Capitolo 1

308 14 5
                                    

Celebrate the moment
As it turns into one more
Another chance at victory

📍Mugello, Italy
01/06/2019


Quando, al termine della giornata, mi corico nel letto dopo una serata passata con i ragazzi all'insegna di festeggiamenti e risate, sono sfinita.

Non vedo l'ora che arrivi domani, giorno di gara, ma allo stesso tempo sono perennemente in ansia ormai da più di una settimana per quel fatidico momento in cui dovrò liberare la mente da ogni preoccupazione ed affidare la mia vita e la mia felicità alla manopola del gas.

È un po' come la notte prima degli esami. Anzi, è più simile di quanto si pensi. Perché alla fine ogni gara è un esame da affrontare e da superare a pieni voti, per dimostrare al mondo intero di cosa si è capaci. Tuttavia, nella notte prima non si dorme quasi nulla, c'è quella terribile morsa che attanaglia ed opprime lo stomaco e, molto spesso, a persone ciniche come me, capita di pensare a cosa potrebbe succedere in gara.

Poi però, fortunatamente, l'istinto motociclistico che c'è in me interviene, sconfiggendo i brutti pensieri e le preoccupazioni e cercando di focalizzare la mia attenzione sull'aggiudicarmi una bella posizione domani.

Tuttavia, sento già la cena appena mangiata che comincia a rimescolarsi nel mio stomaco, dando il via ad una nausea tremenda, a causa della quale non so se riuscirò ad addormentarmi. Ma devo. Devo, altrimenti domani non riuscirò ad alzarmi in tempo nè per prepararmi, nè tanto meno per correre il Warm up.

Mentre osservo distrattamente un punto fisso sulle pareti vuote del motorhome che ho acquistato ad inizio stagione, il mio telefono comincia a suonare, facendomi sobbalzare. Non può essere Sofia, anche perché lei stasera si fermava a dormire da Pecco, quindi ho il presentimento che abbia altro da fare in questo momento. Mi chiedo chi possa essere a quest'ora. Guardo lo schermo, ma ho il cervello troppo distratto per capire chi mi stia chiamando, così mi limito a rispondere con un distaccato "Pronto."

<<Tesoro, dici pronto anche a tua mamma ora? Ti sei proprio montata la testa eh.>> Il tono di voce di mia mamma è intriso di gioia, per questo non do troppo peso alla sua ultima frase, anche perché si capisce che l'ha detto per scherzare con me e smorzare un po' la mia tensione.

<<Mamma, ormai sono famosa. Devo farmi desiderare almeno un po'.>> scherzo, per poi proseguire chiedendole di che cos'ha bisogno.

<<Potresti venire all'ingresso del circuito? Ti spiego tutto dopo>>

<<Arrivo subito. Non muovetevi>>rispondo. Mi sembra ancora di sentire un "A dopo" in lontananza, ma non ci faccio caso, anche perché sto già cominciando a racimolare felpa, chiavi e cellulare sparsi in giro per le varie stanze della mia casa mobile.

Dopo essermi richiusa la porta del motorhome alle spalle, do un veloce colpo di chiave per assicurarmi che sia chiusa, poi mi incammino verso l'entrata del circuito.

Nel paddock è notte fonda, dato che sono le nove e mezza, tuttavia c'è qualche luce accesa dei motorhome che contribuisce ad illuminare lievemente la stradina e, quindi, a farmi perlomeno vedere dove vado.

Dieci minuti dopo mi ritrovo stretta in un amorevole abbraccio, dal quale non vorrei mai liberarmi e del quale ho sentito molto la necessità. Mi sono mancati molto i miei genitori, poiché l'ultima volta che li ho visti è stata due mesi fa, al momento della firma del contratto con lo Sky Racing Team al quale hanno voluto essere presenti.

<<Non riuscivate ad entrare?>> chiedo, una volta che ho salutato l'imponente uomo incaricato di controllare chi esce e chi entra e ho accompagnato i miei genitori all'interno del paddock.

<<No, c'era quell'omone che ci diceva che eravamo senza pass, anche se noi continuavamo a dirgli che eravamo i tuoi genitori. Poi per fortuna quando sei arrivata ci ha fatto passare. Un po' più di organizzazione ci vorrebbe eh però>> si lamenta papà, vagando con lo sguardo circospetto tra i motorhome e gli hospitality.

<<Dai su, è normale che Francy non si fidi di voi. Non vi ha mai visti. E poi non avete idea di quanta gente ci sia che ogni giorno si finge parente di un pilota o addirittura il pilota stesso. Una volta un mio compagno di Moto3 mi ha raccontato che all'ingresso del circuito c'era una ragazza che si fingeva sua sorella. Peccato che questo qui non ha né fratelli né sorelle. A questo servono i pass.>> spiego, indicando i cartellini che ho appena consegnato loro e che ora hanno appeso al collo, quasi come se fosse un distintivo che dà loro maggiore importanza.

<<Quindi conosci quell'uomo?>>

<<Certo, ovvio. È Francesco. È un tipo molto diffidente, ma se entri nelle sue grazie fa tutto il possibile per aiutarti. Per fortuna lui adora tutti i piloti di Valentino ed essendo nello Sky Racing Team, adora anche me. Sono una delle poche a poter uscire ed entrare quando e quante volte voglio, mentre agli altri rompe le scatole se escono e rientrano troppe volte.>>

<<Ah, non lo sapevamo. È questo il tuo motorhome vero?>> chiede papà, una volta giunti davanti alla mia casa mobile che uso durante i weekend di gara.

<<Sì, è questo. Venite.>> li invito, aprendo la porta e lasciando libero il passaggio per loro. Così, per la sfortuna della parte di me che vorrebbe soltanto andare a dormire, mi ritrovo seduta composta su una delle sedie della cucina a chiacchierare amabilmente con i miei genitori e, da brava padrona di "casa", ad accogliere e soddisfare ogni loro richiesta.

Trovo questa conversazione molto noiosa, tuttavia non posso permettermi di cacciarli di casa solo perché ho sonno e non desidero altro che rilassarmi nel letto e cadere tra le braccia di Morfeo. Sarebbe maleducazione. Quindi continuo ad intrattenerli con tutti i gossip e le voci che circolano nel paddock che ho saputo nell'ultimo periodo, cercando di capire se le mie parole hanno un senso logico anche nella realtà oltre che nella mio cervello quasi addormentato.

Continuiamo questa conversazione finché papà non mi interrompe, chiedendomi con fare inquisitorio: <<Fede, tesoro, ma perché hai la felpa di Marini?>>

D'improvviso il mio cervello torna perfettamente attivo e, mentre cerco di attribuire un senso a quelle parole, abbasso lo sguardo per constatare se effettivamente ho messo la felpa di Maro al posto della mia.

<<Quando mi avete chiamato per venire all'ingresso ho preso una felpa a caso e evidentemente ho preso quella che mi aveva lasciato Maro quando mi ha riportato qua dopo cena.>> spiego, tirando leggermente i lembi della felpa nera marchiata Sky Racing Team VR46. In questo momento mi sembra di avere Luca qui al mio fianco, tanto è il profumo che emana la sua felpa addosso a me, ed è una sensazione bellissima.

<<Mamma, papà, mi dispiace dirvelo così ma sono stanchissima e domani mi dovrò alzare presto, quindi penso che ora andrò a dormire.>>

<<Tesoro, ci mancherebbe altro. Vai tranquilla. Noi ritorniamo al camper.>>

<<Ma volete dormire qui? Tanto ho un'altra stanza di fianco alla mia.>>

<<Se ci ospiti, per noi va bene. Tanto avremmo dormito poco in mezzo a tutto quel casino che c'è e che ci sarà intorno al nostro camper.>>

Annuisco semplicemente, per poi regalare un bacio sulla guancia ai miei genitori e rintanarmi nella mia camera. Una volta indossato il pigiama, mi butto sul letto e sento tutto il mio corpo che si distende e si rilassa, incentivato dalla morbidezza e dalla comodità del materasso.

E in un batter di ciglia, tra pensieri e preoccupazioni, mi ritrovo nel mondo dei sogni, dove tutto quanto sembra svanire nel nulla e non ci sono problemi. Almeno lì, sono in pace.

ME AND YOU 2 || Valentino RossiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora