☆CAPITOLO 7

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TONY P.O.V.

Mi dirigo verso la stanza di Lydia, e quando apro la porta la ritrovo sul letto, con il portatile.
Ha i capelli raccolti in una treccia disordinata come al solito e porta un cappellino da baseball, lo porta ogni volta che progetta qualcosa di importante.
Si accorge di me quando mi siedo al suo fianco sul letto. Chiude il computer e mi guarda in attesa che io dica qualcosa.

Tony: Sono un coglione, lo so ma sono venuto qui per chiederti scusa, mi rimangio tutto quello che ho detto, non sei per niente debole anzi sei una degli agenti più qualificati che conosca e hai ragione sul Capitano, infondo lui andrebbe contro il volere di Fury pur di salvare qualsiasi di noi.
Credo di essermi fatto prendere anche un po' dalla gelosia, sai lui è fantastico e tutto e io sono solo un uomo di latta, e voi siete molto legati-

Lydia mi stoppa con un bacio, semplice niente di che, ma con quello capisco che mi ha perdonato.

Lydia: Te lo hanno mai detto che sei logorroico... comunque vuoi il codice del localizzatore vero?

Tony: Come fai a sapere sempre tutto Barton?

Lydia: Sono una donna, Stark.

Mi passa un biglietto preso dal comodino affianco al letto, sopra ci sono delle lettere e dei numeri in sequenza, le do un bacio sulla guancia e vado verso la porta. Quando sto per uscire sento dire dalla ragazza.

Lydia: Comunque ti ho perdonato.

Tony: Lo so, infondo sono perfetto.

Lydia: Magari volevi dire che io sono perfetta.

Tony: Ovviamente amore, ovviamente.

Localizzo il capitano, si trova poco distante da dove lo abbiamo "abbandonato", indosso la tuta e parto a riprendere Steve dando le cordinate a J.A.R.V.I.S..

Tony: Andiamo a prendere il nostro ghiacciolino J.A.R.V.I.S.

J.A.R.V.I.S.: Subito signore.

Una volta arrivato dove mi portano le coordinate scopro che non sono stato il primo a trovare il capitano.

Alina: Cosa ci fai qui Stark? Non era troppo pericoloso.

Tony: Sai com'è giro di prova della tuta, e ops ho trovato Capitan Ghiacciolo.

La ragazza fa un sorriso e le chiedo come mai è qui, e lei mi racconta della discussione tra lei e io suo ragazzo, e devo ammettere che in questo momento mi sento molto uno psicologo, ma andiamo avanti, non so in quale modo la convinco a venire con me, e tornare alla base dello S.H.I.E.L.D., dicendole che sua sorella, Lili e Bucky hanno bisogno di lei, e che quest'ultimo era solo molto nervoso per la scomparsa dell'amico.
Una volta che lei è convinta di tornare e che il Cap si è leggermente ripreso dallo stato di coma in cui l'abbiamo trovato nella caverna in cui si era nascosto, impostiamo la via del ritorno alla base dello S.H.I.E.L.D. sui nostri gps, io con la mia mark 42, mentre la russa mi segue in volo con il suo jet carica Steve, che ha un colorito misto tra i fantasma e il vomito di un ubriaco, il freddo e la fame hanno abbattuto anche lui nonostante avesse in corpo il siero da super soldato.
Durante il viaggio Lydia ci contatta dicendoci che Fury si sta insospettendo e dobbiamo muoverci.
Infatti appena arriviamo vediamo il capo dello S.H.I.E.L.D. attenderci sulla piattaforma di atterraggio degli aerei, con la solita faccia, che esprime disgusto per l'intera umanità, mi chiedo spesso se c'è nato con quella faccia.
Atterriamo senza problemi, ma ne prospetto uno davanti a me di altezza umana, in carne ed ossa capace di mandarti al tappeto con un pugno.

Fury: Ti stanno strette le regole vero Stark.  

La famiglia Rogers Where stories live. Discover now