22nd Chapter

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22.

“Ora capisco perché ad un certo punto siete scomparsi!” esclamò Brad, la sua voce grazie al vivavoce risuonò per tutto l’appartamento “D’accordo, vi perdono solamente perché siete andati via per una buona causa” aggiunse con un tono decisamente malizioso, che fece scoppiare in una risata entrambi. “Però non vi aspettate che io vi mandi la bomboniera per posta”

“Oh, così mi ferisci” gli rispose Louis, mettendo una mano sul cuore nonostante l’amico non potesse realmente vederlo.

Alison era rimasta ancora in silenzio, impegnata ad osservare il suo ragazzo e la sua serenità.

“Allora, come sta andando la vostra luna di miele?” chiese Louis, lanciando il beanie sul divano facendo si che i suoi capelli ribelli uscissero alla scoperta.

“Oh davvero molto bene, New York è bellissima, peccato non poter rimanere per altri giorni”

“Oh, hey, ora devo andare, il check-in mi aspetta” sbottò il ragazzo, parlando velocemente “Mi raccomando, voglio rimanere aggiornato, ciao ragazzi!” esclamò ancora, per poi ricevere dei saluti squillanti da entrambi.

Non appena la chiamata fu chiusa, Louis si lasciò sprofondare sul divano, susseguito da un gemito e qualche schiocco di ossa.

Alison lo raggiunse, per poi far appoggiare la testa del ragazzo sulle sue gambe e carezzargli i capelli castani e morbidi. “Allora, cosa vuoi fare?” chiese la ragazza, sorridendogli dolcemente.

Vide Louis chiudere gli occhi e rilassarsi sotto il suo tocco, dopo aver sospirato e aver riaperto gli occhi le rispose: “Per me potremmo rimanere anche così per sempre” scherzò, bagnandosi le labbra con la lingua velocemente “Ma avrei voglia di biscotti al cioccolato”

“Bene!” esclamò la ragazza “Sono facili da fare”

Il ragazzo si alzò, facendo così poter alzare anche lei, e raggiunsero entrambi la penisola della cucina.

Louis aprì le ante della dispensa “Cosa ci serve esattamente?”

“Uhm…farina”

“Ce l’ho!” esclamò soddisfatto Louis, posando sul bancone la busta bianca e blu.

“zucchero, burro, un uovo, del cioccolato e…del lievito”

“Dannazione, il lievito mi frega sempre!” mormorò Louis ironico, posando sul bancone tutti gli ingredienti ad eccezione del lievito.

“Non esiste una ricetta alternativa o qualcosa del genere?”

“Oh beh, se preferisci mangiare delle pietre al posto dei biscotti, fa pure!” scherzò Alison.

"Lei, signorina! Come osa parlare a me in questo modo?” le disse, puntandole in dito contro facendola indietreggiare sorridente.

“Chieda scusa immediatamente!” Il suo tono sembrava quello di un cartone animato, e questo rendeva la cosa ancora più comica.

“E se non lo facessi?” rischiò la ragazza, prima di ricevere una pioggia di farina su tutta la testa.

Alison istintivamente urlò, senza riuscire a scappare dalle mani di Louis, che la stavano sporcando di farina su tutta la testa e le spalle.

“Louis! Louis! Ti prego!” Continuò a ridacchiare mentre cercava di farlo smettere, inutilmente.

“Questo è ciò che succede quando non si obbedisce mia cara signorina Miller” si avvicinò il ragazzo, facendo scontrare i loro nasi che si sporcarono entrambi di polvere bianca.

“Cosa devo fare con te, Alison?”

“Decisamente i migliori che abbia mai mangiato nella mia vita, sono fantastici!” farfugliò il moro, addentando un ennesimo biscotto voracemente, come se non mangiasse da mesi.

Alison si gustava la scena divertita di un Louis sporco di cioccolato e non appena i biscotti finirono e una finta smorfia di tristezza comparve sul volto di Louis, cercò di spezzare l’atmosfera: “Tu sai invece di cosa ho estremamente voglia? Di giapponese! Non lo mangio da anni”

“Ohw” soffiò Louis per poi sorridere “Allora che ne pensi di una cenetta giapponese, con la luce soffusa, e qualche candela qua e là con questa vista, questo sabato?” il suo tono era diventato pacato e suadente, girandosi verso l’ampia vetrata che donava una vista su una parte della città.

“Suppongo possa essere un’ottima idea” sorrise sghemba lei, stando al gioco.

Amava giocare con lui, soprattutto quando si punzecchiavano a vicenda.

La risposta sempre pronta e la sua loquacità era probabilmente ciò che amava più in quel ragazzo, e che non aveva affatto perso nel suo cambiamento radicale.

“Io direi di anticipare un pochino l’atmosfera” Louis non finì nemmeno la frase che si catapultò vicino alle vetrate a schiacciare un bottoncino metallizzato, che in pochi secondi abbassò di poco le serrande e diminuì la luminosità dell’appartamento.

Con passo svelto accese una lampada adiacente alla tv e subito dopo ritornò vicino alla ragazza, che osservava i suoi movimenti curiosa.

“Dovrei procurarmelo anche io uno di quelli” spezzò il silenzio, indicando il bottoncino automatico per le serrande. Nella sua mente una lei che faceva fatica per alzarle ed abbassarle le invase la mente. Riusciva a sembrare davvero goffa a volte.

Louis ridacchio, per poi prenderle il viso tra le mani.

Alison non potè fare a meno di ridacchiare per le macchie di cioccolato residue.

“Hai del cioccolato proprio qui” indicò le labbra del ragazzo a bassa voce

“E che aspetti a togliermelo?”

Heyaaaaa!

Da quanto tempo! lol

Insomma, qui le cose si fanno sempre più smielate ahw

Come vi sembra questo capitolo? Vi piace?

Sabato molto probabilmente aggiorneremo sulla tarda serata perchè andremo a sclerare per il film dell WWAT, are u excited?

Bene, allora qui nei commenti vogliamo subito sapere se siete mai andate/i ad un concerto e quando, okay?
Forza!

Vi amiamo, Lucrezia e Chiara

ps: su twitter siamo @mepiasalouisff, seguiteci e scriveteci!

Close As Strangers // Louis Tomlinson Fanfictionحيث تعيش القصص. اكتشف الآن