Provocazioni

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"Ora aggrappati al mio braccio, Tieniti forte. Visiteremo luoghi oscuri, ma io credo di sapere la strada. Tu bada solo a non lasciarmi il braccio. E se dovessi baciarti nel buio, non sarà niente di grave: è solo perché tu sei il mio amore."
(Stephen King)
•••

Elisabeth

Rilascio un tremulo sospiro nel momento in cui l'aria
fredda della notte si abbatte con prepotenza sul mio viso.

Una volta all'esterno, vengo avvolta dalla carezza confortante del silenzio mentre l'eco della musica del Blitz continua a pulsare alle mie spalle.

Scosto alcune ciocche di capelli dal mio collo sudato per poi legarli in uno chignon disordinato non curandomi di come io possa apparire in questo momento.

Sento ancora la suadente melodia della musica strisciare sulla mia pelle e mi crogiolo nella sensazione di leggerezza provocata dall'adrenalina che scorre ancora dentro me.

Una sensazione che dura ben poco.

Mi accorgo della presenza di Jacob ancor prima che proferisca parola.

Con lui va sempre così: il mio corpo sembra percepire la sua presenza senza che neppure mi si avvicini, le mie viscere si contorcono solo nell'avvertire il suo profumo, nel sentire il ritmo dei suoi respiri sconnessi.

"Elisabeth."

Il suono della sua voce è più roco del solito e maledico il mio stupido corpo per i brividi di eccitazione che lo percuotono con violenza.

Brividi per i quali non posso dare colpa alla brezza serale, no di certo.

Mi volto di scatto, mi convinco di essere pronta ad affrontarlo ma la vista del suo viso mi annienta, mi indebolisce.

Quegli occhi magnetici ed ipnotici risplendono della stessa strana luce che ho notato al Blitz, le sue labbra sono lucide come se le avesse appena accarezzate con la lingua, la mascella è contratta e il suo intero volto è una maschera di rigida tensione.

Squadro il suo corpo con una lenta occhiata in cerca di non so cosa e vengo ammaliata dalla visione della vena che pulsa freneticamente sul suo collo.
Il sangue pompa furioso sotto quella porzione di pelle al ritmo del suo cuore.

Mentirei se dicessi di non aver voglia di depositare una cascata di baci proprio in quel delizioso punto.

Scuoto leggermente la testa e reprimo il vortice di torbide fantasie nel quale sono finita.

Strofino i palmi sulla pelle nuda delle mie braccia, tento di scacciare via questo sciame di spilli che mi pungola la carne. 
Vorrei maledire la tequila per questo cocente calore che sembra infiammarmi le viscere ma la realtà è un'altra.
La realtà è che la causa di tutto ciò è Jacob.

Lui disintegra le mie difese, azzera il mio autocontrollo, le redini della mia mente e del mio cuore sfuggono alla mia presa quando mi è vicino.

Sono in balia di questo tempestoso mare di emozioni e non so se sarò destinata a rimanere a galla o ad affogare.

"Cosa vuoi?" Ribatto in tono malfermo.
Mi schiarisco la voce, così non va.

Sul suo viso, illuminato parzialmente dall'insegna al neon della discoteca, si dipinge un mezzo sorriso intriso di soddisfazione che gli increspa la bocca carnosa mettendo in risalto la fossetta destra.

Il bastardo è consapevole della sua forza, dell'immenso potere con il quale sembra tenermi in pugno.

Mi guardo intorno in cerca di qualcosa su cui sedermi: la testa minaccia di esplodermi e questa cosa, questa febbrile attrazione che mi urla di
gettarmi tra le braccia di Jacob non aiuta.

𝗛𝗨𝗥𝗥𝗜𝗖𝗔𝗡𝗘. 𝗧𝗨 𝗦𝗘𝗜 𝗟'𝗜𝗡𝗔𝗦𝗣𝗘𝗧𝗧𝗔𝗧𝗢Where stories live. Discover now