da cane bastonato in cerca di tue attenzioni?"

Avverto Noah trattenere un ringhio, ma la mia totale attenzione è rivolta a lei.
Beth sussulta nel sentire le parole taglienti che le rivolgo, il corpo le si contrae in tensione.

Avanza di qualche timido passo verso me.
"Io non..." Tenta di giustificarsi, di provare a spiegare l'evidente, ma non le lascio tregua.

"Tu no... cosa, Beth? Per tutto questo tempo ti sei dimostrata diffidente nei miei confronti: la tua mente è affollata da dubbi e interrogativi su di me.
Sei così spaventata da ciò che potrei essere, eppure ne sei terribilmente attratta al tempo stesso. È palpabile, lo sento."
Scuoto la testa al ricordo dolce amaro del nostro mancato bacio.
"Alla fine però hai ceduto a qualcosa di più sicuro, più prevedibile, qualcosa che puoi controllare. Le tue insicurezze hanno avuto la meglio." Sputo velenoso.

Beth strabuzza gli occhi e arretra di un passo, come se l'avessi colpita.

"Non hai capito proprio niente Jacob, non ti permetto di entrare qui dentro e sputare giudizi su di me, è chiaro?"
La sua voce è altrettanto tagliente, la furia è dipinta anche nei suoi occhi adesso.

Non la ascolto, l'attimo successivo tutta la mia concentrazione è rivolta altrove.
Parlo a quel coglione di Noah che continua a fissarmi con aria strafottente.
"Finalmente hai ottenuto quello che volevi, no?"
Sussurro glaciale mentre squadro il suo viso.

𝗛𝗨𝗥𝗥𝗜𝗖𝗔𝗡𝗘. 𝗧𝗨 𝗦𝗘𝗜 𝗟'𝗜𝗡𝗔𝗦𝗣𝗘𝗧𝗧𝗔𝗧𝗢Where stories live. Discover now