Capitolo 26

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Il suono del cellulare la fece sobbalzare sul letto su cui si era seduta per ripetere le nozioni per il prossimo esame, l'ultimo di quella sessione invernale che si era prolungata più di quanto aveva sperato. Allungò la mano verso il comodino, afferrando l'oggetto vibrante.

«Ciao zia». La sua voce appariva stanca e provata da tutte quelle ore di studio. Si appoggiò alla testiera del letto, strofinando una mano sul viso. Si disse che doveva assolutamente fare una pausa.

«Marianne, ciao» rispose la donna. «Scusa se ti disturbo, ma ho provato a chiamare i tuoi genitori e non mi rispondono» disse, e nel tono di voce la ragazza notò una leggera nota agitata.

«Sono usciti a fare compere. Molto probabilmente non avranno sentito il cellulare suonare» spiegò lei. La domenica era l'unico giorno di totale riposo di Karmen e Stefano ed erano soliti spendere il pomeriggio in una camminata per la città; quel giorno, però, avevano deciso di passare il tempo tra i negozi del centro commerciale. «Che succede?»

«Tu sei a casa?» chiese sua zia ignorando completamente la sua domanda.

«Sì... perché?»

Per la seconda volta la sua domanda non fu considerata. «Massimo è con te?»

«Massimo?» fece Marianne, staccandosi dal suo comodo appoggio, mentre una nota di preoccupazione si insinuò nelle sue vene. «No, e anzi, non lo vedo da un bel po'... ma che succede?»

Sentì un sospiro provenire dall'altra parte della cornetta, che sfociò quasi subito in una serie di singhiozzi trattenuti con difficoltà.

«Zia, cosa sta accadendo?» ripeté per la terza volta, incalzando la donna con il cuore che batteva forte e il respiro affannato.

«Ieri mattina lui e suo padre hanno di nuovo litigato» rispose con la voce rotta dal pianto. «Voleva andare a una festa per festeggiare la fine degli esami, e sai com'è Luigi...». Sua zia si interruppe e Marianne sentì che si stava soffiando il naso. L'agitazione aumentò e quell'attesa stava iniziando a diventare snervante.

Per fortuna qualche secondo dopo continuò. «Stamattina, quando sono andata a svegliarlo per andare a messa, lui non c'era. All'inizio non ci siamo preoccupati più di tanto, pensando che fosse uscito comunque per andare a quella festa e che fosse rimasto a dormire da un amico. Perciò siamo andati in chiesa, ma quando siamo tornati a casa, non era tornato. Abbiamo aspettato fino all'ora di pranzo e, poi, non vedendolo, abbiamo provato a chiamarlo, ma è partita la segreteria telefonica. E così per tutte le altre volte che abbiamo provato a contattarlo.»

«È scappato di casa, Marianne» esclamò la donna, riprendendo a piangere disperata.

Per un secondo la ragazza si sentì mancare: se non fosse stata seduta sul letto, di sicuro sarebbe caduta a terra. La stanza iniziò a girare prepotentemente attorno a lei e l'unica cosa che riusciva a sentire era il battito del suo cuore, talmente forte che credette le stesse per uscire dal petto.

Fece due o tre respiri per cercare di riprendersi. Le sembrò di essere di nuovo sospesa in quel limbo in cui si era ritrovata quando aveva riacquistato la memoria. Non poteva credere che Massimo se ne fosse andato, così di punto in bianco come un ladro, senza alcuna motivazione.

«Zia, ma sei sicura?» domandò dopo aver ripreso la lucidità. «Magari è ancora da qualche suo amico e ha semplicemente il telefono spento». Voleva credere a qualsiasi altra possibilità; non voleva neanche lambire l'idea che l'avesse abbandonata anche lui.

«No, è scappato, ne sono sicura. Mancano alcuni vestiti nell'armadio, ed anche il suo vecchio borsone da calcio. Era da un po' di tempo che ripeteva che prima o poi se ne sarebbe andato, ma non credevo l'avrebbe fatto veramente». Pianti sordi seguirono la rivelazione.

Il Suono della Passione [Completa; in Revisione]Where stories live. Discover now