Mi resi conto di ciò che aveva detto solo dopo che le porte dell'ascensore di chiusero silenziose e veloci.
Come sempre, quando lui parlava e mi rivolgeva la parola - dicendo cose che non avrebbe dovuto dire - a me sembrava solo di avere le allucinazioni.Ma era tutto vero, e questa volta lo sapevo.
La sua voce mi rimbombava in testa.
Se avessi potuto tornare indietro nel tempo, avrei bloccato la porta, l'avrei tirato fuori da lì e gli avrei chiesto spiegazioni.
Su tutto, sul perché aveva questo comportamento così umano ma allo stesso tempo diceva di non avere nessuna emotività, del perché mostrava tutto questo solo a me, del perché dovevamo per forza combatterci, e perché il mondo stesse andando in rovina.
Come se lui le avesse, tutte quelle risposte.
Non avrei staccato gli occhi da lui un attimo, nel chiedergli il perché di tutto, cosciente che forse era il primo a non avere nessuna risposta.
Come se avesse il cervello di un neonato.Erano passati già due giorni e il lavoro non mi aveva permesso di fare granché.
Sembrava che la produzione di UA stesse vorticosamente aumentando, forse di pari passo con le richieste dei consumatori.
Le risorse veniva spinte ai limiti del possibile. Non sarebbero terminate, ad un certo punto?
Era quello che speravo, pensavo che sarebbe stato l'unica soluzione per risolvere quella follia che l'uomo stava portando avanti.Come due giorni prima, Ilish venne alla mia scrivania.
-Il signor Brandcore ha preso la sua decisione. Ci vuole di nuovo tutti al suo ufficio.- annuii silenzioso e lo seguii.
-Cosa pensi abbia deciso?
-Lo distruggeremo. Conosco abbastanza bene quell'uomo da sapere che scelte prende.- allora io e G62 avremmo davvero fatto qualcosa insieme, per cambiare il destino di quell'UA?-Sarai l'unico a piangere la sua morte, piccolo Frank.- commentò sprezzante e ironico poi.
-Non piango da molto tempo, se ti interessa saperlo. Non rinizierò a farlo per un umano artificiale, stanne certo.- mi ricordai solo dopo che in realtà avevo pianto l'ultima volta al cospetto del corpo svenuto di G62.
Non piangevo da molto, allora.
Quelle lacrime avevano spezzato un record.
Ma mentii comunque, non importava di mentire di più ad un uomo che in realtà di me non sapeva nulla.
Mi conosceva solo in base alle mie menzogne. Ed erano state tante, tante.
-Ti immaginavo più delicato.
-Ti sei fatto un'idea sbagliata di me, allora.- quando arrivammo al piano dell'ufficio del capo della BrandCore Inc., superai Ilish e mi diressi verso quella porta aperta, come pronta ad accoglierci.-Frank, ben ritrovato.- nella stanza erano già presenti il signor Most, Greta, e G62.
Quando dopo pochi secondi arrivo anche Ilish, che era rimasto indietro, il signor Brandcore iniziò a parlare:
-In questi giorni ho riflettuto valutando tutte le opzioni. Chi di voi mi conosce, sa bene che nessuna delle mie scelte nasce dall'impeto. Studio bene tutto.
Ebbene, dopo aver studiato le varianti, ho deciso che M131 verrà demolito.- non so come e non so perché, ma il mio cuore perse un battito come se si fosse trattato di un umano, e non un ammasso di bio-plastica.
Sta volta l'umano artificiale non era presente.Ma G62 e io ci guardammo, complici per la prima volta.
-Non possiamo far crollare tutta un'ideologia che ci caratterizza per un umano artificiale che in pochi secondi potremmo distruggere e ricreare.
Non fa nulla. È questo il bello degli umani artificiali. Dipendono da noi. Siamo noi a decidere, nessun altro.
-D'accordo, Henry. Sei tu il capo, rispetteremo la tua scelta e eseguiremo le tue richieste. Oggi stesso M131 verrà resettato e rottamato. Probabilmente sarà possibile riutilizzare alcuni componenti per la creazione di altri umani artificiali.
Non tutto è perduto.- il signor Most sorrise rassicurante e, nonostante fosse palpabile un'atmosfera tesa e cupa, tutti lì dentro mostravano sorrisi poco accennati.
Gli unici a non sorridere eravamo io, G62, ed Henry Brandcore.
Senza filtri.-Ho solo un'altra richiesta da fare.
-Dica tutto, capo.
-Dovrà essere Frank ad occuparsene.- rimanemmo tutti di stucco.
Lo sguardo di tutti si concentrò sulla mia persona, compreso quello inconsistente di G62.
-Perché proprio lui?- chiese Ilish, leggermente infastidito.
-Perché non l'ha mai fatto, tanto per cominciare, e poi perché deve imparare ad andare anche contro se stesso, se è necessario. Mi dispiace ragazzo, ma qui tutti impariamo qualcosa.- non vedevo cattiveria nella richiesta del signor Brandcore, piuttosto vedevo risolutezza e saggezza.
Voleva farmi crescere, voleva che mi superassi.
Che soffrissi solo per rinascere più forte.
E poi, sapevo che sottilmente, voleva capire se poteva fidarsi di me.